Sedici racconti e un tema, oppure sedici divagazioni su un tema, quello del perturbante, che di letture e interpretazioni ne vanta più di sedici per la sua natura sfuggente e che proprio per questo abbiamo cercato di rinchiudere con la forza semplice ma implacabile dei numeri. Sedici esempi di un tema che è stato sviluppato ripetutamente in letteratura e non solo.
Das
Unheimliche, secondo Sigmund Freud,
“quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci
è noto da lungo tempo, a ciò che ci è
familiare”, che si traduce in storie inquietanti,
terrorizzanti, sconvolgenti, strane, fantastiche, sovrannaturali,
inconsuete, orrorifiche, mostrando la – presunta –
faccia nascosta delle cose. Perturbante, così viene reso in
italiano, ma in modo approssimativo. Anche Jacques Lacan ricorse a un
neologismo, extimité per riassumere
ciò che altrimenti in francese andrebbe reso come inquiétante
étrangeté.
La
necessità di circoscriverlo ci ha così portato a
non fuoriuscire dai confini della pagina scritta, della narrativa, e
con un ulteriore giro di vite ci ha fatto anche escludere la forma
romanzo. Eccoci qui, dunque, a proporre un numero speciale estivo, il
quarto della serie, che può anche intendersi come un
“letture consigliate” per attraversare il tempo
dell’estate. A questo punto, però, evitiamo di
procedere in questa direzione, entrando più nel merito della
selezione che proponiamo. Non ci avventuriamo in una
rassegna/tormentone di coloro che della materia si sono occupati a
fondo, citando oltre Freud, Jacques Lacan, Tzvetan Todorov e
quant’altri si sono occupati di scandagliare
quest’area oscura. Rinunciamo a segnalare i racconti e gli
autori scandalosamente esclusi, da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e
Henry James a Robert Louis Stevenson, da Richard Matheson ad Ambrose
Bierce e Walter de la Mare, magari storie terribili e inquietanti come Scendendo
di Thomas Disch e… chi più ne ha più
ne metta. Giunti a questo punto, però, abbandoniamo il
campo. In definitiva, piuttosto che fare tutto o in parte tutto questo,
qui cambiamo discorso e parliamo d’altro. Almeno ci proviamo,
sollecitati, anzi mossi da un sospetto, solo una sensazione, lieve ma
che si va rafforzando ogni volta che…
all’origine
di questa inversione di marcia c’è un refuso,
rintracciato e corretto a inizio testo, un refuso piuttosto grossolano,
quegli automatismi che word con sfacciata ottusità cerca di
imporre al diligente scrivente, diligente e paziente poi nel correggere
la correzione. Per porre fine alla coazione a correggere male del
software, si sa, occorre intervenire sul dizionario e a quel punto si
dovrebbe essere al riparo da qualsiasi strafalcione, almeno riguardo al
quel termine, ai nomi propri, si dovrebbe… ma allora
perché il summenzionato refuso è ricomparso nel
corso della stesura di questo scritto? Forse ci è solo parso
di aggiornare il dizionario? Si direbbe di no, il ricordo si staglia
netto, non c’è nessuna possibilità di
fare confusione. È un vizio congenito, radicato
nell’abitudine di chi scrive, mentre il programma di
scrittura in questo caso è innocente? È una tesi
che appare difficile da sostenere, il refuso è banale,
potrebbe più essere figlio della fretta, frutto
dell’ansia di chiudere il numero… ma allora
perché è ripetuto due volte?
Qualcosa
non va, questo doveva essere un editoriale breve, più
stringato del solito per essere in sintonia con la forma racconto
prescelta e invece una leggera sensazione di fastidio prima, un timore
insistente in seguito e infine autentico sgomento accompagnato da un
subitaneo aumento della sudorazione, hanno preso piede, rendendo quasi
impossibile andare avanti, angosciati oramai dal sospetto che queste
righe siano già state scritte e qui, ora, semplicemente
ripetute. Ora? Per la prima volta? Da chi?
Dubbi e
certezze, suggestioni e sospetti: da quanto tempo scriviamo e
riscriviamo sempre il medesimo testo?
Ma che sciocchezze
vengono in mente, ah… la capacità di suggestione
di questi racconti è tremenda e come potrebbe essere
altrimenti, visto il tema prescelto intorno al quale si aggirano con
fare talvolta deciso, talaltra ondivago le storie che qui presentiamo
così malamente? Sedici racconti e un tema, oppure sedici
divagazioni su un tema, quello del perturbante, che di letture e
interpretazioni ne vanta più di sedici per la sua natura
sfuggente e che proprio per questo abbiamo cercato di rinchiudere con
la forza semplice ma implacabile dei numeri. Sedici esempi di un tema
che è stato sviluppato ripetutamente in letteratura e non
solo. Das Unheimliche…