Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


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  [GIZA]
di
Roberto Paura


Il colonnello Coutelle giunse addirittura al punto da ordinare la demolizione della cosiddetta “Quarta Piramide” (la più grande delle tre piccole piramidi satelliti di quella di Micerino, utilizzata probabilmente come tomba di una delle mogli del faraone), oggi non più nota così, ma la cui denominazione può essere rintracciata nella pregevole tavola topografica della Description in cui la piana di El-Giza è illustrata “a volo d’uccello” (Taschen, ib.). La demolizione fu ordinata al fine di trovare l’ingresso della camera sepolcrale, o del condotto che poteva condurvi, ma gli sforzi risultarono vani e il proposito fu per fortuna abbandonato prima della totale demolizione della piramide come preventivato (Description, vol. IX). 
Il colonnello Coutelle era, in effetti, a metà tra uno scienziato e un ufficiale militare. Fu successivamente decorato con la Legione d’Onore e i suoi studi sulle mongolfiere portarono Napoleone a progettare un’invasione dall’alto dell’Inghilterra. Ma Coutelle rappresentava quella conoscenza interessata di cui Napoleone desiderava dotarsi, una conoscenza come strumento di conquista dell’altro che tuttavia si rivelò arma inefficace. Fu un altro tipo di conoscenza, disinteressata, a vincere la campagna d’Egitto. Nel suo acclamato romanzo Odissea nel paese del Nilo, Tobiya Magid racconta le rocambolesche vicende di una famiglia di contadini dell’Egitto musulmano sconvolto dall’invasione francese. Nel romanzo sono due le immagini che si contrappongono in maniera affascinante: la prima è quella in cui Napoleone ordina una grande dimostrazione della forza militare della scienza francese, effettuando un esperimento pubblico di una mongolfiera che tuttavia si affloscia e precipita a terra subito dopo il decollo; la seconda è quella in cui il giovanissimo protagonista, Hathùt, e il suo amico Shàtir, si recano nei locali dell’Institut e restano costernati e affascinati dall’attività di quegli uomini che classificano, disegnano, scrivono, leggono, discutono e sistematizzano. È questa conoscenza, fine a se stessa, che conquista i due giovani e – in un certo senso – tutto l’Egitto. “Io non so per quale ragione questa gente è venuta qua, ma non è il caso di dar loro il veleno”, ammette Shàtir all’amico dopo essere usciti dall’Institut (Magid, 2005). Non erano serviti i proclami amichevoli di Napoleone, il suo atteggiarsi a difensore dell’Islam, i suoi bizzarri tentativi di imitare i costumi locali (una volta rischiò di inciampare nei larghi abiti musulmani che indossò per aprire una seduta del ‘Divan’, l’assemblea collaborazionista da lui creata), per conquistare l’Egitto. Ci riuscirono quei 151 scienziati che al posto delle baionette portavano con sé tavole, pennelli e inchiostro.

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— Aa.Vv., Description de l’Égypte, 37 voll., Panckoucke, Paris, 1821-1826.

— Alfonso Falcone, Studi sulla politica oltremare di Napoleone Bonaparte, Palladio, Salerno, 1992.

— Charles C. Gillispie, The Scientific Importance of Napoleon's Egyptian Expedition in “Scientific American”, settembre 1994. Trad. it. L’importanza scientifica della campagna d’Egitto, in “Le Scienze” n. 315, novembre 1994.

— Tobiya Magid, Taghribat Banu Hathùt ilà bilàd al-shimàl, 1988. Trad. it. Odissea nel paese del Nilo, Jouvence, Roma, 2005.

— Luigi Mascilli Migliorini, Napoleone, Salerno Editrice, Roma, 2002.

— Edward Said, Orientalism, 1978. Trad. it. Orientalismo, Feltrinelli, 2002.

— Gilles Neret, Description de l’Egypte, Taschen, Cologne, 2007.

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