Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


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GIZA
  [GIZA]
di
Roberto Paura


Non stupisce quindi che l’opera integrale non sia mai più stata pubblicata, anche se può essere rintracciata nelle più importanti biblioteche, mentre l’ultima collezione completa delle sue tavole è stata edita dalla Taschen in un’edizione economica nel 2007. 
La Description era già stata immaginata da Napoleone prima ancora di imbarcarsi a Tolone alla volta dell’Egitto. La meta finale di quella spedizione navale era sconosciuta a tutti, fuorché a pochi membri dello Stato maggiore, ma oltre ai 32.000 soldati il generale in capo aveva voluto farsi accompagnare da un altro esercito, formato in questo caso da 151 studiosi tra ingegneri, architetti e medici. Sulla sua ammiraglia, l’Orient (colata a picco ad Abukir), Napoleone installò una piccola biblioteca da campo in cui alle opere amate nella giovinezza – Plutarco, Livio, Tacito – si aggiungevano i Viaggi di James Cook, il Corano, i Veda, Ossian, Omero, I dolori del giovane Werther: [Un] bagaglio di sollecitazioni molteplici e tra loro diverse e contrastanti con il quale Napoleone, e con lui molti di coloro che gli sono vicino, muove verso l’Oriente egiziano. (Mascilli Migliorini, 2002). 
La grande sete di conoscenza lo portò a fondare al Cairo, strappata ai Mamelucchi di Murad Bey, l’Institut d’Égypte, che divenne la centrale operativa delle spedizioni scientifiche dei suoi membri, e di cui ci tenne a farsi nominare vice-presidente (il presidente era lo scienziato Gaspard Monge, tra i pochissimi a rientrare con Napoleone in Francia nel 1798, mentre gli altri studiosi restarono in Egitto con il resto dell’armata fino alla capitolazione nel 1802). L’Institut d’Égypte fu creato sulla falsa riga dell’Institut per eccellenza, quello francese, di cui Napoleone era stato  fatto membro dopo la campagna d’Italia: egli stesso era solito firmarsi come “membro dell’Istituto” nei dispacci in Egitto per conquistarsi l’ammirazione degli scienziati al suo seguito (Falcone, 1992). Fiasco militare, la spedizione d’Egitto divenne così una delle prime “imprese coloniali” della storia contemporanea. Edward Said, nel suo fondamentale studio sull’Orientalismo (Said, 2002), definì la Description de l’Égypte “la grandiosa appropriazione collettiva di un paese da parte di un altro”. Said individuava nella lunga Prefazione storica all’opera, scritta dal segretario dell’Institut Jean-Baptiste-Joseph Fourier, l’atteggiamento colonialista della Francia nei confronti dell’Egitto, riassumendo: [La Description] fu resa possibile, anzi sostenuta, dall'idea napoleonica di assimilazione dell'Egitto per mezzo delle risorse materiali e intellettuali dell'Occidente. In effetti Fourier nella sua Prefazione sosteneva che la spedizione di Napoleone avesse avuto il merito di riportare alla luce una terra obliata dalla barbarie dei popoli arabi, sostenendo quindi implicitamente la necessità di cancellare secoli di storia per riportare l’Egitto alla sua antica gloria. Concludeva perciò Said: 

La Descrìption divenne l'ammirato modello di tutti i successivi sforzi di avvicinare l'Oriente all'Europa, poi di inglobarlo completamente e – ciò che più contava – di cancellare o almeno ridurre di molto la sua stranezza; nel caso dell'Islam, anche la sua temibilità. (Ibidem)


 
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