BLADE RUNNER, O L’EDIPO REPLICATO di Antonio Cavicchia Scalamonti |
Infatti, “Essi odiavano il padre, possente ostacolo al loro bisogno di potenza e alle loro pretese sessuali, ma lo amavano e lo ammiravano anche. Dopo averlo soppresso” –così scrive Sigmund Freud – “aver soddisfatto il loro odio e aver imposto il loro desiderio d’identificazione con lui, dovettero farsi sentire i moti di affetto nei suoi confronti fino a quel momento rimasti sopraffatti. Ciò accadde nella forma del rimorso, sorse un senso di colpa che coincide in questo esempio con il rimorso collettivo. Morto, il padre divenne più forte di quanto fosse stato da vivo, secondo un succedersi di eventi che ravvisiamo ancor oggi nel destino degli uomini. Ciò che prima egli aveva impedito con la sua esistenza, i figli se lo proibirono ora spontaneamente nella situazione psichica dell’<<obbedienza posteriore>>” (Freud, ibidem). Come conseguenza di ciò, essi decisero da una parte di rinunciare alle femmine e dall’altra d’idealizzare il padre morto. Di lì, i due divieti fondamentali per ogni raggruppamento umano: l’incesto e il parricidio. In un certo senso nasce la civiltà e nasce istituendo la prima grande separazione tra l’uomo e gli animali. Nasce però con un ironico paradosso. In effetti, il Padre vince completamente e in profondità, solo dopo essere stato assassinato, perché la sua morte trasforma una minaccia esterna, fondata solo sulla forza e sulla prevaricazione, in un comandamento interno, fondato sul senso di colpa. Ancor più paradossalmente egli diventa il Padre (e quindi la Legge) solo nel momento in cui viene, dopo la sua morte, interiorizzato e riconosciuto come tale. Ma questa è esattamente la caratteristica dell’uomo che lo distingue dagli altri esseri: una coscienza morale che lo guida dall’interno. Ed è ciò che il replicante acquisisce per la prima volta, egli non è più l’androide manipolato ed eterodiretto da un potere esterno a lui, ma un uomo che si autodetermina. In poche parole, con il sacrificio del padre s’installa nel replicante la colpa e con essa la coscienza morale. Ed è solo a causa di questa coscienza che egli può diventare completamente uomo. In effetti, proprio da quel momento, il Golem, la macchina perfetta, il Nexus-6, si trasforma lentamente ma completamente. Con la morte del padre egli compie un passo importante, un passo che gli è necessario per diventare quanto nella sua breve vita ha sempre desiderato: uomo. I cambiamenti sono immediati ed evidenti: prova cordoglio per la morte di quella che è, a tutti gli effetti, una sorella. Poi salva una vita. La macchina ha sviluppato un Super-io, una vera e propria coscienza morale. L’empatia con il suo corollario, la pietà per l’altro, sembrano in lui non installati da nessuno ma finalmente propri, perché creati ex novo a seguito delle circostanze e dalla sua storia personale, cioè dalle azioni compiute nella sua, sia pur breve, vita. Un fatto è certo: così come è successo milioni di volte nella nostra civiltà, un nuovo difensore dell’ordine, rappresentato da questi homines novi, ai confini del nostro Universo traccerà i nuovi limiti, le nuove frontiere, e si preoccuperà di difenderli. E anche in questa progressiva trasformazione i valori umani sembrano prevalere. Pur vittime di un mostro che abbiamo creato (l’esasperazione tecnologica) riusciamo a salvaguardare quanto di autenticamente umano l’uomo continua, nonostante tutto, a possedere. L’androide, in questa chiave, è l’uomo nuovo, colui che ricreerà un ordine abbondantemente in crisi, e lo farà fondandosi sui nuovi valori e sulla sua straordinaria potenza. Da questo punto di vista su di esso vengono proiettate quelle parti di noi – ora in crisi – che riteniamo essenziale salvaguardare e proteggere. Questa è la morale che questo film, al di là delle manifeste intenzioni degli autori, in qualche modo ci trasmette. | ||
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LETTURE
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Cavicchia Scalamonti, A., (a cura di), La lotofagia, Ipermedium, S. M. Capua Vetere, 1997. Desser, D., “Blade Runner” – A Diagnostic Critique, Jump Cut, N° 29, Usa, 1984. | Dick, P. K., Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, Fanucci, Roma, 2000. Freud, S., Totem e Tabù, in Id., Opere complete, vol. 7. Boringhieri, Torino, 1976. | Mathière, C., voce «Golem» in Dictionnaire des Mythes Litteraires, Ed. du Rocher, Francia,1988. Menarini, R., Ridley Scott, Blade Runner, Lindau, Torino, 2007. |
Wegener, P., Der Golem, wie er in die Welt kam, Germania, 1920. Wilson, E. G., Secret cinema. Gnostic Vision in Film, Continuum International Publishing Group, New York/London, Usa/Uk, 2006. |
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