BLADE
RUNNER, O
L’EDIPO REPLICATO* di Antonio Cavicchia Scalamonti | ||
courtesy of the Philip K. Dick Trust | ||
L’ anno
è il 2019, in una Los Angeles cupa, angosciosa, spazzata da
una pioggia incessante, spaventosamente inquinata da piogge acide, in
un’atmosfera di decadenza industriale, sovraffollata da una
popolazione
variegata che parla lingue diverse e mangia cibi eterogenei. Un insieme di etnie senza niente in comune che vivono gomito a gomito in una città senza alcuna traccia di verde e con un’architettura bastarda in cui costruzioni avveniristiche si mischiano a fatiscenti baracche in una confusione il cui modello urbanistico è forse Hong Kong. Una megalopoli o una Babilonia… Alcuni “replicanti” guardano con occhio non umano l’infernale panorama caratterizzato da gigantesche ciminiere che eruttano gas velenosi nell’atmosfera. Sono robot molto sofisticati prodotti nei primi anni del XXI secolo dalla Tyrell Corporation, un’azienda che ha perfezionato l’evoluzione robotica, dando vita ad esseri virtualmente identici agli umani, i “Nexus-6”. Questi androidi non sono imitazioni ma riproduzioni “autentiche”, letteralmente indistinguibili dagli esseri umani. Essi, di molto superiori in forza e agilità agli uomini, ma uguali in intelligenza agli ingegneri che li hanno creati, vengono usati nelle colonie Extra-Mondo nella pericolosa esplorazione e colonizzazione degli altri pianeti. Sono anche dotati di quei sentimenti che si riteneva fossero necessari per i loro compiti, ma chi li ha creati, temendo da parte loro una minaccia all’ordine costituito, ha inserito nei loro meccanismi una specie di valvola di sicurezza che li avrebbe “terminati” in un breve lasso di tempo: quattro anni. Il tempo massimo di durata della loro esistenza. Dopo un sanguinoso ammutinamento da parte di un commando Nexus-6 (i più recenti e i più perfezionati) in una colonia Extra-Mondo, i replicanti erano stati dichiarati illegali e banditi dalla Terra, sotto pena di morte. Una speciale squadra di polizia, l’unità Blade Runner, (da cui il titolo del film girato da Ridley Scott nel 1982) ha l’ordine di uccidere ogni replicante che tenti di violare lo spazio proibito. Questa operazione però non è chiamata esecuzione. È chiamata “Ritiro”. | ||
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*Questo testo è una
rielaborazione di “Blade Runner ovvero Gli incubi della
tecnocrazia”, in A. Cavicchia Scalamonti, Le proiezioni della memoria,Ipermedium, S. M. Capua Vetere, 2008. |