SIMULAZIONE ED EMOZIONE: LO STRANO CASO DEI CIMITERI NEL WEB di Fiorenza Gamba |
Lo spazio
anomico di un cimitero virtuale interrompe innanzitutto la
rigidità del calendario rituale, non tanto per ragioni di
principio,
quanto per motivi strutturali. Infine, altro elemento importante da osservare è la capacità da parte degli utenti di trasformare i cimiteri virtuali in vere e proprie pagine personali con procedure, regole e codici comunicativi propri. In modo tale che il rito, la memoria, non sono più pratiche generalizzate e rigidamente codificate ma, al contrario, costruite e trasformate a partire dalle necessità e dal sentire dei congiunti con il concorso attivo della comunità affettiva che condivide e comunica al proprio interno l’esperienza della morte, le emozioni e il dolore che essa suscita. In questo modo si definisce lo spazio della simulazione dei cimiteri virtuali: un’apertura che toglie la ritualità dalla segregazione, dalla meccanicità e dalla rimozione della morte, per consentirne un’appropriazione emotiva che la familiarizza, la rende partecipe del quotidiano. Quindi, lo spazio anomico, che sul Web è dedicato alla morte e più in particolare ai cimiteri virtuali, produce una ritualità che allontana la morte dalla sfera del tabù attraverso una trasformazione continua dei riti funebri in senso lato, i quali si manifestano come informazioni, scambio di messaggi, immagini, comunicazioni, condivisioni emotive del lutto: tutte forme plasmate dal doppio canale della personalizzazione e della condivisione. Vale a dire che lo spazio della simulazione dei cimiteri virtuali e dei siti dedicati alla morte non propone un rituale nuovo nelle sue forme, ma uguale per tutti una volta per tutte e orientato esclusivamente alla trascendenza. Tale spazio, invece, apre uno spazio da fare in cui prende forma un rituale on demand da scegliere ed adeguare volta per volta alle esigenze, alle condizioni, alle sensibilità in continua trasformazione, in cui si trova immerso l’uomo postmoderno orientato all’immanenza. Questi principi, queste esigenze, questi desideri relativi all’esigenza di personalizzare attraverso i rituali un momento emotivamente fondamentale come la morte sono racchiusi in una sorta di manifesto che si può leggere idealmente nelle pagine del primo cimitero virtuale realizzato sul Web, il 28 aprile 1995, dal canadese Michael Kibbee, il World Wide Cemetery6. Quando l’ingegnere Michael Kibbee decide di costruire un cimitero virtuale è convinto di realizzare uno strumento capace di sostenere il lutto, di comunicare e scambiare dolore e conforto con il maggior numero di persone possibile. |
||
[1] [2] [3] [4] [5] (6) [7] | ||