Condizione primaria
di questa apertura che si realizza nel Web è la costituzione
di uno spazio di prossimità,
cioè uno spazio capace di unire le persone in
virtù di nodi emozionali
comuni4. In altri termini, uno spazio che avvicina e affronta la morte
come un fenomeno complesso. Infatti, grazie a collegamenti ipertestuali
è possibile accedere ad approcci differenti del tema morte
con livelli
di approfondimento multipli. Si possono trovare, in spazi tra loro
contigui e comunicanti, settori esperti che nella cosiddetta
realtà
sono nettamente separati, spesso in modo insormontabile. Si incrociano
così, nello stesso sito, prospettive diverse: la morte vista
dalla
letteratura, dalla pittura, dalle tradizioni popolari o attraverso le
iscrizioni e i monumenti funebri, dalla scienza, dalla sociologia,
l’antropologia, la filosofia, la religione, ecc.;
così come i dibattiti
sull’eutanasia, sulla pena di morte, i focus group,
le mailing list e le chats per
il sostegno al lutto, ma anche gli indirizzi giusti per organizzare i
funerali5. In questo caso la modalità
globale di accesso e di fruizione che il
Web supporta definisce la morte come discorso completo, impossibile da
separare tanto dalla vita sociale quanto da quella privata,
poiché nel
Web la morte, con il suo significato e i suoi rituali, non è
più
rinchiusa – in una segregazione invisibile – in
maniera settoriale in
uno spazio familiare e/o religioso, scientifico, letterario, medico,
oppure specialistico. Inoltre, proprio per la permeabilità
degli spazi
che si realizza nel Web, la morte non interessa più soltanto
le
persone che ne sono toccate in un momento
particolare della
vita, ma appartiene anche alla comunità, che vi partecipa
virtualmente
nella sua totalità, secondo relazioni di
prossimità, di vicinanza, di
inclusione temporanea, ma anche di esperienza intensa e
complessa. A questo riguardo è bene osservare che
nel Web, attraverso la
simulazione, si apre uno spazio per la morte che non si limita al
discorso, al contrario raggiunge anche l’azione, grazie
all’interattività, modalità strutturale
che invita ad agire,
comunicare, costruire relazioni aventi per oggetto qualsiasi argomento,
anche la morte. Un chiaro esempio è dato dalla
capacità di attivare
attraverso il Web azioni di sostegno al lutto e di aiuto in favore dei
congiunti di deceduti. Azioni che si tessono nel Web attraverso una
rete di contatti e di connessioni attivate secondo le abituali
modalità
di accesso e che sono capaci di stabilire legami altrettanto forti di
quelli che si attivano nella realtà, al punto che, in alcuni
casi, tali
legami si estendono anche alla realtà. È
decisamente singolare vedere
che un contesto originariamente ludico, superficiale, come quello della
simulazione giocata attraverso lo schermo, sia essa riferita alla
semplice navigazione, all’uso di strumenti standard (forum,
blog, ect),
o alla ricerca di prodotti specifici (siti specializzati, cimiteri
virtuali), sia in grado non solo di catalizzare le emozioni –
il dolore
della perdita - ma soprattutto di produrre esperienze che, in questo
caso specifico, recuperano il valore del rituale elaborando le emozioni
– una vera e propria elaborazione del lutto. In un campo
così spinoso
come quello della morte la simulazione dimostra come il suo uso possa
essere non solo legittimo, ma anche umanamente significativo.
Spingiamoci oltre. Entriamo in quella forma di simulazione
emotivamente significativa maggiormente capace di attirare le nostre
resistenze perché riproduce, almeno nel nostro immaginario,
un luogo al
quale cerchiamo di applicare, generalmente con successo, una rimozione
totale: il cimitero. I cimiteri virtuali sono forse al momento
l’espressione più compiuta
della trasformazione dei rituali funebri e della memoria dei
defunti
attraverso uno spazio anomico. Infatti, si tratta di uno spazio, un sito,
in cui è possibile commemorare i defunti seguendo rituali
più liberi e
interattivi rispetto a quelli reali. Ci sono alcune analogie con la
realtà: si possono infatti deporre fiori, accendere candele,
lasciare
dediche, naturalmente digitali. Ma ci sono anche molte differenze: si
possono condividere informazioni sui defunti, tramite foto, video,
filmati, ma, soprattutto, si possono condividere emozioni e stati
d’animo con altre persone, amici, familiari, congiunti;
inoltre, i
cimiteri virtuali accolgono i propri ospiti senza limiti di tipo
spazio-temporale, in modo quasi sempre gratuito e senza richiedere
abilità informatiche particolari. Che si tratti di cimiteri
virtuali videogioco,
che riproducono formalmente i cimiteri reali e sono dotati di
animazioni grafiche definite dal movimento e dal contrasto cromatico;
che si tratti, invece, di cimiteri virtuali
ipertesto,
che sostituiscono ai riferimenti iconici della realtà gli
strumenti di
navigazione, i quali permettono di dialogare con la comunità
elettiva
di riferimento; oppure che si tratti di cimiteri virtuali
pagina personale,
vere e proprie forme espressive realizzate da un soggetto portatore di
valori ed emozioni che ricerca una ritualità personalizzata
da
condividere con altri; ognuna di queste forme di simulazione impegna,
sia pur a livelli diversi, l’esperienza della morte e la sua
elaborazione, mostrando caratteristiche ben precise. |