Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline
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[DENVER]
di Stefano Pastor
Fortemente
presente in On The Road è il tema
dell’amore, vissuto dal protagonista con sofferta
profondità, in totale antitesi con la falsa idea del romanzo
come una sorta di inno al libertinaggio. Come appare anche dagli
scritti più maturi, la ricerca dell’amore assume,
per lo scrittore, i contorni di una impossibilità definitiva
a comprendere e compenetrare totalmente l’altro, una sorta di
eterna distanza che determina il fallimento dell’idea di un
amore assoluto in partenza. Questa disillusione è spesso
cantata da Kerouak con doloroso lirismo di cui si trovano tracce in
quest’opera. “Stavamo sdraiati sulla schiena
guardando il soffitto e chiedendoci che cosa avesse combinato Dio
quando ha fatto la vita così triste.” Oppure:
“Mi baciò senza emozione nella vigna e si
allontanò lungo il filare. Ci voltammo dopo dodici passi,
perché l’amore è un duello, e ci
guardammo per l’ultima volta.” L’addio.
Inevitabile conseguenza dell’impossibilità di una
coincidenza perfetta tra esseri umani. E l’addio che fa
rabbrividire di un senso ben più definitivo. “Che
cos’è quella sensazione quando ci si allontana
dalle persone e loro restano indietro sulla pianura finché
le si vede appena come macchioline che si disperdono?... È
il mondo troppo vasto che ci sovrasta, ed è
l’addio.”
“Mankind
is alive, but Mankind must die”.
So
good-bye to the house with its wallpaper red,
Good-bye
to the sheets on the warm double bed,
Good-bye
to the beautiful birds on the wall,
It’s
good-bye, dear heart, good-bye to you all.
Wystan Hugh Auden, Another Time ***
*** “L’Umanità
è viva, ma L’Umanità deve
morire”
Perciò addio alla casa con la tappezzeria
rossa,
addio alle tiepide lenzuola del letto matrimoniale
addio agli splendidi uccelli sul muro,
addio, sì, mio cuore, addio a tutti voi.
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