Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


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  [DENVER]
di
Stefano Pastor


Denver, per un newyorkese come Sal assume anche un forte significato simbolico. Posta sull’immenso altopiano dell’Ovest prima delle Rock Mountains, ultima imponente barriera per la West Coast, incarna l’idea stessa della continentale lontananza geografica e storica del grande West. E l’idea stessa del West, vitale e immenso, è associata a Dean/Neal e alla sua smodata voglia di vita, come si evince dalle parole appassionate di Sal/Jack: “Era occidentale, il vento d’occidente, un’ode delle praterie, qualcosa di nuovo, da lungo tempo profetizzato, da lungo tempo atteso.” Impressionante distesa di praterie secche, senza coltivazioni, territorio incontrastato dei cani delle praterie e, un tempo, degli indiani, “che osservano tutto con i loro occhi di pietra”, e che a Denver s’incontrano numerosi come anche i neri.

Coricata distesa adagiata nel vasto altopiano

Di piccoli antri di quotidiano vivere

Case esili respirano la costa occidentale

Al di là dei picchi di roccia

Echi cruenti di occhi di nativi resistenti

Sangue di pelle di deportazioni antiche

Qui la gente parla d’Africa

Questa è l’America **

Il viaggio in On The Road, nella condizione precaria in cui viene affrontato, è metafora di una ricerca spirituale ed esistenziale, e infine anche artistica per l’autore, che, come tale, non è comoda, non svaga, ma snerva e logora senza mai offrire certezze. “Ero stanco e mi sentivo stranito e sperduto in un posto remoto, disgustoso. L’ondata di terrore ebbe il sopravvento sui miei pensieri.” E ancora: “Mi toccò dormire nella stazione ferroviaria su una panchina; all’alba gli impiegati ferroviari mi buttarono fuori (...) Uscii incespicando e sfinito dalla stazione; non avevo più alcun contollo. Tutto quel che potevo vedere del mattino era un biancore simile a quello di una tomba. Stavo morendo di fame.”Ma la ricerca estrema, quella in cui si mette in gioco persino la propria incolumità, è l’unico mezzo per mettersi totalmente in ascolto e compenetrare tutta la dolorosa poesia, semplice e alta a un tempo, che il mondo può riservare, nonostante tutto: “un sax tenore suonava dei bellissimi blues in quella casa cantoniera della Pennsylvania; io ascoltai e piansi”.


** Versi di Stefano Pastor.



 
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