Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline
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[DENVER]
di Stefano Pastor
Di piccoli antri di quotidiano vivere Case esili respirano la costa occidentale Al di là dei picchi di roccia Echi cruenti di occhi di nativi resistenti Sangue di pelle di deportazioni antiche Qui la gente parla d’Africa Questa è l’America ** Il viaggio in On The Road, nella condizione precaria in cui viene affrontato, è metafora di una ricerca spirituale ed esistenziale, e infine anche artistica per l’autore, che, come tale, non è comoda, non svaga, ma snerva e logora senza mai offrire certezze. “Ero stanco e mi sentivo stranito e sperduto in un posto remoto, disgustoso. L’ondata di terrore ebbe il sopravvento sui miei pensieri.” E ancora: “Mi toccò dormire nella stazione ferroviaria su una panchina; all’alba gli impiegati ferroviari mi buttarono fuori (...) Uscii incespicando e sfinito dalla stazione; non avevo più alcun contollo. Tutto quel che potevo vedere del mattino era un biancore simile a quello di una tomba. Stavo morendo di fame.”Ma la ricerca estrema, quella in cui si mette in gioco persino la propria incolumità, è l’unico mezzo per mettersi totalmente in ascolto e compenetrare tutta la dolorosa poesia, semplice e alta a un tempo, che il mondo può riservare, nonostante tutto: “un sax tenore suonava dei bellissimi blues in quella casa cantoniera della Pennsylvania; io ascoltai e piansi”. ** Versi di Stefano Pastor. |
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