Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline
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[ISTANBUL]
di Fiorenza Gamba
Contemplare i paesaggi della città vuol dire unire le proprie sensazioni alle immagini di Istanbul quando si passeggia per le strade o si gira con i battelli: vuol dire poter accordare il proprio stato d’animo ai panorami che la città offre. E tale operazione, se fatta con naturalezza e sincerità, conduce a unire, nella propria memoria, le immagini della città ai sentimenti più profondi e sinceri, al dolore, alla tristezza e di tanto in tanto alla felicità, alla gioia di vivere e all’ottimismo. Se impariamo a guardare una città in questo modo, e se ci viviamo così a lungo da trovare l’occasione di unire in un legame stabile i panorami ai nostri sentimenti più veri e profondi, dopo un po’ – proprio come succede con alcune canzoni che ci riportano alla memoria determinati ricordi, amanti, delusioni – le strade, le immagini, i paesaggi della nostra città si trasformano, uno dopo l’altro, in realtà ci fanno ricordare alcuni nostri sentimenti e stati d’animo. (pp. 338-340). Noi non possiamo far altro, affascinati dalla lettura e da Istanbul, che immergerci, seguendo l’autore, nella magia della città. |
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— Benjamin W.,
— Berque A.,
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— Kracauer S.,
— Halbwachs M.,
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— Halbwachs M.,
— Pamuk O.,
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— Sansot P.,
— Sloterdijk P. (2003),
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