VIAGGIO PSICHEDELICO ALL’ALBA DELL’ERA NEOTERICA
di Adolfo Fattori |
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Poiché nella terra degli orbi il monocolo è re, le Scritture di queste sette possono ben essere romanzi di quart'ordine… questo è appunto il caso de La profezia di Celestino, grande successo editoriale di James Redfield… La sintesi che ne fa Odifreddi è sufficiente a mostrare quanto questo testo – come tanti dello stesso genere – sia il risultato di un tentativo di sintesi fra varie tradizioni, tutte recuperate al servizio della definizione di un nuovo stile di vita, ma che però non sempre rifulgono di precisione e coerenza. Infatti, continua lo studioso: È un (pessimo) segno dei tempi che un'opera di tal fatta possa aver venduto più di un milione di copie nell'originale, e centinaia di migliaia nella traduzione italiana, la cui superba qualità è fra l'altro testimoniata già nel titolo stesso: l'aggettivo inglese celestine (`celestiale´) vi diventa infatti un nome proprio (`Celestino´), che rimarrà per tutto il libro in inesausta ma inesaudita ricerca di personaggio47.E questo ci fa venire il dubbio che la sciatteria del traduttore – e dell’editore che lo ha assunto – insieme alla faciloneria dell’autore, mirino semplicemente alla circonvenzione di un pubblico di bocca molto buona, alla ricerca di semplici conferme delle sue speranze di palingenesi. Come succedeva negli anni Cinquanta per almeno una parte dei cacciatori di dischi volanti e periodicamente per i testimoni di apparizioni divine. Soylent Green La meta finale di tutta questa dinamica sembra essere la ricerca di una mitica dimensione originaria, naturale, liberata da tutte le sovrastrutture e incrostazioni prodotte dalla modernizzazione. Al servizio di questa mission si può arruolare di tutto, basta che si opponga al moderno, al razionale, al secolarizzato, in una mescola che confonde tradizioni, culture, epoche, realizzando un unico pastone, un’unica sostanza indifferenziata, un codice universale, dando involontariamente – e forse contro voglia – ragione a Jean Baudrillard quando ragionava sulla simulazione e sul distacco fra significanti e significati48. Un po’ come avviene, al contrario, con la soia, vera e propria sostanza base, una sorta di plastica biologica passibile di essere tradotta in tutti i possibili alimenti. Una manna che ricorda quella di cui si nutrono i personaggi di Matrix49, che giustamente si chiedono di cosa si tratta e che rapporto c’è fra questa, il cibo che simula e il sapore che “credono” di sentire… Quella stessa che in un altro film di fantascienza, 2022 I sopravvissuti50, viene fatto credere alle masse di un futuro affamato serva per nutrirle. Ma la verità, si scoprirà, è ben più inquietante… Comunque, intorno alla naturalità, a vari livelli di coerenza, i modelli di comportamento – e di consumo – che guardano ad una dimensione più “ecologica” del proprio “essere-nel-mondo” si sono conquistati, scavando in profondità nell’immaginario e nelle rappresentazioni sociali, una posizione stabile nel panorama della vita quotidiana. |
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46.
Piergiorgio Odifreddi, Antropitechi e
teopitechi,
“La Rivista dei Libri”, Milano, marzo 1996. 47. Ibidem. |
48.
J. Baudrillard,
Lo scambio simbolico e la morte, Feltrinelli, Milano, 1976. |
49.
Andy Wachowski
Larry Wachowski, Matrix, USA/Australia, 1999. |
50.
Richard Fleisher,
2022 I sopravvissuti, USA, 1973. |
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