UN APOLIDE DELLA CONSAPEVOLEZZA di Adolfo fattori |
E, al di là della capacità predittiva di Ballard nel
cogliere aspetti della realtà che poi riveleranno la loro
vera cifra, qui – in controluce – possiamo
intravvedere un altro dei temi che acquisteranno rilievo nei romanzi
della maturità: il diffondersi e l’espandersi di
non-luoghi semi/residenziali, da quelli riservati ad anziani facoltosi
– come in Cocaine Nights (1996)
– ai supervigilati quartieri per élites
– Super-Cannes (2000) – ai
centri commerciali di un futuro molto vicino al nostro presente,
descritto in Regno a venire (2006). Tutti questi
ambienti, che rapidamente si trasformano in universi autoreferenziali e
concentrazionari, diventano il teatro in cui si scatenano le pulsioni
più selvagge e primitive, espressione pura del binomio
classico eros/thanatos. Il romanzo
d’inizio di questa linea di riflessione è,
sicuramente Condominium (1975), in cui lo
scrittore descrive la rapida e irrimediabile trasformazione di un
condominio di lusso, una delle tante unità di un nuovo
quartiere sorto nei sobborghi di Londra per le classi più
abbienti, in un territorio di guerra, un suk verticale degradato e
inselvatichito, scenario di violenze, furti, stupri e
quant’altro. Le previsioni di La mostra delle
atrocità e del successivo Crash cominciano
ad assumere un respiro più profondo e contemporaneamente
sottile, a partire dalle anticipazioni già offerte:
“Non c’è bisogno di dire che io sono
convinto che occorrano più sesso e violenza, in televisione.
Entrambi sono dei potenti catalizzatori di cambiamento, in aree dove il
cambiamento è più urgente e
indispensabile” (1991, pag. 161). E ribadisce il concetto
diversi anni dopo, in una recensione su Indipendent on Sunday:
“Ma oggi il cinema sta diventando un medium privato. Lo
guardiamo sul video, da soli o con due amici, e l’immaginario
richiede ormai una libertà sessuale sempre maggiore; va da
sé che io penso che in televisione ci debbano essere
più sesso e più violenza, non meno.”
(1999, pagg. 15-16). | ||
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