Lo
spunto di partenza dei quattro romanzi è sempre una
catastrofe ambientale, ognuna legata ad uno degli elementi naturali
aristotelici (aria, acqua, fuoco, terra) il cui scatenamento produce
un’irreversibile trasformazione dell’ambiente
– naturale e sociale – con effetti determinanti
sulle identità e le relazioni sociali. Allo scrittore,
coerente con la sua attenzione per gli spazi interiori, interessano le
conseguenze sulle scelte, sui destini individuali delle trasformazioni
ecologiche e sociali, non tanto gli scenari post catastrofici in
sé. Le identità, insomma, delle persone che si
muovono sui set che allestisce. Perché anche questa
è, da subito, una delle caratteristiche della sua prosa: una
dimensione non solo ampiamente visionaria, ma profondamente
cinematografica, anche nella scansione delle scene e delle sequenze dei
suoi romanzi. In realtà, lo scrittore
tornerà sul tema delle catastrofi ecologiche –
provocate dall’incontinenza e dalla imprevidenza umana
– e sulle loro conseguenze. Nel 1981 scriverà Ultime
notizie dall’America (1981), una parabola
apocalittica in cui immagina che il Nord America si sia trasformato in
un deserto, abbandonato dagli abitanti, i pronipoti degli emigrati
dall’Europa secoli prima, un cui gruppo vi torna per una
spedizione scientifica, cercandovi il senso delle proprie doppie
radici, e imbattendosi in coloro che sono rimasti lì, ormai
ridotti a bande di disperati, o, come a Las Vegas, l’erede
dei criminali del passato (il nostro presente). In una delle sequenze
più belle e cinematografiche del romanzo
“vediamo” una banda di robot con le fattezze dei
presidenti americani – da Nixon a Reagan, sempre lui
– scatenarsi in una sarabanda incontrollata a base di
mitragliate e inseguimenti. Ma già Hello America è
un ritorno a temi fantascientifici per così dire
“classici”, perché in precedenza erano
uscite due delle sue opere più memorabili – e che
avrebbero anticipato tutta la sua produzione successiva più
radicale: i romanzi La mostra delle atrocità (1969)
e Crash (1973). Il primo è, in pratica,
una raccolta di testi brevi collegati fra loro da rapporti nascosti,
labili, eventuali, tanto che Ballard vi inserisce anche Perché
voglio fottermi Ronald Reagan, pubblicato l’anno
prima autonomamente, e uno dei suoi racconti più famosi, del
1966, L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy visto
come una gara automobilistica in discesa (Ballard, 2004). La
struttura del romanzo già anticipa la vena saggistica dello
scrittore: alla fine di ogni capitolo, come se si trattasse di una
raccolta di saggi critici, sono aggiunte delle note di commento, spesso
vertiginose e illuminanti: “La curiosa atmosfera delle
località balneari del Mediterraneo non ha trovato ancora i
suoi cantori. Le potremmo considerare come un’unica
città lineare, lunga circa 5.000 chilometri da Gibilterra
alla spiaggia di Glyfada a nord di Atene e larga poco meno di 300
metri… un’interminabile sfilata di alberghi
passeggiate a mare e appartamenti, infestati da criminali che fanno la
spola con l’Africa carichi di hashish, rubano
antichità o cercano di sfuggire a Scotland Yard”
(1991, pag. 132). Frasi che si riveleranno addirittura
ottimistiche, in confronto al disastro ambientale e alla crescita della
criminalità comune e istituzionale che si
verificherà nei decenni successivi…
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