Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


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  [TRIESTE]
di
Daniela Fabro


La lucida requisitoria contro la retorica della guerra di Emilio Lussu in Un anno sull’Altipiano andrebbe applicata anche al nazionalismo triestino del secondo dopoguerra, quando la divisione del territorio in zona A, controllata dagli Alleati, e B, dai partigiani jugoslavi, cancellò la capacità di giudizio critico ed equanime delle coscienze. Le quali si divisero tra la teoria del ricongiungimento alla Patria, alimentata dal Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, e la propensione al dialogo con le minoranze etniche slave, slovene e croate confinanti.
E quando la Jugoslavia non esiste ormai da più di vent’ anni, i Balcani sono stati lacerati da odiose lotte intestine ed epurazioni etniche, la Slovenia è entrata in Europa e la Croazia sta per farlo, la Trieste di oggi impallidisce al confronto con la città colta, sensibile, romantica e multiculturale di inizio secolo scorso.
Dove vissero e operarono autori come Saba e Svevo, James Joyce e il poeta tedesco Rainer Maria Rilke, raffinati interpreti della finis Austriae per mezzo della creazione di una letteratura critica sia nei confronti della narrativa realistica ottocentesca sia nei confronti del positivismo scientifico.  
Resiste solo l’Istituto nazionale di astrofisica e Osservatorio di astronomia dell’Università triestina, uno dei migliori al mondo, fondato dal nobel Carlo Rubbia e mandato avanti da Margherita Hack con la sua grande fiducia nella capacità della scienza di fare comprendere meglio le condizioni di vita dell’uomo, ovvero uno degli ultimi baluardi della ragione in un mondo che sembra dominato dalle scelte emotive ed irrazionali.
Ma è chiaro come Trieste, con gli anni sempre meno popolosa e attiva commercialmente e industrialmente, seppur con delle punte avanzatissime e uniche, altra sua contraddizione, quali una recentissima azienda di clonazione del Dna dei dinosauri, sia rimasta sostanzialmente immutata nel tempo. Se non per delle ottime opere di ristrutturazione della Città Vecchia, la parte del centro storico dietro il porto, il primo nella Penisola per il commercio di caffè, e di piazza dell’Unità d’Italia, universalmente riconosciuta come una delle piazze più belle del mondo, da vedere soprattutto di notte, quando si accende di una suggestiva illuminazione azzurra. Altre impareggiabili “bellezze di cielo e di contrada” sono la strada panoramica che dal Castello di Duino – dove tra l’altro sorge un’università internazionale per studenti provenienti da ogni parte del mondo - porta direttamente in città, la baia di Grignano, la passeggiata di Barcola, il parco protetto di Miramare e quello di Villa Revoltella.


 
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