Niente di più semplice. Si direbbe un
meccanismo quasi hegeliano per la linearità degli elementi e
dei gesti che lo caratterizzano. Acqua, polvere, poi bevanda.
Facilissimo. Dopo ci si veste, naturalmente, il
caffè è per dare il benvenuto alla giornata e si
esce di casa. Chi per il lavoro, chi per lo studio, chi per i fatti
suoi, non è questo il luogo per discuterne, ovviamente.
Ancora susseguirsi di gesti quotidiani, di elementi quasi
impercettibilmente uguali a se stessi giorno dopo giorno. Ci
si deve recare da qualche parte, e ci si muove con automezzi, chi
sceglie l’auto, chi l’autobus, chi la
metropolitana. Ci si soffermi su questi ultimi. Ancora mezzi
addormentati, il gomito appoggiato sul corrimano della scala mobile,
dopo tre, quattro fermate di vagoni affollatissimi a salire verso la
superficie. Più si sale, più il gomito va avanti
da solo, i piedi restano piantati sullo stesso scalino, ma il braccio
avanza e trascina l’aria sonnacchiosa del volto appoggiato
sul pugno fin quando ci si accorge che il corrimano non ha la stessa
velocità delle scale, o che forse non deve percorrere lo
stesso tragitto, o magari entrambe le cose. Ecco che se per la
macchinetta del caffè Hegel aveva fatto mostra della sua
brutalizzazione, per la scala mobile serve un’altra storia.
Si provi con Achille, la tartaruga e Zenone di Elea. Questa storia
è più che risaputa: Achille e la tartaruga sono
impegnati in una corsa, Achille, che di cognome fa Piè
Veloce, dà alla tartaruga un vantaggio di qualche passo. I
contendenti partono. Achille non raggiungerà mai la
tartaruga, dice Zenone, in quanto, per farlo dovrà coprire
una certa distanza. Questa distanza è scomponibile
all’infinito, dunque Achille dovrà percorrere
prima la metà di questa distanza, poi la metà
della metà, poi ancora la metà della
metà della metà, e così
all’infinito, senza mai raggiungere concretamente la
tartaruga sua rivale. Molto simile a questa storia
è quella del giavellotto nello stadio. Per lo stesso motivo
per cui Achille non raggiungerà mai la tartaruga, un
giavellotto scagliato da una parte all’altra di uno stadio
non arriverà mai a destinazione.
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