UNA STORIA CYBORGUESCA: HE, SHE AND IT DI MARGE PIERCY di Antonella Russo |
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N
el 1985
Donna Haraway pubblica il Manifesto Cyborg, testo
fondamentale, diventato luogo di dibattito e fonte di ispirazione per
la teoria culturale femminista, in quanto nella tecnologia si leggono
potenzialità radicali di cambiamento per le
donne. L’originalità
del pensiero di Haraway sta soprattutto nel situare la creazione del
cyborg come critica alla ragione centrata sul soggetto, ovvero alla
tesi che l’uomo, quella creatura autonoma e universale, altro
non è che
una costruzione moderna, manifestazione del nostro sapere e potere. Per
Haraway, le tecnologie del corpo che producono il soggetto moderno
diventano sempre più deboli e vengono di volta in volta
sostituite da
tecnologie di un ordine completamente diverso. I limiti delle
configurazioni moderne di potere, quei limiti di demarcazione tra io e
altro, si stanno dissolvendo dando luogo a nuovi
“limiti” imprecisi e
fluidi, che rompono i dualismi tra io/altro, idealismo/materialismo,
mente/corpo, umano/animale. Nuovi limiti resi possibili dal dispiegarsi
graduale delle tecnologie cibernetiche nel campo della biologia e
medicina, nella logica della dominazione delle corporazioni
multinazionali, nei luoghi di lavoro, negli ambienti militari. Nuovi
limiti che sviluppano nuove configurazioni di potere e di sapere e che
creano nuovi “soggetti” postmoderni. Per
il mirrorshades group simbolo di
anticonformismo sono gli occhiali a specchio, dato che hanno la
capacità di nascondere gli occhi dell’individuo,
impedendo al mondo
delle regole condivise di contaminarlo, con la funzione di rigettare,
riflettendola, la realtà. Caratteristica dei romanzi
cyberpunk è la
descrizione dei futuri sviluppi dell’alta tecnologia nel
campo
dell’informazione e del capitalismo multinazionale, il
degrado
ambientale, il corpo modificato tecnologicamente, enclavi culturali
post-nazionali e, in particolare il cyberspace,
termine coniato da William Gibson nel romanzo cult Neuromancer
del 1984, che trova la sua origine nella parola greca kyber,
che vuol dire “navigare”. Nel suo romanzo Gibson
descrive uno spazio
digitale e navigabile, un mondo elettronico nel quale individui e
società interagiscono attraverso le informazioni. Nello
specifico si
tratta di un mondo nel quale multinazionali, corporazioni e pirati
informatici si scontrano per la conquista dei dati e delle
informazioni. | ||
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1. È
interessante riportare la riflessione di Antonio Caronia in merito al
film Videodrome di
Cronenberg del 1982 che presenta la figura di un “cyborg
assolutamente
inedito”, un corpo la cui integrazione con la tecnologia non
è l’esito
di un’operazione chirurgica o di una produzione ad alta
tecnologia,
bensì il risultato di un processo sociale, di una
particolare
configurazione del flusso comunicativo. “
|
…per la
prima volta è
direttamente la società, e in particolare
quell’apparato sociale
essenziale per la modernità che è il sistema dei
media, a secernere
l’ibrido spaventoso tra uomo e macchina: e lo produce
direttamente
dalla sua quotidianità, dal suo funzionamento abituale.
[…] Cronenberg
ci mostra un mondo che è inequivocabilmente il nostro,
|
con
una
televisione pervasiva, morbosa ma domestica, elemento costitutivo della
nostra vita quotidiana ma al tempo stesso catalizzatrice di pulsioni
così potenti da trasformare il mondo intorno a noi, da
cancellare ogni
confine stabile tra l’esterno oggettivo, dato al di fuori di
noi, e
l’interno del vissuto psichico, delle fantasie sessuali e
delle
pulsioni di morte” (Caronia 2001, pag. 79-80).
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