TRAIETTORIE PORNOGRAFICHE ATTRAVERSO IL CONFINE VIRTUALE/REALE di Gaia (Maqi) Giuliani |
In questo senso l’Eros espresso via virtuale non ha come contropartita un Tanathos del reale, tutt’altro. Il caso di One night stand di Emilie Jouvet (2006) è emblematico: definito come il primo mediometraggio pornografico lesbico la cui regista, fotografa della scena lesbica parigina, ha realizzato mediante la pratica dell’“ascolto” delle fantasie delle sue protagoniste (non professioniste), rappresenta la connessione virtuosa tra gli “spazi reali” della socialità lesbica e trans (FtoM) e gli spazi virtuali della proiezione cinematografica e della rete. Le protagoniste degli episodi di One Night Stand sono donne (biologiche) e uomini (non biologici) che hanno raccolto l’invito della regista, pubblicato in rete in numerosi siti, chat e forum dedicati al mondo lesbico di Parigi, a costruire insieme un porno mediante la traduzione in linguaggio cinematografico delle molteplici forme del desiderio lesbico, tradotte dalla Jouvet, e interpretate dalle stesse persone che avevano contribuito alla sceneggiatura del film. L’obiettivo politico di quella che è un’operazione commerciale (il film si vende attraverso il sito della regista, come un consueto prodotto pornografico) è stato quello di realizzare un prodotto auto-rappresentativo (politico) ma allo stesso tempo fruibile nei termini del prodotto commerciale porno, un prodotto che, se nella sua interezza è accessibile solo mediante il tradizionale acquisto (per quanto esclusivamente via web), è parzialmente liberamente accessibile on-line nella versione ridotta ad un solo episodio (Red fetish bathroom). Un altro esempio di rapporto virtuoso tra spazi del reale e dimensione virtuale (inteso come circolo che include la cinematografia indipendente) è rappresentato dai lavori del pornografo canadese Bruce LaBruce, i quali, e nello specifico la sua ultima produzione, Otto, vedono al lavoro la sinergia costruita dallo stesso LaBruce tra relazioni innescate via virtuale (mediante i suoi numerosi siti internet e blogs), network di amicizie e collaborazioni americane, canadesi e europee, e luoghi e spazi della socialità legata al fucking different (o più generalmente queer, in cui le pratiche e le identità sessuali al di là della tradizionale sessualità eteronormata si incontrano e si scambiano mettendo in pratica un crossover non solo di corpi ma soprattutto di immaginari critici e creativi). Otto è un film interamente girato a Berlino, i cui protagonisti e comparse (non professioniste/i) sono stati coinvolti attraverso la rete di relazioni creatasi sia all’interno del mondo della pornografia indipendente sia mediante la rete di attivisti/e e artisti/e che animano la scena queer berlinese. |
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1. In riferimento
al realcore si veda il lavoro di ricerca di Sergio Messina pubblicato su www.radiogladio.it |
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