[ conversazioni ]
Le culture del feticismo messe a nudo da Louise J. Kaplan di Adolfo Fattori |
Questo pubblico che si diverte guardando una donna che si lascia mutilare viso e corpo dai chirurghi, e questi chirurghi che si suppone debbano proteggere la salute del corpo umano, ma che invece collaborano a questi atti di mutilazione corporea, sono altre indicazioni del fallimento della strategia feticista. Stelarc ha un'altra metodologia di coinvolgimento della strategia feticista, una metodologia che si avvicina ad alcune delle mie discussioni nel capitolo “Silicio e carbonio: la robotizzazione degli umani, l’umanizzazione degli androidi” (pp. 145-160). Qui analizzo i vari processi di trasformazione dei corpi a base di carbonio degli esseri viventi in materiali in genere a base di silicio dei robot e di altri oggetti inanimati. In questo contesto parlo di “Kismet”, un robot che è stato progettato per rispondere agli esseri umani “come se” fosse un bambino umano. In seguito descrivo “Asimo” e i suoi diversi prototipi, che hanno capacità interattive. Ma il punto principale di questo capitolo non riguarda i robot che sono costruiti per comportarsi “come se” fossero umani. In ultima analisi, m’interessa di più l’uomo che vuole trasformare i corpi umani in meccanici esseri robotici. E qui tratto di persone come Natasha Vita More, membro fondatore dell’Entropy Institute. Vita More (di sicuro un nome di fantasia) propone la fusione del corpo umano con le macchine, incorporando in esso i componenti di metallo e silicio sviluppati con le tecnologie robotiche ed elettroniche (p.156). “Propongo di progettare il prototipo di un corpo che funziona come un essere umano ma che non sia biologico al 100%, bensì piuttosto una protesi che funziona come un corpo di riserva. Questo corpo (chiamato Primo) conterrebbe delle parti come il cervello e altri organi essenziali che non potrebbero essere sostituiti, mentre le altre parti sarebbero delle protesi, dei modelli sintetici che formerebbero un sistema che ci farebbe muovere, proprio come oggi lo fa il nostro corpo4.” Come ho commentato a proposito di Primo (157), dico che “Il principio necrofilo del feticismo è evocato dalla fantasia che gli esseri viventi e animati siano potenzialmente pericolosi e che quindi debbano esseri controllati…” (p.158) “Introdurre organismi a base di silicio come sostituti dell’esperienza umana è pericoloso, non solo per i singoli individui, ma anche per la specie. |
Stelarc molto spesso si comporta come se cercasse di trasformarsi in un Primo. Egli sostiene che noi, esseri umani, dovremmo essere in grado di contrastare la decomposizione naturale degli organi e installarne altri migliorati artificialmente. Egli argomenta così: “Il mio unico modo di vedere la cosa è che il corpo sia un prodotto di massa, ma al momento non possiede alcuna parte sostituibile. Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un approccio progettuale. Dovremmo iniziare a ri-progettare il corpo.” Alla conferenza sull’arte e la tecnologia al Blue Skies presentò i suoi vari progetti per svuotare il corpo e riempirlo con macchine di ultima generazione in preparazione a una vita nello spazio. Nelle sue varie performance, in cui si assiste a deprivazione sensoriale, al cablaggio del suo corpo per trarne un suono, alle riprese video dei suoi organi interni e all’aggancio a una terza mano robotica, egli presenta una molteplicità di metodi per mescolare il naturale con l’artificiale. Al Blue Skies ha dichiarato, “La cosa importante non è tanto la libertà d’informazione, ma la libertà della forma, la libertà di mutare e modificare il nostro corpo.” Uno dei modi con cui Stelarc ha cercato di illustrare questa libertà è stato quello di farsi impiantare dei ganci in varie parti del corpo, in modo che potesse essere sospeso su diversi paesaggi e città. Le immagini del rituale del dolore e della resistenza che Stelarc si autoimpone nella sua cosiddetta esplorazione scientifica del corpo nello spazio, sembrano essere più affini agli scenari di mutilazione corporea di Orlan. |
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4. Qui Louise Kaplan riporta la citazione da Natasha Vita More che già aveva inserito in Falsi idoli (ndr) |
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