UN’INCHIESTA SULLA SPARIZIONE DELL’INCHIESTA di Carmine Treanni
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Qualche anno più tardi, nel 1938, La guerra dei mondi di Orson Welles, il radiodramma tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza di H.G. Wells, che l’allora giovane attore e regista portò alla radio, capovolse la questione: lo spettacolo divenne informazione. Come è noto un annunciatore anonimo interruppe le normali trasmissioni radiofoniche con la notizia che i marziani erano sbarcati nel New Jersey. A questa notizia seguirono di volta in volta altre comunicazioni, tra le quali un discorso drammatico del Ministro degli Interni. Milioni di ascoltatori credettero alla storia e ne derivò un panico generale: la gente fuggiva in tutte le direzioni, dalle città in campagna o dalla campagna in città. Mentre gli Stati Uniti erano in preda al panico Welles, ignaro, continuava la sua trasmissione e scoprì ciò che era accaduto soltanto l’indomani mattina. Se la foto di Capa è stata erroneamente interpretata, di certo non lo sono state altre forme di spettacolarizzazione dell’informazione, soprattutto di quella in tempo di guerra. Antonio Ricci riporta di un caso esemplare avvenuto durante la guerra nel Golfo:
In Italia, il caso più
eclatante – e probabilmente quello che ha dato il via alla
cosiddetta tv del dolore – è stato quello di
Vermicino. Un bambino di nome Alfredo Rampi, detto Alfredino,
è stato il protagonista di un tragico fatto di cronaca dei
primi anni ’80: cadde in un pozzo artesiano largo 30 cm e profondo 80
metri nelle campagne della località di Vermicino, nel
territorio del comune di Frascati. Il dramma fu seguito tramite una
diretta televisiva non stop lunga 18 ore a reti Rai unificate.
L’Italia intera rimase in ansia a seguire l’evolversi della
situazione: si stimò che più di 21 milioni di
persone avessero seguito alla televisione la straziante vicenda. Sul
luogo si portò anche l’allora Presidente della Repubblica
Sandro Pertini. Pochi, in quel momento, si resero conto di
ciò che stava accadendo: il dramma, l’evento
doloroso, si stava trasformando in spettacolo, in quella che poi
sarà chiamata televisione del dolore. Nasceva
così anche in Italia l’informazione spettacolo.
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