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UN’INCHIESTA SULLA SPARIZIONE DELL’INCHIESTA di Carmine Treanni
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![]() Qui siamo dalle parti di un fenomeno che ormai è entrato nel costume civile ed è stato accettato, senza riserve o particolari proteste, da tutti: pubblico e mondo del giornalismo. Stiamo parlando della spettacolarizzazione dell’informazione. Un fenomeno che Aldo Grasso spiega così:
Questa lucida analisi del critico televisivo del Corriere della Sera non può non essere condivisa e coincide anche con la scomparsa di un genere giornalistico che ha contribuito non poco a formare le coscienze di decine e decine di lettori-telespettatori: l’inchiesta. Ogni qualvolta balza agli onori della cronaca nera un evento delittuoso, scatta l’assedio dei media e una vera e propria narrazione dell’evento. Ma quali i motivi di questa spettacolarizzazione dell’informazione? E come è scomparsa (ma e poi davvero così?) l’inchiesta giornalistica? E vero, come sostengono in molti, che Striscia la Notizia è, paradossalmente, il miglior telegiornale in circolazione? E le inchieste de Le Iene sono davvero più graffianti di quelle sporadiche effettuate dai veri telegiornali e rotocalchi d’informazione? Proviamo a riflettere. ![]() A trarre in inganno probabilmente furono le didascalie delle due riviste che diffusero per prime la foto. Quella di Vu recitava: “... petto al vento, fucile alla mano, una pallottola fischia, un bellissimo fratricidio e il loro sangue viene bevuto dalla terra madre”. Quella di Life invece: “La macchina da presa di Capa coglie un soldato spagnolo nel momento stesso in cui viene abbattuto da una pallottola in testa davanti a Cordoba”. |
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