SPETTACOLARE RIVOLUZIONE di Antonio Camorrino
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Quando lo spettacolare era concentrato, la maggior parte della società periferica gli sfuggiva: quando era diffuso, gliene sfuggiva una piccola parte; oggi più nulla. Lo spettacolo si è mescolato ad ogni realtà, permeandola. Com’era prevedibile in teoria, l’esperienza pratica del compimento sfrenato della volontà della ragione mercantile mostra, rapidamente e senza eccezioni, che il diventar-mondo della falsificazione era anche un diventar-falsificazione del mondo. “Se si eccettua un’eredità ancora consistente, ma destinata a ridursi sempre di più, di libri ed edifici antichi che, del resto, sono sempre più spesso selezionati e messi in prospettiva secondo la convenienza dello spettacolo, non esiste più nulla, nella cultura e nel mondo, che non sia stato trasformato e inquinato secondo i mezzi e gli interessi dell’industria moderna”28. Ed ancora “Lo spettacolo si è mischiato ad ogni realtà irradiandola”29. In una società dove prevale l’immagine, dove l’apparenza diviene la base della realtà, l’immagine mediata dallo schermo può divenire, in fondo, più reale dell’oggetto o dell’essere che l’ha prodotta. Lo spettacolare integrato ha cinque caratteristiche principali: “il continuo rinnovamento tecnologico; la fusione economico-statale; il segreto generalizzato; il falso indiscutibile; un eterno presente”30. “Il continuo rinnovamento tecnologico sostanzia la pressoché illimitata possibilità di controllo dell’individuo attraverso la nascita costante di nuovi mezzi di produzione spettacolare; la fusione economico-statale rafforza l’economicismo come caposaldo dell’amministrazione statale; il segreto generalizzato come ratio che si giova delle dissimulazioni degli eventi importanti e della gestione autoritaria del ricordo dell’oblio; il falso indiscutibile come regime che ha reso impossibile la formulazione di una prassi politica autonoma e la probabilità che un’opinione pubblica realmente informata dei fatti possa assumere un ruolo preminente nella gestione del vivere sociale; un eterno presente tiranneggiante frutto del succedersi indifferenziato di informazioni e delle mode, che compromette ogni progresso sociale ed ogni salutare prospettiva storica”31. In questo modo tutti gli effetti dello spettacolo si amplificano in misura esponenziale. La società è completamente dominata dalle immagini falsificate che si sostituiscono alla realtà, facendo scomparire qualsiasi possibilità di attingere la verità al di là della falsificazione continua che la ricopre: “Quando l’immagine costruita e scelta da qualcun altro è diventata il rapporto principale dell’individuo col mondo, che egli prima guardava da sé da ogni luogo in cui poteva andare, evidentemente non si ignora che l’immagine reggerà tutto. […] Il flusso delle immagini travolge tutto, e analogamente è qualcun altro a dirigere a suo piacimento questa sintesi semplificata del mondo sensibile”32. Anche qui Debord centra un tema fondamentale: la sovraesposizione alle immagini, frutto di un flusso ininterrotto, incide profondamente non solo nel creare una sintesi falsa e semplificata del mondo sensibile, ma anche una sua interiorizzazione volta, probabilmente, ad un’importante influenza sulla costruzione sia dell’identità che della memoria collettiva. Ciò determina la scomparsa del concetto di storia, e quindi anche della democrazia: “Credevamo di sapere che la storia era apparsa in Grecia con la democrazia. Adesso possiamo verificare che la prima sta scomparendo dal mondo come la seconda”33. |
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32.
Guy Debord,
Commentari sulla società dello spettacolo, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2006, p. 206. |
33.
Guy Debord,
Commentari alla società dello spettacolo, cit., p. 206. |
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