SCRITTURE DI SOGNI: KEPLER’S TRAUM* di Paolo Rosa | ||
L'uomo contemporaneo crede a ciò che legge nei giornali, ma non a ciò che è scritto negli astri Ernst Junger Ogni giorno attraverso i
Meteosat, i rilevatori geostazionari, i
satelliti militari, buona parte cioè delle migliaia di
oggetti di
piccole e grandi dimensioni che ruotano intorno alla Terra, osserviamo,
controlliamo, analizziamo la superficie del nostro pianeta ed
esploriamo il vuoto dell'universo. C'è una vera e propria
popolazione
di mostriciattoli vedenti che vive sopra le nostre teste e trasmette
segnali. Quando questi dati arrivano sugli schermi e formano le
immagini digitalizzate della Terra, quasi pittorici "paesaggi", ci
sembra di poter dominare la forma e il senso delle cose. Questa
gigantesca e plurima telecamera sembra consentirci il controllo del
pianeta. Ma allo stesso tempo, questo nuovo e palpitante mappamondo ci
risveglia un'inquietudine legata alla nostra microscopica presenza,
alla finitezza della nostra unica casa, la Terra, e alla
artificializzazione che su di essa abbiamo operato. Questa visione
mobile e dai colori sintetici rappresenta adeguatamente I'avvenuto
dominio sui confini di un mondo materiale in cui, peraltro, dobbiamo
ancora imparare a vivere e convivere tra le mille differenze; ma questa
stessa immagine definisce anche un territorio immateriale che nel
contempo abbiamo generato, fatto di reti, di connessioni, di
artificialità che ancora dobbiamo conoscere ed
esperire. *
Testo parzialmente ripreso da Studio Azzurro: | ||
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