Lo spettacolo è diviso in sei
quadri:
Introduzione:
"Accadde
che una certa notte, [...]
dopo aver osservato le stelle e la Luna [...]" è un'apertura
orchestrale sull'osservazione delle stelle prima del sogno. Formule
magiche:
all'inizio del sogno appaiono su due schermi sincronizzati le immagini
di Castel del Monte, una costruzione ottagonale misteriosa e ricca di
implicazioni astronomiche e geometriche, che raccontano, commentate dai
due cantanti la parte più autobiografica del Somnium.
Attraverso alcune formule magiche, Fiolxhilde e Duracoto invocano il
demone. Verso la Luna:
il demone, apparso, illustra le immagini di Levhana (la Luna) e le
difficoltà del viaggio che dovranno affrontare per poterla
raggiungere.
Poi, con I'aiuto di un radar, accompagna Fiolxilde e Duracoto. Lo
sguardo:
il demone ci descrive le caratteristiche di Levhana senza tralasciare
riferimenti precisi all'osservazione della Terra, soprattutto
attraverso il contrasto tra le immagini della sua iconografia digitale
e quelle più naturali. II
satellite: il duetto "Girate e girate"; appaiono in diretta
le immagini della Terra viste dal satellite Meteosat. Il
ritorno:
mentre il demone continua a narrare lo strano mondo osservato e gli
strani esseri che lo abitano, si prepara il viaggio di ritorno. Intanto
il computer trasmette nuove immagini sempre più
irriconoscibili sino a
che "[...] il vento, levatosi con il rumore della pioggia, mi
interruppe il sonno [...] e tornando in me, mi ritrovai con il capo
avviluppato dal cuscino e il corpo dalle coperte".
Nella musica, nelle immagini, nel testo abbiamo cercato un
rapporto
di convivenza tra I'aspetto realistico e quello magico, in uno spirito
che del resto non era estraneo all'esperienza di Keplero. Il
più
formidabile investigatore del cielo di tutti i tempi era al pari un
astrologo molto quotato e per di più era cresciuto al fianco
di una
madre processata per stregoneria, che egli stesso difese. Come quasi
tutti gli scienziati delle origini anch'egli ha tenuto i piedi in due
staffe intrecciando il sapere più logico e apparentemente
realistico
con quello alchemico. Questo rapporto di
convivenza tra i due
aspetti, cosi combattuto da tutta la cultura positivista, ora ci pare
riemergere, certo non più nelle forme antiche, ma
intrecciato a quella
che dovrebbe essere la summa dell'evoluzione del pensiero razionale,
quel mondo tecnologico, cioè, che si espande dalle
dimensioni iperreali
dei video a quelle simulate dei computer, dalle lontananze degli
explorer alle visitazioni delle particelle subatomiche; tutto quel
mondo virtuale che non cogliamo più coi nostri sensi
fisici,come già ci
suggeriva la fisica "visionaria", ma che ormai pare evidente esistere.
C'è qualcosa di magico in questi strumenti, soprattutto
c'è qualcosa di
magico nel modo in cui ci rapportiamo ad essi. Ma al di sotto della
superficie di questa nuova cosmologia si evidenziano misteri
altrettanto inquietanti di quelli che si riscontrano negli universi
magici e mitici.
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