Nei suoi studi su genere e stratificazione sociale
lei sembra sostenere l’idea secondo cui quanto più
una donna riesce a rivendicare con successo la parità
sessuale nel mercato del lavoro, tanto più
otterrà una condizione di effettiva uguaglianza in famiglia.
La eguale partecipazione di uomini e donne al sistema produttivo
è l’unica variabile che incide sui rapporti di
potere interni alla coppia? Il suo modello del rituale può
essere utile per comprendere l’emergere di una coscienza
femminista? E che ruolo possono aver avuto le tecnologie, ad esempio
gli elettrodomestici che hanno affrancato la donna da parte del lavoro
domestico o la televisione che ha consentito la partecipazione della
donna a culture ed identità in genere esclusivamente
maschili? Sì, ci sono molteplici fattori
all’opera in questo caso. L’effetto più
importante del fatto che le donne trovano occupazioni ben retribuite
all’interno della forza lavoro è che, in confronto
alle condizioni del passato, molte donne oggi non dipendono
economicamente da un uomo – marito o padre – e
quindi sono libere dalle catene delle mura domestiche. Così
si sono liberate anche dei rituali domestici, che tendevano ad avere un
effetto ideologico sul modo di pensare delle donne – era
tradizionalmente questa la principale identità ritualistica
che legava le donne alle loro famiglie, al loro stato sociale
e alla loro religione. La mobilitazione di giovani donne per compiere i
propri rituali al di fuori della famiglia (spesso in ambienti
educativi, oppure nei contesti degli incontri del loro movimento
sociale) era al centro delle ondate di femminismo nel ventesimo secolo.
Per quanto riguarda la tecnologia, le attrezzature domestiche hanno
portato ad un risultato ambiguo, dal momento che grazie a queste
attrezzature aumentarono gli standard del lavoro femminile utili a
rendere socialmente rispettabili le condizioni della casa, e
ciò significò in molti casi un aumento dei lavori
domestici nella metà del secolo scorso –
soprattutto negli anni Cinquanta. Gli effetti di una nuova
tecnologia sono sempre subordinati alle interazioni sociali.
Noto che oggigiorno i giovani più emancipati –
almeno negli Usa – tendono a rifiutare l'idea di una casa
graziosa; c'è la tecnologia per rendere la casa pulita e in
ordine, ma l'ideale culturale va nella direzione opposta. È
una specie di antinomia culturale contro l'aspetto tradizionale della
casa.
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In Italia, come verosimilmente negli Usa,
è sempre molto attuale la polemica sull’aborto.
Nel suo libro Sociological Insight, da poco uscito
in Italia con il titolo L’intelligenza sociologica,
lei fornisce una interessante analisi del movimento antiabortista,
delle caratteristiche rituali e simboliche di questo gruppo, della sua
esigenza di riconquistare potere in quanto élite in
difficoltà, del suo antimodernismo, ecc. Ci può
fornire un’illustrazione sintetica delle sue profonde
intuizioni in merito? Il movimento antiabortista
sembra aver ormai abbandonato il suo picco massimo negli Usa. Ha avuto
un forte impatto simbolico perché ha rappresentato la difesa
della famiglia e della sua moralità tradizionale; dall'altro
lato c'è stata la "scelta", che è diventata lo
slogan del movimento femminile, il quale ha raggiunto il suo successo
mobilitando le donne contro il tradizionale ambiente domestico. La
scelta nell’ambito del comportamento sessuale non vuol dire
solo la possibilità di decidere di abortire, ma anche, nel
più ampio contesto simbolico e pratico, che la donna
può scegliere come gestire la propria vita
sessuale. Ciò implica che le donne possono fare
ciò che prima solo gli uomini potevano fare, cioè
avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio e a prescindere
dalla volontà di avere un figlio. Questa battaglia
è già stata ampiamente vinta negli Usa, e il
movimento antiabortista è una specie di retroguardia del
tradizionalismo. Oggigiorno il fronte della battaglia si è
spostato verso altre dispute simboliche, per esempio il matrimonio tra
gay. Da una prospettiva durkheimiana, come ho detto
prima, le controversie non finiscono qui. I conflitti rituali
di natura simbolica continueranno a vivere, probabilmente fino alla
fine dell'umanità.
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