Economia canaglia
di Loretta Napoleoni
Se non fosse per l’abitudine a fidarsi dei libri di storia e degli articoli di giornale e a credere nelle dichiarazioni di principio, lo scenario mondiale dei flussi di capitali, beni e esseri umani apparirebbe più facilmente per quel che è: il luogo dove homo homini lupus. Questa verità, a guardarsi bene intorno, riappare oggi in tutta la sua evidenza, grazie alle fratture e alle incrinature che ogni tanto “sporcano” l’immagine che il mercato tende a dare di sé, attraverso le operazioni di maquillage che periodicamente imbastisce. Perché, ciclicamente, la natura dell’economia capitalistica appare per quel che è: una creatura mutante nutrita dal devastante motore dell’accumulazione primitiva. Una forza barbara e senza freni, che va – sempre e senza scrupoli – dove sta il profitto. La Napoleoni, già autrice di Terrorismo S.p.A. (Marco Tropea, 2005), prende come punto di partenza del suo ragionamento un evento simbolo: la caduta del Muro di Berlino nel 1989. L’avvenimento, in tutto il pianeta, alimentò l’entusiasmo evidente dei pacifisti e dei difensori della libertà di tutte le specie. Ma scatenò anche le forze economiche più “oscure e anarchiche”, che cominciarono a darsi da fare per approfittare delle opportunità offerte dalla nuova situazione che si andava creando, e degli immensi territori “liberati” dal crollo del comunismo: perché – e su questo l’economista romana è chiarissima – la fine di un sistema politico produce comunque disordine e instabilità, e quindi spazio alle forze selvagge dell’illegalità e dell’economia senza regole. |
di Loretta Napoleoni
titolo
Economia canaglia.
Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale
editore il Saggiatore
pagine 310
prezzo € 17,00
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L’apertura dell’ex mondo comunista alla “democrazia” e al mercato ha determinato prima di tutto la saldatura fra le organizzazioni criminali occidentali e quelle orientali; la trasformazione delle vecchie nomenclature comuniste in oligarchie criminali, la crescita esponenziale dei traffici illeciti, la lievitazione delle guerre locali, la ripresa della pirateria. A questo aggiungiamo l’irruzione della Cina sullo scenario del mercato globale – e l’aumento del prezzo del petrolio, che almeno in parte ne è una conseguenza – le grandi migrazioni, la gestione delle risposte al terrorismo, e avremo il quadro delle dimensioni della destabilizzazione del vecchio equilibrio. Naturalmente non è questa la prima volta che l’anima canaglia dell’economia si svela: è successo ogni volta che c’è stato un cambiamento radicale nell’equilibrio socio-economico: la scoperta dell’America, poi la rivoluzione industriale, fino ai fenomeni che portarono alla crisi del 1929, per cui risultano particolarmente calzanti i riferimenti che Loretta Napoleoni fa all’epoca del Grande Gatsby e ai racconti di Thomas Mann. Né è stato questo evento da solo a liberare la violenza del mercato. Oggi la potenza dirompente del crollo del Muro ha avuto come sfondo la globalizzazione dell’economia, la definitiva affermazione del primato del capitale finanziario sulla politica. Il tutto reso possibile dall’informatizzazione dei sistemi di trasferimento dei fondi e dall’egemonia del “tempo reale”, oltre che dall’eliminazione delle frontiere. Paradossalmente, meccanismi e dispositivi che dovevano assicurare maggior controllo e trasparenza diventano i migliori veicoli e scudi per le operazioni più spregiudicate, e per le loro conseguenze: aumento della povertà, genocidi, schiavitù… Né le previsioni che la Napoleoni propone per il futuro sono più rosee: l’idea di sviluppo che ha alimentato i sogni delle classi medie occidentali dal Piano Marshall al crollo del Muro si sta trasformando in incubo. Insomma, siamo dalle parti di Gomorra, Vite di scarto, ma anche di Lord of War di Andrew Niccol e di Millennium People di James G. Ballard. E di Jean Baudrillard che nel 1992 scriveva: “Che la rovina del resto del mondo sia la base della potenza del mondo occidentale e che lo spettacolo di questa rovina ne sia il coronamento è provato in modo perfetto dall’inaugurazione, sul tetto dell’Arca della Défense, con un buffet sontuoso offerto dalla Fondazione dei Diritti dell’uomo, di una mostra delle più belle foto di tutta la miseria degli uomini. C’è da stupirsi che l’Arca dell’Alleanza apra i suoi spazi alla sofferenza universale santificata a caviale e champagne?” Con buona pace di tutti i sepolcri imbiancati che confermano l’antico proverbio – naturalmente cinese – che recita: Quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito. |
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Adolfo Fattori |
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