Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


NAPOLI
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Garwal
DENVER
ORTA SAN GIULIO
MIAMI
BOMARZO
GIZA
  [NAPOLI]
di
Gennaro Fucile


Resta, in conclusione, da dire dell’ultima traccia, il genius loci di Vito Fornari 10, il brano che continua a muovere incessantemente da Napoli, al Polo Sud e da lì verso non-si-sa-dove e poi di nuovo a Napoli, via Vito Fornari, numero civico 10. È il Penguin Cafè Single della Penguin Cafè Orchestra, congrega di musicanti diretta da Simon Jeffes. L’uomo si occupò poi di arrangiare gli archi poi sovraincisi nella devastante/devastata My Way affidata a Sid Vicious nel lungometraggio di Julien Temple, The Great Rock & Roll Swindle (La grande truffa del rock & roll). Bouquet di violoncello, violino, ukulele, chitarra e piano elettrico la sua orchestrina aveva partecipato al progetto, diciamo a numero chiuso (10 ellepì), dell’etichetta Obscure Music ideata da Brian Eno. L’album si intitola Music from Penguin Cafè Orchestra e ad aprire le danze è proprio il Single, bizzarria ritmica e seducente leit-motiv, che se ne vanno a spasso verso terre senza nome. Ecco, Vito Fornari 10 è forse la storia di quando i pinguini passarono per Napoli, per una viuzza laterale, poco nota, in una libreria che non era solo una libreria, ma anche uno spazio attraversato da pinguini, per nulla turbati dal transito accidentale nel paese d’o sole, buffi alieni a zonzo forse diretti di lì a due passi nella vicina via Vetriera, dove ha sede la storica cioccolateria artigianale Gay-Odin, fondata da un tal Isidoro Odin, cioccolatiere di Alba, anche lui alieno come un pinguino nelle strade di Napoli. La prima bottega la aprì in via Chiaia, poi arriverà  la fabbrica nel 1922 e il nome definitivo dell’azienda verrà partorito dopo il matrimonio con la compaesana Onorina Gay.
A dire il vero non esiste prova certa della passione dei pinguini per la cioccolata, né per quella napoletana né per quella prodotta in un qualsiasi altro angolo del mondo ed è anche vero che niente dimostra una loro particolare propensione verso ciò che noi chiamiamo musica. Eppure eccoli, ogni qual volta si oltrepassa il velo del tempo, lì, nell’anonima via Vito Fornari, al numero civico 10, accompagnati da una strana colonna sonora, che sembra meritarsi il titolo di un altro brano di quell’album, The Sound of Someone You Love Who’s Going Away and It Don’t Matter, eccoli si guardano in giro, poi passano oltre e la nuova cartoleria torna a far valere il diritto del più forte su quest’attimo di precaria armonia, subito poi perduta per rimasticare il saggio di Raffaele La Capria o per dirla con l’abate Fornari: “… se pur talvolta alcun bene o alcuna bellezza vi apparisce, sempre vi è misto del suo contrario, e tosto come fuggitiva meteora si dilegua”.

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— Art Ensemble
of Chicago,
Full Force,

Ecm, 1980,
rist. Ecm, 2000.

— Cluster & Eno,
Cluster & Eno,
Sky 1977,
rist. Water, 2005.

— Brian Eno
And The Winkies,
Fever, Top Gear,
BBC-Radio, Londra,
19 febbraio 1974.

— Fred Frith,
Gravity
, Ralph, 1980,
rist. Fred Records,
2001.

— Gunter Hampel
Galaxie
Dream Band,
Enfant terribile,
Birth, 1975.

— Dave Holland,
Conference
of the Birds
,
Ecm 1973,
rist. Ecm, 2000.

— Lizzy Mercier
Descloux,
Press Color, 1979,
rist. Ze Records,
2003.

— Penguin Cafè
Orchestra,
Music from Penguin
Cafè Orchestra,

Obscure Music, 1976,
rist. Editions EG,
1985.

— Pere Ubu,
Modern Dance,
Blank, 1978,
rist. Silverline
2005.

— Pop Group,
Y, Radar, 1979,
rist. Rhino 2007.

— Residents,
Diskomo, Ralph 1979,
in Eskimo 2000,
East Side Digital,
2000.

— Alan Skidmore,
Mike Osborne,
John Surman,
SOS, Ogun, 1976,
rist. Ogun, 2006.

— John Surman,
Upon Reflection,
Ecm, 1979,
rist. Ecm, 2001.

— Tuxedomoon,
Half-Mute, Ralph 1980,
rist. Half-Mute/
Scream With A View
,
Crammed Disc, 1989.

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