di Lucia Scarpati | ||
C’ era una volta la famiglia moderna che la televisione mise in scena a partire dal 1968 nella serie La famiglia Benvenuti. La famiglia e la televisione ci sono ancora, seppure profondamente mutate e, guarda un po’, ecco anche una nuova serie sul tema, I Cesaroni, il cui successo è – riteniamo – dovuto alla circostanza che rappresentano la famiglia ricostituita, laddove, all’alba dell’ingresso dell’Italia nella modernità matura (Fucile), La famiglia Benvenuti rappresentò la tipica famiglia italiana presa nel guado fra tradizione e innovazione. Ebbene, in una fase in cui il formato serial (modello fondato sulla suddivisione in puntate, che rappresentano sempre la continuazione narrativa della precedente) si impone come dominante, il ritorno alla serie (dove ogni episodio è un segmento narrativo autonomo, cioè una storia a sé) ci sembra gettare un ponte simbolico verso un’epoca precedente, percepita come più sana, serena, felice. | ||
Qui vogliamo tentare un confronto fra le due
serie partendo da una comparazione delle due serie
incentrate sulla famiglia, tenendo conto dei differenti contesti
storici nei quali queste due serie sono stare trasmesse, e di come la
serie attuale tenda a riconnettersi a quella storica, per sfruttarne il
potenziale evocativo e rassicurante. Iniziamo a ricordare le
recenti modificazioni/traversie dell’istituzione familiare.
Con l’ingresso nella tarda modernità e
l’evolversi della società italiana in senso
più “secolare”, l’aumento
delle separazioni legali e dei divorzi ha provocato la moltiplicazione
dei tipi di famiglia: famiglie di persone sole, famiglie nucleari
incomplete (monoparentali), costituite da un solo genitore (di solito
la madre) e dai figli, famiglie ricostituite, formate con le seconde
nozze. In Italia nel 1994 si contavano 443.000 famiglie di questo tipo. | ||
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