logo [ torna al servizio ]

stampa
Benvenuti… Cesaroni, famiglia.2
di 
Lucia Scarpati

mav.jpgC’era una volta la famiglia moderna che la televisione mise in scena a partire dal 1968 nella serie La famiglia Benvenuti. La famiglia e la televisione ci sono ancora, seppure profondamente mutate e, guarda un po’, ecco anche una nuova serie sul tema, I Cesaroni, il cui successo è – riteniamo – dovuto alla circostanza che rappresentano la famiglia ricostituita, laddove, all’alba dell’ingresso dell’Italia nella modernità matura (Fucile), La famiglia Benvenuti rappresentò la tipica famiglia italiana presa nel guado fra tradizione e innovazione. Ebbene, in una fase in cui il formato serial (modello fondato sulla suddivisione in puntate, che rappresentano sempre la continuazione narrativa della precedente) si impone come dominante, il ritorno alla serie (dove ogni episodio è un segmento narrativo autonomo, cioè una storia a sé) ci sembra gettare un ponte simbolico verso un’epoca precedente, percepita come più sana, serena, felice.
Qui vogliamo tentare un confronto fra le due serie partendo da una comparazione delle due serie incentrate sulla famiglia, tenendo conto dei differenti contesti storici nei quali queste due serie sono stare trasmesse, e di come la serie attuale tenda a riconnettersi a quella storica, per sfruttarne il potenziale evocativo e rassicurante.
Iniziamo a ricordare le recenti modificazioni/traversie dell’istituzione familiare. Con l’ingresso nella tarda modernità e l’evolversi della società italiana in senso più “secolare”, l’aumento delle separazioni legali e dei divorzi ha provocato la moltiplicazione dei tipi di famiglia: famiglie di persone sole, famiglie nucleari incomplete (monoparentali), costituite da un solo genitore (di solito la madre) e dai figli, famiglie ricostituite, formate con le seconde nozze. In Italia nel 1994 si contavano 443.000 famiglie di questo tipo.
Il peso quantitativo di quest’ultimo tipo di famiglia è considerevolmente aumentato. Le famiglie ricostituite, nate dal divorzio, sono molto diverse sia da quelle create dopo la vedovanza, sia dalla famiglia coniugale classica.
La struttura della famiglia degli ultimi trent’anni è molto diversa dal modello tradizionale della famiglia italiana. La famiglia moderna è composta dai genitori ed uno o due figli (raramente, almeno al Centro e Nord-Italia, più di due), ed entrambi i genitori generalmente lavorano fuori casa. La famiglia tradizionale, agricola e patriarcale, era invece molto numerosa e riuniva genitori, figli e nipoti sotto uno stesso tetto: era formata, insomma, da quelle che oggi sarebbero considerate più famiglie differenti. Gli uomini lavoravano, mentre le donne si occupavano della casa e dell' educazione dei figli.
La dimensione numerica è la caratteristica fondamentale della famiglia Cesaroni; raramente infatti si ritrovano nella realtà famiglie così numerose a vivere sotto lo stesso tetto. Nella famiglia de I Cesaroni, la mamma inizialmente è lavoratrice, in seguito diventa casalinga, nell’attuale realtà è difficile ritrovare una situazione simile a quella della fiction. Ma, escludendo questo elemento, pur essendo la famiglia de I Cesaroni un modello di famiglia ricostituita e  tradizionale, vi riconosciamo la capacità di rappresentare il gruppo familiare attuale, ossia la cosiddetta famiglia allargata, quindi moderna, luogo di accoglienza da una parte, ma anche di conflitti e tensioni, nonostante quest’ultimo fenomeno nella fiction non venga messo in evidenza in quanto i protagonisti vivono in un contesto di armonia perenne dove i dissapori non sono mai (o quasi) provocati dal nucleo familiare, ma sono sempre esterni e pertanto facilmente risolvibili.
Come progenitrice de I Cesaroni, sullo sfondo di un’Italia in fermento, che ha conosciuto il boom economico ma che deve anche fronteggiare le prime proteste giovanili, nella primavera del 1968 troviamo La famiglia Benvenuti (trasmesso in Rai, la prima serie dal 2 aprile 1968, la seconda serie nel 1969). 
Vale la pena di approfondire questo confronto. La famiglia protagonista affronta piccole e grandi questioni con umorismo rassicurante e buoni sentimenti lungo due cicli di successo. Il secondo, ha superato gli ascolti del primo.
I protagonisti principali sono: Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Gina Sammarco (la governante), Massimo Farinelli e Giusva Fioravanti, noto anche per altre vicende.  La regia è di Alfredo Giannetti e le musiche di Armando Trovajoli.
Nella serie si parla dei nuclei familiari italiani prendendo a pretesto una famiglia media, con governante annessa e due figli. Il mostrare ai teleutenti come in realtà sono loro stessi in famiglia tramite un racconto televisivo, fare un po’ di sociologia spicciola attraverso la vita di tutti i giorni, il cui valore sta proprio nella non-eccezionalità dei fatti, è interessante per il pubblico. Il padre, Alberto Benvenuti (E. M. Salerno) è un professionista integrato nella società con dei rimpianti personali per aver ceduto a compromessi che hanno tradito i suoi ideali giovanili del dopoguerra, un uomo chiaramente di sinistra con contraddizioni evidenti tra quello che pensa, che vorrebbe e quello che ha.
Una bella casa, una famiglia che lo ama e una governante (Amabile è il nome del personaggio) che per lui darebbe la vita dato che gli fece da balia e anche da madre quando da piccolo rimase orfano. 
Il regista calca molto su alcune contraddizioni dell’uomo e sulla simpatia di alcuni personaggi. Salerno è simpatico ma anche pesante al contempo, un borbottone romantico che rimpiange un periodo della sua vita ormai lontano, disilluso e che cerca di fare il padre “moderno” con i propri figli che in realtà sono più posati di lui, ragazzi seri e ragionevoli, capaci di andare alla sostanza molto più dei loro genitori. Sono i ragazzi (Ghigo il grande, Andrea il piccolo) che capiscono gli adulti e non viceversa. Un rovesciamento atipico in pieno 1968. 
C’è molta verità in questa serie, molto realismo, tanto che si fa fatica a non considerarla una vera famiglia ma un nucleo di bravi attori che sono stati uniti solo sul set (a parte Salerno e la Valeri). 
Ci sono i buoni sentimenti ma non sono mai gratuiti, c’è il desiderio di non essere mai banali e soprattutto tantissima professionalità. C'è il rispetto assoluto all'interno della famiglia. 
Il medesimo rispetto lo troviamo anche nella famiglia de I Cesaroni, la famiglia, oggi, più famosa e più amata d’Italia. Come struttura, le due famiglie, sono molto simili, non vi è un nucleo concentrato composto solo da padre, madre e figli ma una famiglia con tanti componenti, alcuni di passaggio.
La famiglia Benvenuti non è ricostituita a differenza de I Cesaroni, anche se in quest’ultima si perde quasi subito questa concezione. I Cesaroni è una serie televisiva (la prima stagione in onda dal 7 settembre 2006 al 12 novembre 2006 con 26 episodi, la seconda stagione in onda dal 1 febbraio 2008 al 8 maggio 2008 con 26 episodi) nata da un format spagnolo Mediaset, poi prodotto e adattato in  Italia nel 2006 sempre da Mediaset. 
Nella finzione scenica, la famiglia Cesaroni abita nel quartiere popolare della Garbatella, uno dei luoghi più simbolici di Roma. Anche nella realtà, diverse riprese esterne sono state effettuate in tale quartiere. Questa commedia familiare ambientata in un quartiere piccolo-borghese della capitale è la versione domestica di un format spagnolo, Los Serrano, già alla sua ottava stagione su Telecinco (la controllata spagnola di Mediaset) prodotto da Globomedia. 
Sono due famiglie che si adattano e rispecchiano i contesti storici nei quali sono situate o comunque ambientate, continuando a considerare la famiglia Cesaroni comunque quasi surreale (troppe persone sotto lo stesso tetto, oggi fenomeno molto raro).
Secondo Daniela Cardini, non è il nome Cesaroni a garantirne il successo, quanto il fatto che essa può essere considerata una fiction trasversale in quanto include e coinvolge molte fasce socio-demografiche, ha un sapore popolare italiano (pur essendo un format spagnolo, Los Serrano, ma l’Italia acquisisce format spagnoli anche per la somiglianza culturale che esiste fra le due nazioni) e ultimo ma non meno importante, si compone di un casting che funziona: Claudio Amendola, Elena Sofia Ricci, Max Tortora, Antonello Fassari.
Milly Buonanno attesta che il successo della serie tv in oggetto, è dovuto a svariate ragioni che si verificano, come già detto, soprattutto nella seconda stagione visto il grande numero di ascolti. I Cesaroni, secondo la Buonanno, riempiono un grande vuoto italiano dovuto alla mancanza di produzione seriale basate su fiction familiari. Inoltre, questo successo nasce in un periodo fortunato, il famoso “periodo Moccia” (periodo dei giovani). 
Il successo è dovuto anche all’amore “quasi proibito” fra i due giovani fratellastri (Eva e Marco), ma non è incesto, è solo il capofamiglia a considerarlo tale. Il fatto che le fiction italiane solitamente prendano ispirazione da fiction straniere o comunque il fatto che in Italia si tende ad acquistare prodotti europei non è dovuto solo alla somiglianza di culture (come attesta la Cardini) ma anche come afferma Pérez: “I format televisivi sono un fenomeno oggi molto diffuso in tutta Europa, che nasce dalla mancanza della distribuzione europea della produzione audiovisiva. Si tratta sempre di ripetere una formula esistente, qualunque sia il paese, applicando criteri locali per un riconoscimento immediato. Il fatto che in Italia si comprino format e non si esportino si può solamente spiegare con l’assenza di una politica audiovisiva che sia di aiuto veramente alla gestione della creatività e allo stimolo per l’innovazione”. 
La concezione della famiglia è totalmente cambiata e a tal proposito la Cardini attesta che la famiglia di oggi è la famiglia allargata, una famiglia che esplode, una famiglia meno unita (questo però non è il caso Cesaroni) e il fatto che nelle fiction venga usato questo tipo di famiglia e non una nucleare, appunto, rappresenta una sorta di novità, la stessa novità che fu promossa dalla fiction Commesse che propose per la prima volta la figura del gay.
Nelle fiction di oggi non è usato un modello familiare di tipo nucleare (come quella Benvenuti) ma ricostituito può essere spiegato con le parole di Xavier Pérez: “Nella misura in cui l’immutabilità della famiglia si è destabilizzata, la separazione dei genitori, lo spostamento del focolare e la provvisorietà hanno condizionato relazioni di nuovo tipo che non si basano tanto sullo schema gerarchico verticale del vecchio modello quanto su dispositivi più orizzontali, aperti a nuovi cambiamenti e a costanti variazioni. Questo modello orizzontale è molto utile per le trame corali della nuova serie televisiva, con protagonismo multiplo e poco gerarchizzato”. 
La famiglia nella fiction del futuro come sarà? In attesa di scoprirlo si continua a creare audience a I Cesaroni, continuando a pensare che hanno il dono di affrontare i problemi di oggi col linguaggio della gente comune, e col rimando ad un immaginario che appartiene al passato, ad un’epoca ricordata come serena, promettente, ottimista, che faccia da ponte con un presente incerto, ed un futuro ancor più opaco, inquietante, indefinito.

 


 

:: letture ::

— Abruzzese A., Borrelli D., L’industria culturale: Tracce e immagini di un privilegio, Carocci, Roma, 2003.

— Bagnasco A., M. Barbagli., A. Cavalli, Corso di Sociologia, Il Mulino, Bologna, 1997.

— Brancato S., Senza fine: Immaginario e scrittura della fiction seriale in Italia, Liguori, Napoli, 2007.

— Buonanno M., Leggere la fiction: “Narrami o diva” rivisitata, Liguori, Napoli, 1996.

— Fucile G., Nel blu dipinto di blu, o giù di lì, “Quaderni d’Altri Tempi” n. 14,  maggio-giugno 2008, http://www.quadernidaltritempi.eu/rivista/numero14/01_orientamenti14.htm 

— Morin E., L’esprit du temps, 1962, trad. it. Lo spirito del tempo, Meltemi, Roma, 2002.

 


 

:: visioni ::

— Pina A., Los Serrano, Globomedia, Spagna, 2003/2008, S.A.V. 2005 - 

— Giannetti A., La famiglia Benvenuti, RAI Radiotelevisione Italiana, Italia, 1968/1969.

— Vicario F., I Cesaroni, Publispei, Italia, 2006-2007-2008, RTI, in DVD dal 10 ottobre 2007, edito da RTI.

 


 

:: interviste ::

— Cardini D., intervista telefonica del 26/05/2008.

— Buonanno M., intervista telefonica del 11/06/2008.

— Pérez X., intervista via mail del 04/06/2008.