EUGENETICA DEL DIGITALE
di Iolanda Perfetto |
|
||
Attraverso l’idolo, sia nel passato ma soprattutto nel presente, si costituisce un immaginario collettivo in cui ognuno si rispecchia, per creare poi un’appartenenza ad un gruppo, come avviene nella nostra società dove per essere accettati bisogna rispecchiare determinati canoni fisici ed estetici che ci permettono di far parte del così detto gruppo di privilegiati. In effetti è come se l’identificazione con l’idolo sempre più perfetto, e la corsa frenetica ad assomigliargli in tutto e per tutto, renda l’uomo meglio inserito nella comunità, o comunque nel gruppo di appartenenza, perché lui stesso diventa un canale in cui si rispecchiano i canoni socialmente accettati e ricercati. Ma ciò che è più notevole è come l’idolo virtuale rappresenti il modello del post-moderno; e come le persone non facciano più differenza tra immagine e reale seguendo unicamente il motto: “Appaio dunque sono”. C’è un film che mette bene in scena i conflitti e le dinamiche che si possono generare attorno agli idoli virtuali: S1m0ne di Andrew Niccol, che narra la vicenda di un regista che, stanco dei capricci degli attori, si affida ad un potente software che gli confeziona la bellissima S1m0ne. Lo charme di S1m0ne non nasce semplicemente dalle sue doti, ma dallo sguardo altrui, dall’occhio di chi le ha donato la vita e da quelli, adoranti e indiscreti, di un popolo di ammiratori che sono insieme sacerdoti e fedeli del culto dell’immagine. Da anni ormai si parla di attori virtuali che prendono il posto di quelli reali, e il film di Niccol estremizza appunto questa idea. Il film si presta volentieri ad un’analisi sociale e ironizza la totale falsità dello star system, sulla completa manipolabilità del pubblico, avido di miti da amare, distruggere e rimpiazzare, sulla mercificazione di una società basata esclusivamente sull’apparenza. Ma il suo maggior limite (l’immaterialità) si trasforma nel suo principale punto di forza: il pubblico, proprio perché non può toccarla, la mitizza, ne fa un feticcio, un’icona della perfezione a cui tendere. Nel film si guarda al tentativo estremo dell’uomo moderno di controllare il proprio destino fino a privilegiare la virtualità alla realtà, costruendo un ideale femminile, dolce e remissivo, che riflette l’immagine di ogni ideale di donna riportandoci all’antico mito di Pigmalione.
|
||
[1] [2] [3] (4) [5] | ||
|
||||||
— Baudrillard J., L’échange symbolique et la mort, 1976,
trad. it. Lo scambio simbolico e la morte, Feltrinelli,Milano, 1979.
— Martin Heidegger, , trad. it. “...poeticamente abita l’uomo”, in Saggi e discorsi 1954, Milano, Mursia, 1976. — Bolter J. D., Grusin R., Remediation, 1999, trad. it. Remediation, Guerini e Associati, Milano, 2002. — Cappucci P.L. (a cura di), Il corpo tecnologico, Baskerville, Bologna, 1994. — Crespi F., Le rappresentazioni sociali dei giovani in Italia, Carocci, Roma, 2002. |
— Gibson W., Idoru, 1996, trad. it. Aidoru, Mondadori, Milano, 1997.
— Grazia A., La ricerca in campo informatico e la nuova scienza — Jodelet D., Les représentations sociales, 1989, trad. it. Le rappresentazioni sociali, Liguori, Napoli, 1992. — Kuhn T., The Structure of Scientific Revolutions, 1970, trad. it. La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 1978. |
— Moscovici, S. - Farr R. M., (ed.), Social Representations, 1984, trad. it. Rappresentazioni
sociali, Il Mulino, Bologna, 1989.
— Perniola M., Il sex appeal dell’inorganico, Einaudi, Torino, 2004 (I edizione1994). — Ovidio, Le Metamorfosi, — Schutz A., On Phenomenology and Social Relations, 1970, trad. it. La fenomenologia del mondo sociale, Il Mulino, Bologna, 1974. — Wiedermann J., Dichiarazione di Julius Wiedemann rilasciata in un'intervista a Matteo Bittanti, in Matteo Bittanti (a cura di), Bambole digitali belle e impossibili, Duel, n° 94, febbraio 2002. |
— Niccol A., S1m0ne, USA, 2002, Warner Home Video 2003.
:: sitografia :: — http://www.noemalab.org/ sections/specials/tetcm/2001-02/femminilita_virtuale/ rappresentazione_digitale.html
|
|||