EUGENETICA DEL DIGITALE
di Iolanda Perfetto |
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Negli anni Settanta del secolo scorso Jean
Baudrillard scriveva che il proliferare dei simulacri ha sancito in
maniera definitiva il passaggio dall'era realistica,
contrassegnata da quella che ha definito “l'ossessione per la
riproduzione”, ad un'era iper-realistica,
nella quale la simulazione e i modelli sono diventati pervasivi (1976).
Le bellezze digitali potrebbero, quindi, incarnare l'ideale di
femminilità proprio dell'era iper–realistica. Ma
non si può dimenticare che la bellezza tout-court e la
bellezza digitale convivono in un rapporto di causa-effetto. L'estetica
digitale scaturisce da un'idea di bellezza precedente. La maggior parte
delle dive virtuali non sono che traduzioni in forma elettronica di
un'estetica mediatica e mediatizzata. Oggi le attrici e le
modelle sono usate più per proporre uno stile –
dunque come sottolineatura di una estetica – che come
strumento per mostrare capi di abbigliamento. Sarà possibile
tra poco avere la possibilità di giocare con la
donna dei propri sogni. Quindi ciò che veramente
è cambiato grazie al virtuale è
l’immagine che ha l’uomo dei propri miti in quanto
il corpo che insegue è inesistente.
I nuovi effetti speciali sono direttamente attori bellissimi,
in luoghi bellissimi, con espressioni impeccabili e voci seducenti. Eugenetica
del digitale ?
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