Lei sostiene la rimodulazione e la ricostruzione del
corpo attraverso la tecnologia, nonché la sostituzione del
corpo con la macchina. Crede che ciò sia ancora possibile? O
potremmo rassegnarci all’idea dell’adattamento
all’ambiente e alla debolezza del corpo? Potrebbero
essere necessari ricostruzioni e sostituzioni del corpo. Ma
più probabilmente ci sarà una proliferazione di
unioni ibride di corpi (inclusi insetti e animali), macchine e sistemi
virtuali in svariate architetture corporali. La mitica chimera del mito
era, di fatto, costituita da una parte umana e una parte animale.
Architetture corporee alternative con capacità sensoriali,
cerebrali e operazionali sono ora possibili. I sistemi nuovi e
alternativi non sostituiranno completamente i vecchi, piuttosto si
integreranno ad essi. Nel 1994 ha dichiarato che il cybercorpo è
un sistema che accentua l’operatività e
l’intelligenza. Dal 1981 al 1994 ha lavorato all’Amplified
Body, ai Laser Eyes e alla Third
Hand, il corpo frattale sembrava vicino: oggi a che punto
siamo? Dunque, il corpo obsoleto, espanso e invaso,
ora funziona inconsapevolmente. Sembra che il corpo funzioni meglio
come immagine, come avatar. Corpi e macchine sono pesanti e hanno
bisogno dell’attrito della gravità per funzionare.
Le immagini sono effimere e gli avatar non hanno organi.
Ha affermato che la libertà fondamentale
degli individui consista nel determinare il destino del proprio Dna.
Ogni uomo evolverà da solo, dominando il proprio destino
biologico: questa solitudine post-evolutiva non porterà alla
fine dell’umanità? Che posto hanno le relazioni
umane nella concezione post-umana? Gli individui
dovrebbero poter determinare il destino del proprio Dna.
L’evoluzione biologica è sorpassata dal design
umano e dall’ingegneria. È umano tutto
ciò che include l’interazione con gli altri,
quindi non ci sarà nessuna solitudine postumana, piuttosto
è il contrario. Non sarà solo possibile
interagire con gli altri a distanza ravvicinata, ma anche connettersi
con chi è lontano. Forse ciò che sta diventando
significativo non è l’altro biologico, ma
l’altro fantasmatico. Un fantasma generato da presenze remote
connesse elettronicamente via l’Internet.
Negli anni Settanta lei ha proposto le sue prime
performance. Quali erano le sue aspettative e quali furono le reazioni
del pubblico? Ancora oggi le sue opere hanno lo stesso impatto o, col
tempo, il pubblico ha cambiato l’approccio verso la sua arte? Dunque.
Le performance Suspension degli anni Settanta e
Ottanta sono state eseguite principalmente in gallerie private o luoghi
isolati, non era stato invitato pubblico. Le persone che assistevano
alle performance erano i pochi artisti invitati. In alcune occasioni
altre persone hanno assistito alle sospensioni non intenzionalmente.
C’erano pescatori su un promontorio e da barche di passaggio
che videro il corpo sospeso a circa trecento metri dalla riva. Due sono
state le eccezioni importanti: l’evento di New York, una
sospensione tra due edifici della 11° Strada, da un quarto
piano; molta gente non sapeva nemmeno che fosse una performance
artistica, altri invece erano stati invitati; l’altra
performance pubblica fu la City Suspension a Copenhagen, fu ampiamente
pubblicizzata e in migliaia vennero per vedere il corpo sollevato a
quasi sessanta metri sopra il Royal Theatre. Molti hanno reagito con
curiosità o interesse ma a volte con
aggressività. Il giudizio del pubblico è stato
dei più diversi…
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