[ conversazioni ] | ||
Simonetta Santamaria, no…strana signora dell’horror di Carmine Treanni
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“La Silenziosa”
è una villa su cui incombe una terribile maledizione
risalente agli antichi misteri egizi. Quando Sara decide di riaprire
quella casa, che era appartenuta ai suoi genitori, si ritrova a
piombare in un incubo senza via d’uscita. La maledizione
torna a
colpire attraverso il suo terribile emissario, l’Ouroboros,
il serpente
del diavolo. È questo in sintesi, il plot di Dove muore il silenzio La giornalista e scrittrice napoletana si è procurata, grazie ai numerosi racconti pubblicati fino ad oggi, l’appellativo di "Signora della suspense made in Italy". Basta leggere racconti come Quel giorno sul Vesuvio – vincitore dell'XI° Premio Lovecraft nel 2004 –, o Confessione di un apprendista di bottegaPartenope Pandemonium, a cura di Giuseppe Cozzolino, Larcher Editore, 2007) per rendersi conto che la definizione del quotidiano La Repubblica è più che mai appropriata. Con la sua inquietante antologia al femminile Donne in Noir (Edizioni Il Foglio, 2005), la Santamaria si è svelata a lettori ed addetti ai lavori come una potente narratrice, capace di condensare in poche pagine l’essenza della paura, con una prosa semplice, ma da cui scaturisce una suspense degna dei migliori film di Dario Argento. Di lei stessa dice: “Non mi prendo mai troppo sul serio, altrimenti sarei una serial killer.” E allora, per i più temerari segnaliamo i suoi riferimenti su Internet: www.simonettasantamaria.net e www.myspace.com/simonettasantamaria. Le abbiamo rivolto alcune domande sul suo ultimo romanzo, ma anche su cosa significa scrivere horror in un paese come l’Italia e con il Bel Paese come sfondo. Con il racconto Quel giorno sul Vesuvio hai vinto il Premio Lovecraft 2004: cosa ha significato questo prestigioso riconoscimento per la tua carriera? Come ho spesso detto, mi sento un po’ figlia del Lovecraft; devo molto a questo premio, grazie a lui il mio nome ha cominciato a radicare nel mondo non facile della scrittura horror e anch’io ho iniziato a crederci davvero!
| La tua prima
raccolta di racconti, Donne in Noir, come dice lo
stesso titolo, raccoglie racconti che hanno per protagoniste delle
donne. Come mai questa scelta? |
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