|
|||
Mentre il
nuovo vice di Anderton, Witwer, sembra avere delle perplessità sui metodi della
Precrimine, Anderton ha una fiducia schiacciante nel sistema che ha costruito.
Salvo poi ricredersi quando quel sistema lo addita come futuro criminale da
incarcerare, perché in quel momento: “Con assoluta, schiacciante convinzione,
lui non ci credette”. È qui che il sistema va in corto, perché subentra il
dubbio. Un sistema di controllo e repressione totale come quello della Precrimine, che ha superato le più sfrenate fantasie dei teorici dei
totalitarismi in quanto capace di annientare l’oppositore ancora prima che
questi pensi di opporsi al potere
costituito, si fonda sulla certezza, sull’ineluttabilità scientifica (il 98,8%,
è un valore certo, un fatto indiscutibile, riduce l’imperfezione a puro
numero). Nel momento in cui Anderton comincia a dubitare della validità del
sistema, rendendosi conto che c’è sempre un minimo spazio di libero arbitrio
tale da consentire al futuro previsto dal rapporto di minoranza di verificarsi,
la Precrimine non ha più ragion d’essere. Esso si fonda, come tutti i regimi di
controllo totale, sulla forza della maggioranza; eppure “l’esistenza di una
maggioranza implica logicamente una minoranza corrispondente”, come deve
ammettere Anderton a un certo punto. E questo non può essere permesso in una
società basata non sul governo della maggioranza, ma sulla dittatura della maggioranza come avviene con i precog, dove il
futuro “maggioritario” è per legge l’unico futuro possibile. Ciò che rende Rapporto
di minoranza un racconto più inquietante e realistico dei primi due è il
fatto che la sue premesse e le sue conseguenze sono assolutamente verosimili.
Si ammette un punto di partenza comune: la post-modernità in cui viviamo è una
“società del rischio”[10].
Come tale, gli individui che ne fanno parte sono sottoporsi a percentuali via
via crescenti di rischio di essere vittime del sistema: o attraverso banali
incidenti causati da fenomeni che non possiamo controllare (l’incendio che si
crea nella catena di montaggio, l’aereo su cui viaggiamo che precipita) o
attraverso l’accresciuta criminalità. In quest’ultimo caso, il tema della
sicurezza è quello dominante nella società del rischio: i cittadini chiedono
più sicurezza, più controllo. Il potere, che si basa sul consenso dei
cittadini, è costretto ad aumentare il controllo sulla società per garantire
maggior sicurezza. Si genera così un circolo apparentemente virtuoso, ma in
realtà drammaticamente vizioso, attraverso il quale il cittadino in cambio
della sicurezza perde ogni diritto alla privacy, ogni possibilità di uscire dal
coro. Questo meccanismo si è innescato con l’inizio della “guerra al terrore”
nel 2001 e ha visto la democrazia uscire sconfitta ovunque, dagli Stati Uniti
delle leggi sulla sicurezza alla Russia della ritrovata dittatura. Ovunque il
consenso al sistema resta tutto sommato alto, perché come sosteneva Tocqueville
“vogliono l’uguaglianza nella libertà, ma, se non possono ottenerla, la
vogliono anche nella schiavitù”[11]
perché tra la libertà e l’ordine gli uomini scelgono sempre il secondo, e non a
caso sono usciti dall’hobbesiano stato di natura dell’homo homini lupus: proprio affinché la libertà individuale venisse
ceduta a un potere terzo che garantisse in cambio la sicurezza di ciascuno[12].
Il futuro, inutile dire, ci riserva solo perfezionamenti
al sistema e relativi peggioramenti in quel che concerne la privacy
individuale. La fantascienza, che ha già previsto con decenni di anticipo
situazioni come quelle attuali e le loro possibili degenerazioni totalitarie,
può senz’altro anticipare l’evoluzione del domani nel campo della sorveglianza
di massa. Senza dubbio, avendo ormai raggiunto l’apice il livello di controllo esteriore della società, si procede
verso il controllo e la conquista
dell’interiorità
umana. Senza codici etici ben precisi, come quelli che fortunatamente si stanno
sviluppando nell’Unione europea, le scoperte relative al patrimonio biologico
dei singoli individui diventeranno presto arma di controllo come in parte sta
già accadendo oggi. Le banche del DNA si sviluppano per garantire maggiore
sicurezza su temi sensibili come omicidi o stupri, ma nulla vieta che in futuro
si possano utilizzare per qualsiasi tipo di controllo sulla persona[13].
E attraverso questo tipo di controllo potranno nascere un giorno società come
quelle di Mendicanti in Spagna di
Nancy Kress o del film Gattaca di
Andrew Niccol,[14] dove
la conoscenza del genoma implica una distinzione tra esseri geneticamente
superiori e inferiori. Un giorno, infine, la società del controllo potrà
vincere l’ultimo ostacolo, quello dell’inviolabilità del pensiero individuale.
Quando anche i pensieri non saranno più privati, il controllo dell’essere umano
sarà pressoché totale e non esisteranno più uomini ma solo quei ”fasci
intercambiabili d’azioni” che i regimi potranno controllare e comandare senza
che niente sfugga al loro occhio.
|
|||
|