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2. Un visionario appassionato di scienzaVale la pena illustrare prima il Verne visionario,
fautore di un nuovo tipo di narrativa a base scientifica. Del resto, la
popolarità di Verne è legata alle opere della serie Voyages Extraordinaires,
in cui è riuscito a tessere trame intrise d’avventura e di fervida
immaginazione, legate però saldamente alla realtà scientifica dell’epoca. Antonio Gramsci nei Quaderni dal Carcere,
paragonando lo scrittore francese a Wells, scrive: “Wells dovrà essere
considerato come scrittore che ha inventato un nuovo tipo di romanzo di
avventure, diverso da quello di Verne. Nel Verne ci troviamo, generalmente,
nell'ambito del verosimile, con una anticipazione sul tempo. Nello Wells lo
spunto generale è inverosimile, mentre i particolari sono scientificamente
esatti o almeno verosimili; Wells è più immaginoso e ingegnoso, Verne più
popolare”[4]. Lo scrittore francese, d’altronde, era amico di
molti scienziati dell’epoca, che amava consultare per le sue avventure, così
come si documentava sempre prima di scrivere un nuovo romanzo. “Contrariamente alla maggior parte dei letterati i
quali solitamente, allora come oggi, non davano molta importanza alla scienza,
Verne ne era letteralmente affascinato, poiché le scoperte scientifiche erano
per lui la più importante prova del progresso dell’umanità”[5].
La narrativa dello scrittore francese, d’altro
canto, prende corpo nel pieno del positivismo, la corrente filosofica che si sviluppa nella
seconda metà del XIX secolo, ed è caratterizzata da un'esaltazione della scienza, considerata l'unica fonte legittima
della conoscenza e il modello di riferimento per tutte le scienze degne di tale
nome. Il positivismo, che
nasce proprio in Francia e si impone successivamente a livello europeo e
mondiale, trae il suo nome dalla esaltazione della positività della scienza e dalla concretezza e oggettività dei
fatti da essa studiati, in contrapposizione alle astrattezze e alle
fantasticherie delle religioni e delle concezioni metafisiche in genere. Da
questo punto di vista, tale movimento filosofico appare strettamente legato ai
notevoli successi ottenuti dalle scienze esatte nei diversi campi di
applicazione (chimica, meccanica, elettrologia, ottica e biologia). Nello
stesso tempo non va sottovalutata l'influenza del processo di organizzazione
scientifica e tecnica della società, dei sistemi di produzione, sulla
maturazione delle nuove idee, le quali daranno, a loro volta, un impulso
notevole a tale processo. La concezione
positivista diventa la visione del mondo delle classi colte e borghesi, di cui
riflette la mentalità e le speranze, il pragmatismo e la fiducia nella
possibilità della scienza di razionalizzare la realtà. Verne è, in tal senso,
il profeta della borghesia europea, di cui si fa interprete e portavoce con le
sue avventure. Il principale filosofo del positivismo,
Auguste Comte, coniava - negli stessi anni in cui Verne pubblicava i suoi
romanzi - il termine “sociologia” e propugnava la creazione di una nuova
religione, la religione della scienza, che avrebbe portato la fratellanza e la
pace tra gli uomini. I romanzi di Verne
introducono questo spirito positivista nei motivi classici del romanzo
d’avventure, definito da Gramsci come “scientifico d’avventure, geografico”[6].
La fertile immaginazione delle vicende, la vivace presentazione dei caratteri,
le pagine descrittive che raggiungono talora notevole suggestione poetica si
sostanziano di uno schietto entusiasmo per la scienza e di un’incrollabile
fiducia nell’uomo e nelle risorse del suo ingegno. Una delle caratteristiche principali delle opere di
Jules Verne, quelle appartenenti al ciclo dei Voyages Extraordinaires, è
proprio la loro plausibilità dal punto di vista scientifico. Ancora Gramsci scrive: “Nei libri del Verne non c’è
mai nulla di completamente impossibile: le ‘possibiltà’ di cui dispongono gli
eroi del Verne sono superiori a quelle realmente esistenti nel tempo, ma non
troppo superori e specialmente non ‘fuori’ della linea di sviluppo delle
conquiste scientifiche realizzate; l’immaginazione non è del tutto arbitraria e
perciò possiede la facoltà di eccitare la fantasia del lettore già conquistato
dall’ideologia dello sviluppo fatale del progresso scientifico nel dominio del
controllo delle forze naturali”.[7] Verne, dunque, fu il primo
autore a presentare un nuovo tipo di romanzo, in cui era centrale il rapporto
tra la scienza e la letteratura, un romanzo che era differente sia dalla storia
gotica e di orrore sia dalla storia di viaggio fantastico o dal romanzo di
utopia politica. Non a caso, con Wells e
con Edgar Allan Poe, Verne condivideva il ruolo di padre della moderna
fantascienza. Nell’editoriale del primo
numero di Amazing Stories - la prima rivista di fantascienza -
dell’aprile del 1926, il suo direttore e fondatore Hugo Gersbank, indicava proprio
nei tre scrittori i riferimenti letterari per il nuovo
tipo di narrativa che intendeva pubblicare, la “scienti-fiction”[8]. Verne incarnava dunque la
fiducia nel progresso e nella scienza di molti suoi contemporanei. Non bisogna
dimenticare che nel momento in cui lo scrittore scrive la maggior parte dei
suoi Voyages Extraordinaires, lo sviluppo industriale tocca l’apice nel 1889
con la Fiera Mondiale che si tenne a Parigi, dove fu presentata la Torre
Eiffel, simbolo dell’ambiziosa ingegnosità dell’uomo. I romanzi di Jules Verne, dunque, possono essere
letti anche come metafora della maturazione presso il grande pubblico – lo
stesso che leggeva le opere dello scrittore francese – della consapevolezza
dell’ineluttabile sviluppo scientifico e industriale. In definitiva: “[…]le
straordinarie realizzazioni tecniche immaginate da Verne sono collocate nel
presente, anche se ai lettori del tempo dovevano sembrare provenire
direttamente dal futuro”[9].
[4] Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere - Letteratura e vita nazionale, Editori Riuniti, Roma 1971 [5] Franco Fossati, La vita e i tempi del signor Verne in “Robot” n° 28/29, Armenia Editore, Milano 1978 [6] Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere - Letteratura e vita nazionale, op. cit. [7] Ibidem [8] James Gunn, Storia illustrata della fantascienza, op. cit. [9] Piero Gondolo della Riva, Verne e dintorni in Claudio Gallo (a cura di), Viaggi straordinari tra spazio e tempo, Biblioteca civica di Verona, Verona 2001
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