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Offrire qualcosa di unico. Non si
inizia neanche a competere privi di questo requisito. Vale per un singolo
prodotto o un intero punto di vendita.
Tutto quanto si realizza di autenticamente nuovo, nasce sotto questo
segno. Tutto quanto si propone deve distinguersi dall’offerta
precedente. Se si dispone di qualcosa di unico, si possiede una forza
d’attrazione in grado di azzerare qualsiasi ostacolo, distanze, prezzi e
le possibili considerazioni sull’effettiva utilità della meta agognata.
Chiedere ai collezionisti può essere istruttivo, leggere Ristorante al
termine dell’universo [5] è istruttivo e
divertente. Ne è autore Douglas Noel Adams, impostosi all’attenzione
del pubblico dei lettori di fantascienza con Guida galattica per
autostoppisti di cui Ristorante al termine dell’universo è il seguito. Qualche passo dal romanzo prima
di arrivare al nostro presente. “Il ristorante al termine
dell’universo rappresenta una delle speculazioni più azzardate di tutta
la casistica degli esercizi ristorativi. Visto da fuori il ristorante
assomiglia a una gigantesca stella marina luccicante approdata su un isola
deserta. Ognuno dei suoi bracci ospita i bar, le cucine, i generatori del
campo di forza che proteggono l’intera struttura e il pianeta
abbandonato su cui essa si trova, nonché le Turbine Temporali che la
fanno oscillare lungo l’asse del momento cruciale... ... I tavoli erano disposti a
ventaglio intorno all’area centrale, dove c’era una piattaforma su cui
una piccola orchestra suonava musica leggera. I tavolini dovevano essere
almeno un migliaio, e tra l’uno e l’altro si vedevano qua e là palme
ondeggianti, fontane scroscianti, statue bamboleggianti, in una parola gli
addobbi tipici di quei ristoranti che spendono dieci per poter dare al
cliente l’impressione che si sia speso venti. Milliways (questo è il
nome del ristorante) è racchiuso in una vasta bolla temporale e
proiettato avanti nel tempo fino all’istante preciso della Fine
dell’Universo. In questo ristorante i clienti prendono posto al tavolo e
mangiano cibi succulenti guardando l’intero cosmo esplodere intorno a
loro.” Davvero unico. Al presente, ognuno cerca di fare del proprio
meglio: il 14 ottobre scorso, a Milano, ha aperto l’Absolute Ice Bar,
tutto di ghiaccio, voluto dalla vodka Absolute. Non serve alzare tanto il
gomito per confondersi e credere di trovarsi nella casa di Superman. Non
si può restare indifferenti di fronte a tanta ostinata ricerca
dell’originalità, al massimo un tantino freddi...
[5]
Douglas Noel Adams, Ristorante al termine dell’universo (The
restaurant at the End of the Universe), Classici Urania n. 200, Mondadori,
Milano 1993 | |