Suoni volanti e dischi terrestri (I parte)
di
Gennaro Fucile

 



Cinque anni ora separano Love Me Do dal Sergent Pepper, altrettanti circa intercorrono tra 007 Licenza di uccidere e 2001 Odissea nello spazio. Il tempo di incubazione dell’alieno, poi l’invasione with a little help di un po’ di chimica siglata LSD. 

I viaggi mentali della space-age e la trance del corpo indotta dal ritmo del rock and roll trovano sintesi grazie a un prodotto sintetico. Le buone vibrazioni dell’epoca si inaugurano proprio con il brano Good Vibrations dei Beach Boys che rimette in gioco il theremin, poi i Pink Floyd partono con brani intitolati Astronomy Domine, Interstellar Overdrive, Set the Controls for the Heart of the Sun, Jimi Hendrix dialoga con gli alieni in Third Stone from the Sun, attende l’arrivo di gigantesche astronavi in House Burning Down e, soprattutto, dichiara di provenire dagli anelli di Saturno. 

I Rolling Stones rotolano a 2000 Light Years from Home, i Jefferson Airplane provano il viaggio spaziale in Wooden Ships, poi il leader Paul Kantner racconta l’esodo dalla Terra di 7.000 freaks in Blow Against the Empire, infine il ritorno come Jefferson Starship. L’album di Kantner venne segnalato al premio Hugo. Ancora prima a volare alto sono i Byrds in Mr. Spaceman e Five Miles High
David Bowie si impone con Space Oddity e prosegue con la saga di Ziggy Stardust, gli Hawkwind, che avranno in formazione anche Michael Moorcock (scrittore di sf e direttore della rivista New Worlds) danno il via ad una saga infinita, proposta in pubblico con qualcosa che può definirsi come il seme dei futuri rave party. La piattaforma di lancio è l’album del 1971 In Search of Space (con l’inno Master of the Universe). 

Ai Van Der Graaf Generator la terra non basta per contenere le pene esistenziali del leader Peter Hammil e il passaggio nello spazio di Pioneer Over C è d’obbligo. I Gong fanno atterrare sul nostro pianeta teiere volanti, raccontando le avventure di Zero the Hero in una fiabesca trilogia di sballi spaziali. In Germania salpano i Kosmiche Couriere (invenzione del giornalista e poi discografico Rolf Ulrich Kaiser): Tangerine Dream e Klaus Schulze, che da questi proviene. Due titoli eloquenti, Phaedra e Cyborg tracciano la rotta principale della space music. 

Su un altro versante, i Kraftwerk esplorano il ritmo delle macchine. The Man Machine del 1978 è il capitolo consigliato in tal senso. I tuttora misteriosi Residents, a loro volta, inventano il genere fantaetnologico con Eskimo, mentre i Chrome scrivono colonne sonore per film immaginari come Alien Soundtracks
Non tutte le esperienze musicali citate, però, vedono la sf come organica al progetto musicale; spesso sono i suoni, gli strumenti e la cornice a marcare in tal senso la proposta musicale e a volte solo per uno o piu brani o per una fase della carriera artistica, con due notevoli eccezioni, Hawkind, di cui si è detto e Magma, i veri eredi di Sun Ra.

Magma nasce dall’immaginazione di Christian Vander, batterista nato e cresciuto nel mito di John Coltrane. Magma è un romanzo di fantascienza e un’invenzione musicale irripetibile. Per renderla tale Vander inventò una lingua extraterrestre: il kobaiano. Magma è un azzardo musicale che punta a fondere rock, Coltrane e i Carmina Burana di Carl Orff. I pezzi della storia, poiché la saga distribuita in vari capitoli è tuttora un’opera non finita, si distribuiscono dall’album omonimo d’esordio nel 1970 a Attakh pubblicato nel 1978. In mezzo capolavori come Mekanik Dekstruktiv Kommandoh e Kohntarkosz. In seguito, Vander tramite la Seventh ha iniziato a pubblicare nastri inediti che in parte integrano il racconto. La storia è quella del pianeta Kobaia abitato da un popolo di civiltà evoluta che si confronta con quella terrestre sempre più votata all’autodistruzione. La musica di Magma è per adepti, come quella di Sun Ra: dentro o fuori, puro fandom. Fine dei Settanta, il futuro è già in affanno, è il tempo che inizia a curvarsi e la musica va in loop.

La seconda parte di Suoni volanti e dischi terrestri verrà pubblicata sul numero 3 di Quaderni d'Altri Tempi).

 

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