La
musica sembra essere una qualità specifica degli umani. Raramente si è
trovata, nelle saghe spaziali, nelle esplorazioni immaginarie del cosmo,
una cultura musicale aliena; anzi, uno dei tentativi più seri di
esportare la musica terrestre nello spazio si è tradotto in un
divertente quanto clamoroso fiasco, come racconta Jack Vance in L'opera
dello spazio (si veda il numero scorso di Quaderni d’Altri
Tempi).
Sul
pianeta Terra, invece, negli anni Cinquanta, il sodalizio tra popular
music e science fiction fiorisce negli Usa sotto il segno dei
sogni e dei timori procurati dal benessere e dalla guerra fredda. Tempi
in bilico tra comfort e paranoia e di evoluzione della letteratura sf,
ora meno entusiasta del progresso; anni di progresso della musica
popolare, che genera il rock’n’roll e il genere a posteriori
battezzato space-age pop. Anni in cui gli strumenti musicali
elettronici, allora hi-tech, acquisiscono il timbro del futuro.
I
suoni del domani, però, si captano per la prima volta in Italia, dove
l’elogio della macchina investe anche la musica. Naturalmente occorre
che la sf sia formalizzata per poter parlare di musica fantascientifica
e il futurista Luigi Russolo arriva troppo presto quando, nel
1913, diffonde il profetico manifesto L’Arte dei Rumori e
presenta il suo ingegnoso quanto poco pratico Intonarumori. Due anni
prima, Hugo Gernsback, un ingegnere lussemburghese fan di Verne,
trasferitosi negli Usa, aveva pubblicato su Modern Electrics (la sua
rivista all’epoca) quello che i più indicano come il primo romanzo di
sf: Ralph 124C41+. Un padre fondatore e un pessimo scrittore cui
si rende eterno tributo con il Nobel della fantascienza battezzato
Premio Hugo. Nel 1926, Gernsback lanciò sul mercato la prima rivista
specializzata in fantascienza, Amazing Stories – The magazine of
Scientifiction. Appena due anni prima, nel 1924, lo scienziato russo
Lev Sergejevich Termen (in seguito divenuto Leon Theremin) brevetta il
termenvox, poi conosciuto come theremin, uno strumento elettronico che
viene suonato allontanando e avvicinando le mani a due antenne,
manipolando così il campo elettrostatico e producendo un suono etereo e
modulato. Pur riscuotendo interesse e un discreto successo in ambito
accademico, il theremin divenne una piccola star solo sul finire della
guerra.
La
piazza è quella di Hollywood, l’anno il 1945. Suoni angoscianti,
terrorizzanti commentano I giorni perduti di Billy Wilder e Io
ti salverò di Alfred Hitchcock. Suoni generati dal theremin.
Alla fine degli anni Quaranta la Capitol pubblica il 78 giri Music
Out of the Moon con composizioni originali di Harry Revel,
arrangiati e diretti da Les Baxter con Samuel Hoffmann al
theremin. Nel 1951 cinema di fantascienza e theremin (ovvero
elettronica) si connotano a vicenda in Ultimatum alla Terra e La
cosa da un altro mondo. Nel 1954 nasce il rock’n’roll e nel 1956
la prima colonna sonora interamente elettronica firmata da Louis e
Bebe Barron. Il film è Il pianeta proibito. A farla
da padrone le alterazioni di velocità del nastro e la manipolazione di
circuiti elettronici.
L’immaginario
fantascientifico riversato in musica ne riceve un imprinting indelebile
e il segno è tuttora imperante.
|