Un viaggiatore al Collége de France: Claude Lévi-Strauss | di Amato Lamberti | |
Egli
fu tra i
primi a
porsi il problema dell’efficacia simbolica dei poteri magici
e degli
incantesimi fuori dalle logiche superficialmente riduzionistiche della
psicologia americana degli anni Cinquanta. L’incantesimo
dello stregone
degli indiani Cuna, che letteralmente nomina il dolore attribuendo nomi
ai vari mali, si rivela efficace proprio perché descrivendo
e dando
nomi dona significato, scioglie l’estraneità del
male. Lo stregone è
colui che mette in collegamento mondi che stanno su piani diversi. Ma
questo accade in ogni cultura, anche nella nostra, perché,
in generale
una cultura costruisce nella sua storia e per essa una intersezione
originale, un nodo di connessioni ben preciso e particolare.
Ciò che
differenzia le culture è la forma dell'insieme dei
collegamenti, il suo
andamento, il suo posto e così pure i suoi cambiamenti di
stato, le sue
fluttuazioni. Ciò che le culture hanno in comune, e che le
costituisce
come tali, è l'operazione stessa di collegare, di
connettere. Ecco come
emerge l'immagine del tessitore, fondamentale per
Lévi-Strauss, nei
miti come nell'etnologia, di colui che lega, annoda, e costruisce ponti
tra spazi radicalmente diversi. Di colui che dice cosa accade tra
queste cose. Di colui che inter-viene a vietare. Di colui che
inter-viene, nelle rotture e nelle crepe, tra le varietà
tutte chiuse
in se stesse. Anche il pensiero ha come regola fondamentale
l'interconnessione, il collegamento, la cucitura, la saldatura,
così
come, specularmente, la separazione, la divisione, il taglio. |
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[1] [2] [3] (4) | ||
. Lévi-Strauss C., Tristi tropici, Mondadori, Milano, 1988. . Lévi-Strauss C., Il pensiero selvaggio, Il Saggiatore, Milano, 1964. | . Lévi-Strauss C., Antropologia strutturale, Il Saggiatore, Milano, 1966. | . Montesquieu Charles-Louis de, Lettere persiane, Rizzoli, Milano, 1984. | . Platone, Il politico, in Tutti gli scritti, Bompiani, Milano, 1997. | |||