Un viaggiatore al Collége de France: Claude Lévi-Strauss | di Amato Lamberti | |
L’antropologia, come la geologia e la
linguistica, come scienza delle relazioni invarianti, diventa una
disciplina capace di cogliere le strutture profonde, universali,
a-temporali e necessarie, al di là della superficie degli eventi,
sempre ingannevole, e al di là dell’apparente arbitrarietà degli
elementi che costituiscono ogni società. A queste strutture non si
accede attraverso la fenomenologia, la descrizione empirica, ma
attraverso la costruzione di modelli. Qui è evidente il riferimento
alla matematica di Evariste Gaulois e alla sua teoria dei gruppi e di
campi, come pure alla teoria olistica secondo cui il tutto precede le
parti. I modelli sono sistemi di relazioni logiche tra elementi, sulle
quali è possibile compiere esperimenti, ossia trasformazioni, in modo
da individuare ciò che sfugge all’osservazione immediata. I modelli, in
pratica, servono a mettere in luce le strutture che formano l’ossatura
logica della realtà. La struttura non è però una semplice forma, ma è il contenuto stesso colto in una organizzazione logica concepita come proprietà del reale. Nello
studio dei miti queste posizioni teoriche trovano la loro completa
esplicitazione. Perché i miti non sono espressione di sentimenti o
spiegazioni pseudo scientifiche di fenomeni naturali o riflessi di
istituzioni sociali, né sono privi di regole logiche. Come spiegare che
i contenuti dei miti appaiono arbitrari, eppure presentano forti
somiglianze nelle più diverse culture del mondo intero? Per
Lévi-Strauss la risposta sta nel fatto che il mito è l’espressione
dell’attività inconscia dello spirito umano e si struttura come un
linguaggio. Come la funzione significativa di una lingua non è
direttamente collegata ai suoni, ma al modo in cui i suoni sono
combinati tra loro, così anche i miti sono formati di unità costitutive
minime, le cui combinazioni avvengono secondo precise regole e danno
luogo ad unità significanti. Il compito di uno studio scientifico dei
miti consiste nel mostrare non come gli uomini costruiscano dei miti,
ma come i miti si pensano negli uomini, e a loro insaputa. |
||
[1] [2] (3) [4] | ||