È infatti sicuramente vero che la
condizione postumana sarà caratterizzata da
un’onnipresenza dei sistemi cibernetici nella nostra vita
quotidiana, ma questi cambieranno molto presto forma e significato
oltre al fatto che tra un paio di secoli le nostre pur avanzate
categorie di riferimento informatiche saranno superate. Più
importante, ma causalmente legato al precedente problema, è
il tema della società postumana. La fantascienza di questa
corrente fatica a immaginare una realtà sociale radicalmente
nuova; si parla, in Banks con la Cultura e in Wright con
l’Ecumene Dorato, di istituzioni pacifiche e utopistiche,
dove gli individui perseguono liberamente i propri interessi immersi
nell’abbondanza e senza curarsi né della malattia
né dell’invecchiamento né della morte.
In Vinge invece le razze aliene della Trascendenza hanno assunto le
condizioni di divinità, e perciò sono tenute
fuori dalla narrazione del romanzo che si concentra piuttosto sulle
civiltà aliene pre-singolarità (ma comunque molto
avanzate, nel caso umano). In Accelerando la
società descritta da Stross è del tutto identica
a quella attuale, dedita al capitalismo, all’accumulazione
della ricchezza, alla ricerca del potere, e il bello è che
queste caratteristiche sono proprie anche di altre civiltà
aliene extra-umane. Si ripropone anzi quella che sembra
un’antiquata conflittualità tra forze
pseudo-anarchiche (gli amici del protagonista, Manfred) e capitalisti
senza scrupoli (la spregevole Pamela), tipica di certa fantascienza
gibsoniana ormai superata. Il problema è quindi
l’incapacità di speculare su nuove forme di
società postumana: è chiaro infatti che il
“post” non riguarderà solo gli
individui, ma anche le relazioni tra di essi, con il conseguente
cambiamento delle nostre priorità, bisogni, aspirazioni.
Basti pensare al fatto che tutta la storia umana è stata
ossessionata dal dramma della vecchiaia e della morte: se, come i
teorici della singolarità pretendono, questi problemi
verranno meno o comunque non saranno più rilevanti,
è chiaro che buona parte del nostro comportamento
verrà di conseguenza modificato. Non avremo certe
società ancora selvaggiamente in conflitto per denaro o
potere, né società opulente e oziose che si
lasciano vivere tra i piaceri del rapporto uomo/macchina.
Infine,
il problema più importante riguarda il gap tecnologico oggi
esistente. L’accelerazione che si sta concretamente
verificando in questi ultimi decenni ha caratterizzato solo una
metà del pianeta, quella occidentale. L’altra
metà è rimasta tagliata fuori da questo sviluppo
ineguale: fuori dal portentoso incremento della speranza di vita, della
riduzione delle malattie, fuori da Internet e dalla cibernetica, dai
piccoli e grandi ritrovati che hanno migliorato la nostra vita. La
singolarità tecnologica non riguarderà tutta
l’umanità, e questo fatto è stato
totalmente ignorato dai suoi teorici. Qualora la singolarità
si verificasse, l’attuale frattura tra mondo avanzato e mondo
sottosviluppato diventerebbe enorme; l’inevitabile
conseguenza è la lenta, graduale e inesorabile estinzione
dei popoli sottosviluppati. Dinanzi all’irraggiungibile
superiorità di una post-umanità,
l’umanità normale non potrebbe far altro che
adeguarsi o scomparire. Che lo si voglia o no, non
c’è posto per i popoli in via di sviluppo
nell’epoca della singolarità. La fantascienza deve
farsi portatrice di questa verità. Nel Manifesto
dell’Accelerazionismo6, messo a punto da una nuova corrente
del movimento postumanista italiano, si legge tra gli obiettivi quello
di creare un nuovo modello di sviluppo sostenibile: “Tutti
devono poter beneficiare del progresso”. Per tale motivo
affermiamo che l’accelerazione va perseguita con moderazione:
Adelante, presto, con juicio. La fantascienza, che
vede sempre più in là delle altre istanze, si
faccia portatrice di questa necessità mostrando i rischi che
un’accelerazione incontrollata creerebbe nel nostro
fragilissimo mondo.
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