C’è
dell’altro, però. Osservato da vicino, il sovrano
consumatore mostra dei segni particolari che lo denotano
inequivocabilmente come abitante di questo tempo: possiede un corpo che
tende a smaterializzarsi tramite protesi elettroniche ed è
un corpo che si ostina a ribadire il suo essere fatto di carne, sangue,
ossa grazie ad un’altra serie di protesi, altrettanto
hi-tech. Esiste immerso in un mondo di protesi relazionandosi con altre
protesi speculari. In un certo senso è già un
po’ cyborg. È la naturale artificialità
dell’uomo e del suo ambiente che giunge ad un nuovo stadio.
Manufatti sempre più sofisticati che estendono
l’interazione tra esseri umani, cose e natura,
perfezionandone l’equiparabilità. Quello
che si sostanzia nella relazione tra consumatore e pet è
un’inedita protesi mentale in grado di estendere la
capacità dell’essere consumatore oltre i propri
limiti naturali, un super-omismo da super-mercato. Anche quando affiora
spiccato il senso del possesso e dell’appartenenza esclusiva,
un senso di dominio quasi morboso spesso rintracciabile sia nella
relazione padrone/cane e sia in quella tra il consumatore e i suoi
acquisti, non si tratta di una singolare coincidenza. Ludico e
antidepressivo il cane e altrettanto il gadget o lo sfizio
alimentare. Il mercato del petcare è una palestra
dove mantenere allenato il tono muscolare del consumatore per
consentire sempre rendimenti elevati, ed è la soddisfazione
del desiderio di oltrepassamento che sembra segnare tutte le attuali
performance della nostra vita quotidiana e di quella degli eroi che la
rallegrano.
Un set dove tornano in scena res cogitans e res extensa
(è la legge dei simulacri: a turno tutti ritornano),
spingendo ancora oltre un lavoro interiore che già viene
svolto costantemente, poiché l’universo mentale
del consumatore costringe il corpo a continue performance di
adeguamento. In fondo, è quello che ci racconta
l’arte contemporanea altalenante tra eccessi della carne e
smaterializzazione. I desideri sono immateriali e al corpo si delega di
esperirli. In questa pratica convergono produzione e consumo e nel
petcare il meccanismo si manifesta, si rivela, mostrando
l’umano che bersaglia il corpo dell’altro, quello
dell’animale, con i propri desideri. A ben
vedere, curiosamente, la versione light della vivisezione. Un doppio
binario che l’industria dei beni di consumo di massa conosce
bene, avendo storicamente praticato sia il perfezionamento dei cibi e
degli oggetti per il benessere dei pet sia la sadica vivisezione nei
laboratori di ricerca, svolgendo entrambi i compiti con divina
indifferenza. Cico e Pallino. Una dialettica bestiale, o come direbbe
Woodstock , il compagno di Snoopy, nella sua sana alterità:
“;;;,,””””””!!,,.^^””!?.”.
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