In uno dei suoi saggi, Sherry
Turkle sostiene: La tecnologia genera mutamenti non solo in ciò che facciamo ma
anche nel nostro modo di pensare; cambia l’immagine che gli uomini hanno di se
stessi, degli altri, della propria relazione col mondo.
In teatro viene definito “stile
Stanislavskij”, in psicologia “tecnica dello psicodramma di Moreno”, nelle
tribù antiche è associabile alla “reincarnazione”, nella dimensione informatica
è conosciuto come “avatar”: il gioco, quel processo fondamentale nella
costruzione dell’essere umano, nel quale l’uno immagina di essere l’altro e, a
volte, un terzo. Dal fingersi indiani o cowboys, a poliziotti o astronauti, a
supereroi o famosi personaggi dello sport. Un tempo immaginari comuni.
Oggi, al gioco si aggiunge la
dimensione video che muta profondamente, sul piano fisico soprattutto, il senso
di immedesimazione. Com’è cambiato il panorama ludico grazie alle nuove
tecnologie? Perché è diminuito, se non del tutto scomparso, il gioco del
nascondersi e rincorrersi per le stradine della propria città o all’interno
delle proprie mura domestiche, lasciando il posto alla ricostruzione grafica e
virtuale di questi luoghi? Il virtuale, che più che mai si avvicina al reale,
quasi infrangendolo, quasi mischiandosi ad esso.
La modalità di relazione ludica
con gli altri è evidentemente, come tutte le cose, mutata in seguito alla
tecnologia (o, volendo rientrare nel determinismo sociale, è la tecnologia che
ha dovuto tenere il passo con le nuove esperienze di gioco). La parola
videogioco è costituita da due termini che tenteremo di analizzare
separatamente per poi ricongiungerli in una considerazione panoptica.
Sul video
Guardando a circa una decina di
anni fa, noteremo come la radicale evoluzione tecnologica abbia apportato
numerosi cambiamenti al nostro stile di vita e al modo di relazionarci con gli
altri: possiamo fare molte cose senza uscire dal nostro appartamento, con un
semplice click: il mondo a portata di mouse. Il rapporto con il mondo di oggi
passa attraverso l’estensione dei nostri occhi: non più miseri occhiali a medio
campo, o costosi binocoli per le medie/lunghe – ma sempre finite – distanze:
no, oggi l’estensione della nostra vista passa attraverso uno schermo, meglio
attraverso l’insieme di tanti punti luminosi, i pixel; dopotutto anche l’occhio
umano è costituito da tante piccole particelle sensibili alla luce. La
tecnologia oggi è sempre più estensione del corpo umano: i mezzi di trasporto,
estensione delle nostre gambe, auricolari, lettori mp3 e microfoni, estensione
del nostro orecchio e della nostra voce. Si cerca sempre più di estendere anche
la nostra mente e relativi processi: l’hyperlinking è un tentativo di ricreare
i collegamenti che facciamo automaticamente nella nostra mente; ma non basta.
Allora si è passati alla realizzazione di database online, in grado di
contenere tutte le informazioni che vogliamo. Ma la macchina non è ancora
legata psichicamente con la nostra mente: non è in grado di restituirci il
risultato effettivo di quanto cerchiamo. Dobbiamo sempre accontentarci, come
capita quando effettuiamo una ricerca su Google: raramente il risultato che
otteniamo è effettivamente e totalmente quello desiderato. Troviamo delle
informazioni che, in mancanza di un risultato migliore, ci possono andare bene,
ma sicuramente non ci soddisfano. Per tentare di mettere una pezza a questa
approssimazione si tenta in questi anni di corredare le informazioni di
para-informazioni, di singoli elementi, “parole-chiave”, tag, che descrivano il
più possibile il contenuto di quell’informazione. L’esempio più semplice può
essere la descrizione di una foto: mettiamo il caso che noi volessimo trovare
la foto di una persona in riva al mare, con il cielo in tramonto rosso, con un
mare calmo... Oggi non riusciremmo a trovare con facilità una foto del genere:
potremmo trovare un tramonto, una persona in riva al mare … insomma, parti
della nostra ricerca. Attraverso i tag invece potremmo essere in grado, un
giorno, di ottenere il risultato ottimale: la foto, caricata sul web, viene
corredata da molteplici informazioni (c’è un tramonto, è rosso, c’è una
persona, di spalle, in riva al mare, il mare è calmo).