Tu lucha, lo mismo.
Que la lucha de tus compañeros y de todos los hombres que combatieron
contra la invasiòn
no ha sido en vano, aunque asì te lo parezca.
Héctor Oesterheld, l’Eternauta
Nell’opera di Héctor
si anticipò quella lotta nella quale
tutti senza
eccezioni dobbiamo impegnarci:
il rispetto della
vita al di là dei condizionamenti,
delle idee
politiche, delle classi sociali.
Elsa Oesterheld, moglie di Héctor, 2002
Se ci sono infiniti
universi, allora devono esistere
Tutte le possibili
combinazioni. Allora, in qualche luogo,
tutto deve essere vero.
Frederic Brown, Assurdo Universo
È una notte d’inverno a Buenos
Aires.
Quattro amici giocano a carte in
casa di Juan Galvez.
Elena e Marta, moglie e figlia
di quest’ultimo, dormono tranquille. Improvvisamente le luci si spengono in
tutta la casa. Un corto circuito, forse, pensano i quattro, che già si
accapigliano per i punteggi del ramino. Ma basta poco per accorgersi che un
silenzio irreale è caduto sulla strada e forse sull’intera città. Fuori dai
vetri, chiusi ermeticamente per il freddo, comincia ad accadere qualcosa di
strano: una nevicata silenziosa e fosforescente scende sulle strade.
È un attimo, il vicino della
casa di fronte apre le finestre incuriosito: la nevicata lo fulmina
all’istante. Uno sguardo più attento alla strada: corpi senza vita si
accasciano negli angoli, mentre i fiocchi fosforescenti cancellano sotto una
coltre il mondo conosciuto.
È l’inizio della fine e non ci
sarà ritorno.
Comincia così il racconto di
un’inarrestabile invasione extraterrestre che cambierà per sempre le sorti del
mondo e le vite dei sopravvissuti.
L’Eternauta è questo: un intenso e sconvolgente romanzo
grafico di science fiction pubblicato per la prima volta in Argentina su
Hora Cero Semanal tra il 1957 e il
1959, ad opera del disegnatore Francisco Solano Lopez e dello sceneggiatore
Héctor G. Oesterheld. Il racconto dell’invasione aliena prende la forma di una
storia colma di disperazione e di colpi di scena, con pagine di rara intensità
in cui il destino dei protagonisti sembra un filo sempre più sottile, in
procinto di spezzarsi vignetta dopo vignetta.
È palpabile fin dalle prime
pagine il senso di una tragedia immane a cui l’umanità non è preparata,
l’angoscia ancestrale dell’uomo nel trovarsi di fronte a qualcosa che non può
comprendere, il crescente senso di delirio senza speranza che travolge i
protagonisti, sempre più dolorosamente consapevoli dell’avvicinarsi di una fine
inevitabile.
Il tutto connotato con
espressività magistrale dal bianco e nero di Solano Lopez: la disperazione trasuda
dai volti dei protagonisti, che oscillano tra un’incrollabile resistenza e la
tentazione della perdita di ogni speranza, e il contrasto tra il bianco abbacinante
della nevicata assassina e i neri del cielo notturno crea un’incredibile
atmosfera apocalittica, agghiacciante.
Ma L’Eternauta non è solo questo. È il racconto di un’invasione, ma è
anche e soprattutto il racconto di come l’uomo provi disperatamente a reagire
all’invasione. Racconta dell’istinto di sopravvivenza e della solidarietà,
dell’abisso in cui l’uomo è costretto a guardare quando la fine è vicina, facendo
disperatamente appello alla propria umanità e dignità per non cadere nella
follia.
I temi trattati sono quelli che
si ritrovano frequentemente anche nelle altre opere di Oesterheld: uomini
trasformati in eroi da situazioni più grandi di loro, gli affetti familiari
come ultima risorsa, la strenua difesa della libertà, la solidarietà.
Più volte, nel corso della
storia, il protagonista Juan Galvez si trova a fare considerazioni sui legami
che si stabiliscono tra sconosciuti che si ritrovano uniti, loro malgrado, per
fronteggiare una minaccia comune. E nel finale è proprio un anziano alieno,
proveniente da un pianeta ormai distrutto dagli stessi invasori che minacciano la Terra, a dire a Galvez: “Ci
sono nell’universo specie di esseri più intelligenti degli uomini, altre meno.
Ma abbiamo tutti in comune una cosa: lo spirito. Succede come tra gli uomini…al
di sopra dei vincoli di famiglia e di patria, vi è un sentimento di solidarietà
tra tutti gli esseri umani. Lo stesso legame spirituale unisce ogni essere
intelligente dell’universo…”
È possibile e certamente lecita,
quindi, una lettura pacifista della
storia, metaforicamente intesa come il racconto di una guerra, di una minaccia
folle ed insensata che unisce coloro che vi si oppongono, creando e rinsaldando
legami umani.
Possiamo adesso compiere
l’ultimo, decisivo passo nella comprensione dell’opera: perché L’Eternauta è ancora altro.
È anche la storia di Juan
Khruner (nella versione originale Juan Galvez) che improvvisamente capita nella
casa di Héctor Oesterheld – l’autore della saga – e spiega di essere
"l'eternauta", pellegrino dei secoli, che vaga alla ricerca della sua
epoca perduta, e racconta di una invasione aliena che ha colpito la Buenos Aires e la Terra da cui proviene.
Un viaggiatore fra le
dimensioni, che ha la tragica immortalità di Melmoth, l’Errante del romanzo di
Maturin, una delle incarnazioni dell’ebreo
errante delle leggende.
Riletta a posteriori, la storia
della resistenza di Buenos Aires all’invasione extraterrestre rivela degli
inquietanti risvolti di attualità che ci conducono verso una storia tristemente
reale e più recente, che ha coinvolto direttamente gli stessi autori
dell’opera.
Sono molte le situazioni de L’Eternauta che, pur volendosi tenere
lontani da pericolose forzature, sembrano presagire i tragici eventi
dell’Argentina di quasi vent’anni dopo: l’opera si rivela in più punti come una
sorta di inconscia profezia e questo le consente di compiere il passo decisivo
che la rende altro rispetto a un brillante prodotto di genere, e spiega
l’enorme successo che l’ha portata a divenire un vero e proprio cult soprattutto nei Paesi dell’America
Latina.
La dittatura militare, la
disperata resistenza degli oppositori, la presenza di un nemico occulto che
resta nell’ombra e di esecutori materiali inviati a svolgere il lavoro sporco
(anche gli invasori de L’Eternauta
non si mostrano mai e inviano al loro posto per i corpo a corpo contro gli
umani delle mostruose creature tenute in schiavitù).
Tutto questo è facilmente
leggibile nelle pieghe del racconto dell’invasione.
Come anche nella speranza più
volte espressa dai protagonisti che gli altri Paesi del mondo abbiano a cuore
la sorte dell’Argentina e si mobilitino per aiutarla, e soprattutto nel forte
elemento simbolico rappresentato dallo stadio di Buenos Aires: è questo il
luogo centrale di gran parte dell’azione ne L’Eternauta,
teatro di tentativi di resistenza e di grandi massacri. Ed è tristemente noto
quante volte gli stadi siano stati usati come campi di concentramento da chi ha
voluto offendere, nella realtà, la libertà dell’individuo in modi ben peggiori.
Oggi L’Eternauta è un’opera di culto e un simbolo di resistenza contro
ogni genere di sopraffazione e di violenza, il cui valore è tuttora vivo e
sentito soprattutto nell’America Latina.
Il 3 giugno 1977 lo
sceneggiatore Héctor G. Oesterheld è stato aggiunto all’elenco dei desaparecidos insieme a quattro delle
sue figlie, saldando la propria opera all’attualità nel modo più tragico.
Quasi sia stato lui stesso un eternauta, in grado di
prevedere il suo destino futuro…
Perché questa è anche, forse
soprattutto, una storia che rappresenta una delle variazioni possibili alle
vicende di mondi e dimensioni parallele di cui la fantascienza è piena.
Anzi di cui la science fiction può vantare la
paternità, essendo quella degli universi alternativi una delle implicazioni
della possibilità di viaggiare nel tempo: se viaggi nel passato, puoi cambiare il futuro…
ma il futuro “precedente”, che fine fa? Sparisce, o si affianca al futuro attuale?
Un’altra antiutopia, visionaria
e commovente, rafforzata dalla potenza della dimensione visiva, che si aggiunge
a La svastica sul sole di Philip Dick, nel
suo riferirsi direttamente alla possibilità dell’esistenza di universi
alternativi, paralleli fra loro, generalmente impermeabili, ma che a volte
interferiscono l’uno con l’altro.