Il web semantico,
collegamenti significanti (nel senso che posseggono un significato), per
rendere la
macchina più simile all’uomo. Cosa c’entra tutto ciò con lo schermo?
Oggi mi sveglio e accendo la tv; ascolto una notizia, accendo il computer e
controllo la posta; nel frattempo vedo di approfondire la notizia ascoltata in
precedenza; accendo il telefonino, vedo chi mi ha cercato nel frattempo ed
eventuali sms che mi sono stati inviati; scendo in macchina e accendo il
navigatore, per trovare il percorso più adatto per raggiungere la mia meta;
arrivo in ufficio e ritrovo un computer: lo accendo e inizio a lavorare. In
questo breve racconto cos’è che non manca mai? Ta-daan, uno schermo: il
protagonista è lui. È la nostra finestra sul mondo. Un difetto, che in questi
anni sta scomparendo, è la staticità di questo schermo: i computer domestici
non sono fatti per essere trasportati; così pure il televisore. Allora perché
non far convergere tutti i media in uno solo, piccolo e leggero quanto basta
per essere trasportato con comodità e tenerlo in un taschino? Ed ecco che il
telefonino assume una nuova vita: diventa media-fonino. Possiamo ascoltare la
musica, controllare le mail, le notizie sul web, navigare siti internet, vedere
la tv e, perché no, giocare in attesa che arrivi l’autobus; ah, se si vuole, si
può ancora telefonare.
Lo schermo cambia anche la
nostra prospettiva: così come le cartografie permisero all’uomo di avere
un’immagine approssimativa della conformazione territoriale dei continenti,
oggi abbiamo una visuale tridimensionale e reale di quello che ci sta attorno:
dalla strada sotto casa, agli animali che corrono per la Savana. Cambia il
modo di vedere il mondo, non più attraverso i nostri occhi, dinamica percettiva
che vede il mondo attorno a noi ma non permette di vedere noi, bensì attraverso
l’occhio del satellite: vediamo il nostro corpo inserito nell’ambiente, nel
mondo. È come nei videogiochi: si è passati da una visuale in prima persona
(vedevamo al massimo le armi del protagonista del videogame) ad una in terza
persona (vediamo il personaggio di spalle o a 360°). La prima persona siamo
noi, la terza persona è un’estensione di noi: è il grande occhio, e non è un gioco.
Sul gioco
Se nella realtà abbiamo bisogno
di nutrirci per sopravvivere, così il nostro alter ego virtuale dovrà aggirarsi
per il suo mondo alla ricerca di cibo e molte volte sarà necessario compiere
dei lavori per poter avere abbastanza denaro per poterselo procurare. Il gioco
è un utile strumento di socializzazione e dal
momento che esso è diventato
computerizzato, inevitabilmente ha portato con sé tutto quanto ruota attorno ad
esso: se prima si era soliti recarsi in sale giochi per vedersi con i propri
amici (o anche con degli sconosciuti) e iniziare una partita/sfida a biliardo,
calcio balilla, a Pac-Man o a SpaceInvaders!, o altro ancora, oggi questi
incontri si ricreano nella propria casa, grazie ad uno schermo, un mouse, una
tastiera (o un joypad), o sullo schermo di un telefonino, mentre camminiamo per
strada. Accediamo al mondo esterno grazie ad un click. Piove e non possiamo
andare nelle sale giochi? Accendiamo il computer, inseriamo un cdrom, ed ecco
che dinanzi ai nostri occhi appare una navicella spaziale oppure terre
fantastiche di origine tolkieniana e conosciute sotto la denominazione di
Dungeons & Dragons. Ma il
senso di solitudine ben presto subentra a quello del divertimento: siamo noi
contro una macchina che, per quanto potente sia, è prevedibile. Non basta, il
senso del gioco è strettamente connesso al divertimento che a sua volta ha nel
suo DNA la sfida: l’uomo deve mettersi alla prova e un’intelligenza artificiale
non basta più. Carichiamo un altro gioco, colleghiamoci ad internet, ed ecco
che dall’essere costretti a giocare con uno, abbiamo la possibilità di sfidare
i molti: nasce il videogioco online; non solo, è un videogioco online di massa
(il MMOG appunto, che ha come suo capostipite il MUD di Richard Bartle).
Milioni di persone, di età, sesso e nazionalità diversa si affrontano su una
comune e-gorà, giocano e dialogano in tempo reale, tramite testo o tramite
voce.