MAPPE | QDAT 63 | 2016
Bloomsbury Publishing, casa editrice londinese fondata
undici anni prima, dà alle stampe Harry Potter and
the Philosopher’s Stone, romanzo
d’esordio di J.K. (Joanne Kathleen) Rowling. La scrittrice,
allora trentaduenne, e il suo agente Christopher Little, della
Cristopher Little Literary Agency, ancora non sanno che quel libro,
primo di una serie di sette, diventerà uno dei
più eclatanti successi editoriali degli anni Duemila, un long
seller col respiro di un classico, da cui verrà
tratta una saga cinematografica per anni cavallo di battaglia della
Warner Bros.
L’inizio del Nuovo Millennio è permeato da Harry: il maghetto con gli occhiali è ormai un fenomeno di costume e persino chi non ne ha letto i libri conosce le avventure di Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger e assisterebbe volentieri a una partita di Quidditch.
I riferimenti al potterverse in altre creature dell’industria culturale, cinematografica, televisiva ed editoriale, sono sempre più numerosi e la letteratura fantasy, complice la saga del Signore degli anelli, portata al cinema da Peter Jackson tra il 2001 e il 2003, diventa mainstream. Nei primi anni Duemila, ogni lettore forte ha letto almeno un Harry Potter e un’intera generazione viene iniziata alla lettura dalla saga. Cosa resta una volta terminata l’eptalogia della Rowling? Oltre ai lettori, la domanda se la sono posta gli editori: sugli scaffali delle librerie la letteratura fantastica e per ragazzi inizia a uscire dai reparti dedicati e in rete nascono, all’estero come in Italia, le prime comunità di fan, come MuggleNet e The Leaky Cauldron. Quale è stata la reale influenza del fenomeno Harry Potter sulla letteratura per ragazzi degli ultimi quindici anni? Quale l’eredità del maghetto di J.K. Rowling?
La saga letteraria di Harry Potter termina ufficialmente nel 2007 con la pubblicazione di Harry Potter e i doni della morte, che lascia affamata di buone letture l’intera generazione di lettori che si era formata sulle pagine di J.K. Rowling. La ricerca di libri simili si trasforma ben presto in un’opportunità per gli editori, che si trovano di fronte una richiesta chiara: letture intelligenti, in cui al sense of humor si uniscano temi importanti e personaggi in cui potersi identificare.
L’età anagrafica di tali personaggi, adolescenti o pre-adolescenti, non è casuale: gli anni Duemila sono stati aperti da un evento politico traumatico, l’attacco terroristico alle Torri Gemelle, che oltre ad abbattere fisicamente uno dei simboli del potere (economico e politico) della società secolarizzata ha abbattuto l’intero corpus di certezze socio-culturali dell’Occidente nel suo complesso.
Quando si parla di Middle Grade e Young Adult non si parla di generi ma di target: il primo fa riferimento alla fascia di lettori che frequenta le scuole medie e il secondo alla fascia delle scuole superiori. Di fatto però, questi target, in particolare il secondo, sono letti soprattutto da adulti. Il ritorno a un tempo passato, forse perduto, è uno dei motivi dietro il successo editoriale della letteratura in target Middle Grade e Young Adult negli ultimi quindici anni.
Un romanzo Middle Grade o Young
Adult può poi appartenere a generi differenti:
giallo, realistico, fantastico. Data la natura molto caratteristica
dell’opera della Rowling, dovendo analizzare
l’influenza di Harry Potter sulla successiva letteratura per
ragazzi, ci si soffermerà su tutte quelle opere che, a
partire da una formula seriale, hanno sviluppato un universo narrativo
fantastico e non, quindi, di libri per ragazzi appartenenti ad altri
generi: parlare di Harry Potter e di letteratura post-potteriana
significa, infatti, parlare di magia.
L’editoria del 2000-2016 ha prodotto diverse saghe letterarie
di genere fantastico che, in varia misura, hanno risentito
dell’influenza potteriana e ognuna di esse ne ha recuperato
uno o più aspetti specifici. Tra questi aspetti i
più rilevanti sono senza dubbio il modello seriale,
l’elemento magico, il contesto scolastico (o para-scolastico)
e la struttura dei personaggi. Harry Potter non è
l’unico esempio di narrazione letteraria a episodi, in
generale, incluse narrazione cinematografica, televisiva e web, in
letteratura in particolare, dall’epica al feuilleton.
Nella letteratura fantasy le maggiori saghe
– Il signore degli anelli, l’heroic
fantasy di Robert E. Howard, Le cronache di Narnia,
Le cronache del ghiaccio e del fuoco, etc.
– sono sviluppate in trilogie o in serie.
Harry Potter si compone di sette libri: La pietra filosofale, La camera dei segreti, Il prigioniero di Azkaban, Il calice di fuoco, L’ordine della fenice, Il principe Mezzosangue, I doni della morte. A essi si aggiungono i volumi che arricchiscono il potterverse: Gli animali fantastici: dove trovarli (di cui uscirà il film a novembre), Il Quidditch attraverso i secoli, Le fiabe di Beda il Bardo e la pièce teatrale Harry Potter e la maledizione dell’erede.
Il sito Pottermore, che detiene i diritti per le edizioni digitali di Harry Potter, sta pubblicando inoltre i Racconti di Hogwarts: Prodezze e passatempi pericolosi, Potere, politica e poltergeist e Guida poco pratica a Hogwarts.
Nei sette libri si ripete una struttura identica: i primi capitoli sono ambientati nel mondo babbano. Successivamente Harry, dal cui punto di vista è raccontata l’intera storia tranne che in un paio di occasioni, rientra nel mondo magico in modo graduale: prima Diagon Alley, o la Tana o il Paiolo Magico, poi Hogwarts, dove non manca lo spazio dedicato alle lezioni che si tengono nella Scuola di Magia e Stregoneria. A questo punto, circa la metà del romanzo, inizia a dipanarsi più nel dettaglio la trama del singolo volume, che porterà all’inevitabile climax finale seguito dalla spiegazione di tutti i retroscena, solitamente affidata ad Albus Silente, mentore di Harry per tutta la saga.
Tra le varie saghe post potteriane quelle che più hanno ripreso l’aderenza al modello seriale sono Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e Una serie di sfortunati eventi. Come Harry, Percy racconta dal suo punto di vista, ma in prima persona, le sue avventure, che si svolgono nell’arco di cinque libri: Il ladro di fulmini (2010), Il mare dei mostri (2010), La maledizione del titano (2011), La battaglia del labirinto (2011) e Lo scontro finale (2012. L’universo narrativo del texano Rick Riordan è arricchito dai volumi di racconti Il libro segreto (2012), Percy Jackson racconta gli dei greci (2014) e Percy Jackson racconta gli eroi greci (2016). Percy ritorna come personaggio tra i protagonisti della pentalogia Gli eroi dell’Olimpo, edita in Italia da Mondadori. Quest’ultima, composta da L’eroe perduto (2013), Il figlio di Nettuno (2013), Il marchio di Atena (2014), La casa di Ade (2015) e Il sangue dell’Olimpo (2015), è ambientata nello stesso universo narrativo di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e molti personaggi compaiono in entrambe le serie.
Come Harry, Percy inizia le sue avventure tra i mortali, che vivono immersi nella Foschia, una sorta di nebbia mistica che impedisce loro di vedere i mostri che vagano per il mondo. Percy, newyorkese dislessico e clinicamente iperattivo, dopo alcuni capitoli giunge al Campo Mezzosangue diretto dal centauro Chirone, situato su una collina dalle parti di Long Island. A dare il via all’azione è in genere una profezia enunciata nientemeno che dall’Oracolo di Delfi, che incarica un gruppo di semidei di portare a compimento una missione. Il Campo Mezzosangue si presenta, libro dopo libro, come una casa a cui tornare, anche se la missione vera e propria si svolge all’esterno, un po’ come nei Doni della morte.
Diverso il caso di Una serie di sfortunati eventi. Scritta sotto lo pseudonimo di Lemony Snicket, che è anche un personaggio della storia, dallo scrittore americano Daniel Handler, Una serie di sfortunati eventi porta il concetto stesso di “modello seriale” alle estreme conseguenze, costruendo un’impalcatura di rimandi dal sapore quasi architettonico. Poiché l’argomento principale è la cattiva sorte, la serie si sviluppa in tredici libri e ognuno è diviso in tredici capitoli con un’unica, significativa eccezione: il conclusivo, intitolato La fine (2006) presenta infatti un quattordicesimo capitolo allo scopo di mostrare al lettore che le peripezie dei protagonisti della vicenda, gli orfani Baudelaire Violet, Klaus e Sunny, sono giunte al termine.
La struttura interna ai romanzi è molto simile: ogni volta che i Baudelaire pensano di aver trovato un posto sicuro vengono rintracciati dal Conte Olaf, che ha l’obiettivo di impossessarsi dell’eredità di cui Violet non può entrare legalmente in possesso fino alla maggiore età.
Poster del film Gli animali
fantastici: dove trovarli.
La regia è di David Yates, già dietro la macchina da presa di quattro su otto capitoli della saga di Harry Potter. |
Frame dal film Il mare
dei mostri,
versione cinematografica di uno dei romanzi della saga di Percy Jackson. |
Nel potterverse con alcune rilevanti eccezioni, il Primo Ministro babbano e i parenti dei maghi nati in famiglie babbane, i babbani sono ignari della magia che li circonda. Un simile rapporto di “ignoranza”, che si ritrova anche nei romanzi di Riordan, è la norma: la magia, infatti, resta aliena, un qualcosa da occultare dalle masse. In ambito Young Adult, questo avviene anche nella Twilight Saga di Stephenie Meyer, composta da Twilight (2007), New Moon (2007), Eclipse (2011), Breaking Dawn (2008), lo spin-off La breve seconda vita di Bree Tunner (2011) e l’incompiuto Midnight Sun. In questa saga l’esistenza dei vampiri non è nota agli esseri umani.
L’eccezione è la Trilogia di Bartimeus di Jonathan Stroud. Pubblicata in Italia da Salani, è composta da tre volumi, L’amuleto di Samarcanda (2004), L’occhio del golem (2005) e La porta di Tolomeo (2006), e un quarto romanzo autoconclusivo, L’anello di Salomone (2011). In questo caso la magia è pienamente riconosciuta ed è alla base dell’organizzazione sociale: poiché non tutti la possiedono, chi ne è dotato occupa automaticamente un ruolo di rilievo, presso il Ministero, per esempio, e di comando a scapito di chi ne è privo, i cosiddetti comuni.
Nel mondo di Stroud non esistono scuole di magia, ma gli apprendisti maghi vengono addestrati in casa da un mago adulto che ne cura l’istruzione fino al raggiungimento della maturità. Le rassicuranti bacchette magiche potteriane vengono sostituite dai demoni, che vengono evocati attraverso pentacoli e combattono le battaglie al posto dei maghi loro padroni.
Gran parte della saga potteriana è ambientata tra le mura di Hogwarts, Scuola di Magia e Stregoneria da qualche parte in Scozia. È a Hogwarts che avviene l’educazione dei maghi inglesi e sappiamo, grazie al Calice di fuoco e a Pottermore, che esistono altre scuole di magia nel potterverse.
In anni più recenti, la vita scolastica ha assunto un ruolo centrale, sin dal titolo, nella serie di Soman Chainani L’accademia del bene e del male, al momento una trilogia di cui Mondadori ha pubblicato in Italia il primo volume, intitolato L’accademia del bene e del male (2015), e il secondo, Un mondo senza eroi (2016). L’idea alla base dell’Accademia è che viene frequentata da personaggi delle fiabe, con una distinzione molto forte tra buoni e cattivi. Una distinzione altrettanto manichea era presente nella saga potteriana, sfumata appena dal semi apocrifo Harry Potter e la maledizione dell’erede, tra Grifondoro e Serpeverde, con le altre due Case di Hogwarts, Tassorosso e Corvonero, più vicine ai Grifondoro, ma sostanzialmente spettatori della lotta tra luce e tenebre.
L’eptalogia potteriana si regge sull’inseparabile trio costituito da Harry, Ron e Hermione. Nei romanzi di Riordan, le missioni vengono affidate a gruppi di tre e così ancora una volta sono tre i personaggi principali, Percy, figlio di Poseidone, la semidea figlia di Atena Annabeth e il satiro Grover. Nella Trilogia di Bartimeus tre sono i personaggi principali, nonché voci narranti, il mago Nathaniel, la comune Kitty e il demone Bartimeus. I rapporti interni al trio di protagonisti sono di volta in volta differenti: se, nel caso di Harry Potter, la Rowling decide di inserire una tensione romantica tra gli amici Ron e Hermione, Riordan lascia ben presto a intendere ai lettori che Percy e Annabeth sono fatti l’uno per l’altra. Stroud sceglie un approccio ancora differente, non inserendo l’elemento romantico nella sua trilogia.
Magia, crescita, amicizia, amore, sono tutti temi presenti in Harry Potter e nelle altre saghe post potteriane. Tuttavia, a queste tematiche se ne aggiungono di ulteriori, e sono quelle che, in fin dei conti, costituiscono il discrimine tra Harry Potter e le opere successivamente prodotte, non solo quelle finora citate. Harry Potter è un’opera sulla morte, così come la Trilogia di Bartimeus è sul libero arbitrio e Percy Jackson sulla diversità. Sono queste fluttuazioni tematiche a rendere queste opere uniche a prescindere dall’appartenenza a un target o a un genere o alle opere pregresse di cui hanno subito l’influenza.
LETTURE