In un suo articolo del 1972, lo scrittore Giorgio Manganelli affidava alle pagine di un noto quotidiano nazionale la seguente confessione: “La delusione più cocente e astratta della mia vita fu senza dubbio il mancato sbarco dei marziani nel decennio tra il 1950 e il ‘60” (Manganelli, 2015). Da quando erano stati avvistati per la prima volta nel 1947, tutti si aspettavano l’imminente sbarco dei dischi volanti e soprattutto dei loro occupanti, i marziani. Negli Stati Uniti l’ossessione per gli UFO e gli extraterrestri divenne, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, una sorta di febbre collettiva, che contagiò in parte anche l’Europa. A partire dagli anni Settanta subentrò, al contrario, la delusione: se dopo venticinque anni dal primo avvistamento, e dal fatidico, presunto schianto di un disco volante a Roswell, New Mexico, sempre nel 1947, l’atteso sbarco degli alieni sulla Terra non era avvenuto, bisognava ammettere che qualcosa fosse andato storto. Proprio in quello stesso decennio, tuttavia, l’esigenza di trovare una spiegazione al mancato arrivo degli alieni, per mitigare quella delusione di cui parlava Manganelli, spinse alcune persone dotate di fervida immaginazione a sviluppare una tesi complottista che collegava il fenomeno degli UFO alla tipica sottocultura paranoica americana che Richard Hofstadter aveva per primo descritto in un celebre saggio del 1964, The Paranoid Style in American Politics. È quella che Fox Mulder sintetizza con una domanda nel primo episodio della nuova serie di X-Files: “È possibile che sia tutto un imbroglio? Siamo veramente soli, oppure ci hanno sempre mentito?”
La risposta, ça va sans dire, è la seconda: ci hanno sempre mentito. Ma chi, esattamente? In X-Files scopriamo che dietro il grande complotto per insabbiare l’esistenza di intelligenze aliene c’è un governo ombra chiamato, nell’edizione italiana, il Consorzio (Syndicate nell’originale, talvolta tradotto da noi anche come Il Sindacato). Questo Consorzio è composto da personalità influenti ma misteriose, i cui tentacoli penetrano fin dentro lo Studio Ovale, nel Congresso, nelle Nazioni Unite, nel Pentagono, nella CIA, nell’FBI e, in estrema sintesi, in ogni istituzione o agenzia del governo americano. La “saldatura” tra la teoria degli UFO e la tesi cospirazionista del Nuovo Ordine Mondiale (NWO, New World Order) che ha alimentato tutti gli episodi più “cult” di X-Files, quelli della cosiddetta “Mythology”, risale appunto agli anni Settanta, quando i believers del fenomeno UFO cominciarono a chiedersi perché gli alieni non avessero ancora preso contatto con l’umanità. Nel 1971 Larry Abraham e Gary Allen pubblicarono un libro destinato a un grande successo, dal titolo None Dare Call It Conspiracy, nel quale sostenevano l’esistenza di una grande cospirazione per istituire un supergoverno mondiale dittatoriale, a opera degli “Insiders”. Questi personaggi misteriosi porterebbero avanti uno spaventoso piano di dominio mondiale risalente alla loggia degli Illuminati nel XVIII secolo (coloro che, secondo l’abate Barruel, furono gli iniziatori della Rivoluzione francese), e portato avanti negli Stati Uniti da gruppi di potere quali la Trilateral Commission e il Council on Foreign Relations. Chi mastica un po’ di teorie complottiste relative al NWO avrà già individuato alcuni topos ricorrenti. Di fatto è con questo libro che la teoria del NWO inizia a essere sistematizzata e diffusa negli Usa.
Nel 1977 il film di Steven Spielberg Incontri ravvicinati del terzo tipo fonde la sindrome americana del complotto con l’invasione aliena. Gli extraterrestri sono buoni, ma il governo ne ignora le intenzioni e preferisce incontrarli in segreto senza che il resto del mondo lo venga a sapere. Gli “uomini in nero” (i men in black), ossia gli agenti segreti della CIA o dell’FBI, mettono in scena un gigantesco cover-up per nascondere l’imminente contatto con gli alieni, destituendo di fondamento le testimonianze di coloro che sostengono di aver avuto un incontro ravvicinato con gli UFO e ricorrendo a espedienti radicali come una presunta epidemia di peste per allontanare la popolazione dell’area in cui avverrà l’incontro. Un gruppo di believers che non crede a queste menzogne riesce tuttavia a superare la cortina fumogena messa su dal governo e a partecipare allo storico primo contatto. Per i complottisti più radicali, film come Incontri ravvicinati del terzo tipo non sono affatto casuali: sono piuttosto parte della propaganda con cui il governo cerca di preparare i cittadini alla rivelazione sull’esistenza di civiltà extraterrestri, con le quali esisterebbero già da tempo diversi contatti. In questa logica, una serie cult come X-Files assume a sua volta un ruolo ben diverso da quello di semplice intrattenimento mediatico fondato sulla sottocultura di massa americana: può essere o un ulteriore tentativo di preparare l’opinione pubblica all’imminente rivelazione-shock, oppure un complesso e articolato “avvertimento” da parte di “gole profonde” che conoscono la verità e vogliono mostrare ai membri del governo ombra di essere pronti a parlare. In quest’ultima variante cospirazionista rientrano anche film come Capricorn One di Peter Hyams (1978), in cui s’immagina un finto sbarco su Marte e che altro non sarebbe se non la confessione che anche il primo sbarco sulla Luna era in realtà una montatura, o Shining di Stanley Kubrick (1980), dove qualcuno ha intravisto disseminati qua e là una serie di indizi che Kubrick avrebbe appositamente inserito nella pellicola per confessare il suo coinvolgimento nella produzione del finto allunaggio dell’Apollo 11.
Secondo gli ufologi, alla fine degli anni Ottanta avviene una fuga di notizie che svela per la prima volta all’opinione pubblica l’esistenza di un “inner circle” nel governo americano che da decenni porta avanti i rapporti con gli extraterrestri. Il suo nome in codice è Majestic-12 (o MJ-12) e i fan di X-Files imparano a conoscerne le attività nel corso della serie. Nel 17° episodio della prima stagione, E.B.E. (in Italia Ospiti interplanetari), Mulder riceve un plico da “Gola Profonda” in cui sono riportati documenti del Majestic-12 relativi a un’astronave aliena precipitata in Iraq. Nel mondo reale, la storia del MJ-12 inizia più o meno nello stesso modo: un plico anonimo ricevuto dal regista Jaime Shandera e proveniente da Albuquerque, New Mexico, al cui interno sono contenute pellicole con fotografie dei documenti originali del MJ-12. Ufficialmente presentati nel corso di una conferenza di ufologi nel 1987 a Washington, i documenti sono in realtà immediatamente diffusi tra le comunità ufologiche, diventando oggetto di violenti dibattiti sulla loro autenticità. Attraverso di essi è possibile ricostruire la storia dei rapporti tra il governo americano e le intelligenze extraterrestri che, di fatto, costituisce anche la storyline di X-Files: istituito dal presidente Eisenhower in seguito alle prime indagini dell’amministrazione Truman sull’incidente di Roswell e altri incontri ravvicinati con extraterrestri, il gruppo MJ-12 include dodici personalità di alto livello incaricate di studiare gli alieni e stabilire contatti con essi. Secondo la vulgata ufologico-complottista, il governo Usa avrebbe tenuto vertici con i rappresentanti alieni tra il 1964 e il 1971 per negoziare un accordo consistente nel trasferimento di tecnologie aliene agli Stati Uniti in cambio del silenzio sulle mutilazioni di bestiame e sui rapimenti temporanei di cittadini americani da parte degli alieni. A tale scopo vengono realizzate basi come l’Area 51 o la base Dulce, in cui l’esercito americano può analizzare le tecnologie aliene e gli alieni possono effettuare con comodità i loro test su esseri umani. Questo patto sarebbe stato rotto a partire dal 1979, quando l’esercito americano, acquisite le prove delle reiterate violazioni dell’accordo da parte degli alieni, avrebbe tentato di scacciarli dalla base Dulce, dove scoppia una battaglia che vede gli umani avere la peggio e gli alieni mantenere il controllo della base. Da quel momento il governo americano avrebbe iniziato a sviluppare contromisure per difendersi dalla futura invasione aliena, di cui per esempio l’Iniziativa di Difesa Strategica (le “guerre stellari” di Reagan) non sarebbe che una copertura.
Queste e altre teorie sono sistematizzate in quegli anni da una serie di pubblicazioni, tra cui l’influentissimo testo di William Cooper Behold a Pale Horse (1991), nel quale la storia del MJ-12 è leggermente modificata (il patto tra Usa e alieni sarebbe per esempio stato firmato già nel 1954) per saldarsi con le teorie del NWO: il MJ-12 infatti non è che una parte del governo ombra degli Illuminati, che include organizzazioni come il gruppo Bilderberg, la massoneria, la Trilateral Commission e il Council on Foreign Relations già citati vent’anni prima da Abraham e Allen. Non bisogna dimenticare, del resto, che in quello stesso anno esce negli Usa un autentico bestseller, The New World Order dell’influente telepredicatore di destra Pat Robertson, che vende in pochi mesi centinaia di migliaia di copie e contribuisce a far uscire le teorie sul NWO dai ristretti circoli dei complottisti che sopravvivono con riviste ciclostilate e primi, sporadici contatti su Internet, trasformandole in fenomeno mainstream.
Talmente mainstream che, meno di due anni dopo, sulla televisione americana sbarca la prima stagione di X-Files. Tutte le teorie che girano da anni tra gli ufologi e i complottisti si traducono in realtà nel mondo di Mulder e Scully. Ci sono le abductions, ossia i rapimenti di esseri umani, sottoposti a esperimenti di imprecisata natura (tra gli “addotti” c’è anche la sorella di Mulder); ci sono i misteriosi casi di mutilazione del bestiame, che nel mondo reale divennero fenomeno di massa negli anni Settanta (il documentario televisivo A Strange Harvest nel 1980 sosteneva la tesi del ruolo degli alieni nelle mutilazioni e dell’insabbiamento da parte del governo); ci sono i misteriosi impianti che gli “addotti” si ritrovano nel loro corpo, come quello che Scully scopre per caso e che poi ritroviamo in tantissimi altri casi durante la serie (l’antropologo Thomas E. Bullard ha studiato alla fine degli anni Ottanta 270 storie di rapimenti alieni, registrando tredici casi in cui gli addotti riportavano la presenza di impianti alieni sottocutanei); c’è l’incidente di Roswell, che del resto è anche la scena con cui si apre il primo episodio della nuova serie; c’è l’autopsia di un alieno che Scully non esita a definire un falso plateale, e che nel mondo reale destò enorme scalpore quando venne diffusa dal regista Ray Santilli nel 1995 (fu trasmessa in numerosi paesi, tra cui l’Italia), finché lo stesso regista non ammise trattarsi di un falso, dando ragione a Scully; ci sono i progetti di reverse engineering, ossia i tentativi del Pentagono di utilizzare la tecnologia aliena recuperata nelle astronavi aliene precipitate (o, secondo la teoria del MJ-12, concessa dagli stessi alieni); c’è lo scontro tra una razza di alieni malvagi, quella che gli ufologi chiamano “i Grigi”, e un’altra specie benevola che invece si oppone ai progetti di invasione dei Grigi, come sostengono anche molti contattisti (coloro cioè che affermano di essere in contatto telepatico con alieni benevoli); c’è il progetto di creare una specie ibrida umana-aliena, che farebbe parte dei patti tra il Consorzio e le intelligenze extraterrestri, e che nelle teorie cospirazioniste spiegherebbe le abductions come parte di un tentativo degli alieni di risolvere alcuni loro difetti genetici attraverso l’ibridazione con DNA umano. La serie, insomma, non fa altro che appropriarsi di tutti i topos della narrazione ufologica-complottista e darli in pasto allo spettatore, già del resto abbondantemente preparato dalla vasta sottocultura diffusasi negli anni precedenti su questi temi.
X-Files realizzava in sostanza un’operazione di massificazione delle teorie con cui i circoli ufologici americani avevano cercato di rispondere al problema del mancato primo contatto con gli alieni (un sondaggio Gallup del 1996 rivelava che ancora il 48% degli americani restava convinta del rapporto UFO-extraterrestri), unendole a quelle relative al NWO che avevano iniziato a diventare fenomeno di massa proprio agli inizi degli anni Novanta, fino a collegarsi, verso la fine della serie, con le ansie apocalittiche emerse a cavallo del millennio. Non è un caso per esempio che nel doppio episodio che apre la settima stagione, The Sixth Extinction, Mulder e Scully scoprano come un’antica leggenda Navajo contenga particolari dei piani di invasione aliena della Terra; siamo nel 1999, le mitologie apocalittiche sono all’ordine del giorno e tra queste anche quelle relative alla profezia degli indiani Hopi sulla fine del mondo. Passato il fatidico anno 2000, l’immaginario catastrofista si appropria di un’altra data, quella del 21 dicembre 2012, che sarebbe stata prevista dai Maya e che, per l’appunto, scopriamo essere, nell’ultimo episodio di X-Files, la data fissata per l’inizio della colonizzazione aliena del pianeta.
La serie si mostra, dunque, sempre capace di stare al passo con lo zeitgeist, lo spirito della sottocultura americana del momento. Quando Chris Carter, il creatore della serie, ha iniziato a lavorare al sequel del 2016, è partito proprio da quest’esigenza. “È un momento perfetto per tornare a X-Files, considerando la politica internazionale”, spiegava lo scorso ottobre a Cannes dopo la prima del pilot della nuova serie. “È noto che negli Usa siamo spiati e sembra che nessuno se ne vergogni. Ogni giorno leggo il giornale e vedo un possibile episodio di X-Files”. In effetti lo scandalo NSA scoppiato nel 2012 a opera di Edward Snowden (citato all’interno della nuova stagione) è stato subito cavalcato dai complottisti come prova dei meccanismi del NWO per il controllo di massa della popolazione. In un lungo articolo dello scorso dicembre, Andrew Harrison del New Statesman si chiedeva se X-Files avesse ancora ragione di esistere nel mondo post-11 settembre, un mondo cioè in cui lo zeitgeist complottista sembra aver abbandonato la passione per gli UFO per dedicarsi completamente alle tesi sul NWO (ovviamente, responsabile dei falsi attentati dell’11 settembre 2001). Dopo aver guardato la decima stagione (una mini serie), la risposta non può che essere sì, e proprio perché l’11 settembre rientra perfettamente nella storyline del nuovo X-Files.
Per comprendere il salto di qualità compiuto in questa nuova stagione, dobbiamo innanzitutto familiarizzare con la classificazione delle teorie del complotto elaborata dallo studioso Michael Barkun nel suo fondamentale studio A Culture of Conspiracy (2013). Secondo Barkun, esistono tre tipi di teorie del complotto: quella relative a cospirazioni episodiche (event conspiracy), legate a un particolare evento, per esempio l’omicidio Kennedy; quelle che trattano cospirazioni sistemiche, in cui cioè esiste un piano perpetrato da una singola organizzazione (ad esempio, ebrei, massoni, gesuiti) per il controllo di un paese o dell’intero pianeta; e teorie che sostengono l’esistenza di “supercospirazioni”, nelle quali cioè molteplici cospirazioni sono collegate insieme in una struttura gerarchica, e tutto viene inserito all’interno di un piano gestito da una forza malvagia e onnipotente. Queste supercospirazioni si fondano su tre princìpi: nulla accade per caso, nulla è come sembra, tutto è connesso. Le supercospirazioni cercano di inserire in un’unica cornice interpretativa tutto ciò che c’è di strano in questo mondo. La teoria UFO-NWO propone in effetti l’esistenza di una supercospirazione che mette insieme fatti come l’omicidio Kennedy (William Cooper sostiene che fosse stato ucciso perché pronto a rivelare l’esistenza dei contatti con gli alieni, e in X-Files scopriamo che ad averlo ucciso sarebbe stato l’Uomo che Fuma, l’arcinemico di Mulder) con le teorie sistemiche sugli UFO (che a loro volte collegano in un’unica cornice abductions, mutilazioni del bestiame, avvistamenti, incidente di Roswell e così via) e sul Nuovo Ordine Mondiale.
La nuova stagione di X-Files doveva cercare di rinnovare la supercospirazione che sembrava ormai definitivamente chiarita dopo nove stagioni e due film (solo il primo dei quali in realtà direttamente connesso con la storyline principale), aggiornandola al mondo post-11 settembre. Ci riesce perfettamente attraverso il personaggio di Tad O’Malley, versione aggiornata dei telepredicatori alla Pat Robertson che ora si servono di Internet per diffondere i loro messaggi complottisti. O’Malley convince Mulder del fatto che tutta la supercospirazione in cui egli aveva finito per credere sia in realtà una menzogna: gli alieni non sono che un pretesto utilizzato dal NWO per assumere il controllo del mondo. D’altra parte, lo sappiamo, il 21 dicembre 2012 non c’è stata nessun’invasione aliena della Terra, per cui bisogna spiegare allora a cosa faceva riferimento la data scoperta da Mulder e Scully alla fine della serie precedente. Il personaggio di O’Malley non fa altro che dare voce a quella parte del mondo complottista rimasta stordita dopo che la data del 21 dicembre 2012 è venuta ed è passata senza alcun cambiamento epocale, esattamente come il mondo ufologico negli anni Settanta era andato in crisi per il mancato contatto con gli UFO atteso nei vent’anni precedenti. Il 2012 è la data in cui il NWO è passato all’azione, realizzando finalmente il suo ambizioso, complessissimo piano di controllo del mondo messo a punto fin dalla fine degli anni Quaranta. In questa nuova supercospirazione troviamo tutto ciò che alimenta lo zeitgeist complottista degli anni Dieci del XXI secolo: i vaccini (utilizzati per iniettare nella popolazione mondiale il virus Spartan), le scie chimiche (responsabili dell’attivazione del virus), le voci sulle milioni di bare preparate dalla FEMA – l’agenzia federale per le situazioni d’emergenza, perno del NWO secondo i complottisti – per far fronte alle morti di massa della popolazione americana, il controllo del clima (tramite strutture come la fantomatica base HAARP in Alaska), la scomparsa del contante a favore delle carte di credito, persino l’obesità e l’incoraggiamento al consumismo (parte di un piano per indebolire e distrarre le coscienze americane). Tutto, nel discorso delirante che Mulder e O’Malley propinano a un’avvilitissima Scully nel primo episodio della serie, diventa parte di una supercospirazione di proporzioni immense; che di fatto inizia a realizzarsi nell’episodio conclusivo, e viene confermata dallo stesso Uomo che Fuma.
Se si sfoglia una bibbia del complottismo come La guida di David Icke alla cospirazione globale (e a come fermarla), oltre 700 pagine di deliri relativi a un presunto piano di una specie aliena, quella dei Rettiliani, che si sarebbero ibridati con la nostra specie in tempi molto antichi per il controllo del pianeta, scopriamo che Chris Carter non si è inventato niente: già personaggi come Icke, il più celebre tra i guru del complottismo del XXI secolo, hanno trovato il modo di connettere tutti questi elementi in un’unica cornice interpretativa, tanto implausibile quanto in grado di far vendere all’autore milioni di copie. Se andiamo a scavare ancora di più nella storia della sottocultura cospirazionista, scopriamo però che la supercospirazione proposta nel nuovo X-Files ha un precedente che risale addirittura al 1977, anno in cui nel Regno Unito venne trasmesso un falso documentario (oggi lo chiameremmo mockumentary) dal titolo Alternative 3, che fece epoca. Alternative 3 ricostruiva un oscuro complotto elaborato da un’organizzazione segreta di superricchi per rapire i migliori scienziati del mondo allo scopo di creare un programma di colonizzazione spaziale clandestino per garantirsi la fuga dalla Terra quando questa sarebbe divenuta invivibile a causa del rapido aumento dell’inquinamento e della sovrappopolazione. Negli Stati Uniti il documentario non venne trasmesso, ma fu invece pubblicato il libro tratto dalla storia. Nonostante regista e attori giurassero e spergiurassero successivamente che il documentario non era che un gioco (doveva infatti essere trasmesso il 1° aprile, ma per questioni burocratiche la messa in onda slittò a giugno), il sottobosco complottista si convinse che la storia presentata nel documentario fosse vera. Quando l’Uomo che Fuma sostiene che gli alieni avrebbero rivelato ai membri del Consorzio l’inevitabile destino del pianeta, devastato dal cambiamento climatico e da altre follie prodotte da un processo di sviluppo fuori controllo, ecco che i temi di Alternative 3 ritornano a quasi quarant’anni di distanza. Il titolo di quel documentario alludeva infatti all’esistenza di tre tipologie di alternative per risolvere i problemi che stavano compromettendo la sopravvivenza della specie umana sulla Terra; la prima di queste alternative è una drastica riduzione della popolazione mondiale, esattamente il progetto che il Consorzio intende realizzare in X-Files.
E gli UFO, allora? Nel 1978 un americano emigrato in Australia, Stan Deyo, pubblicò The Cosmic Conspiracy, in cui collegava la storia di Alternative 3 alle teorie sugli UFO: l’invasione aliena, raccontava Deyo, non sarebbe stata altro che una menzogna, uno scenario fittizio utilizzato per indurre la popolazione mondiale ad accettare uno stato d’emergenza e creare un governo mondiale. Questa teoria è stata sviluppata nel corso degli anni e oggi personaggi come David Icke l’hanno divulgata al grande pubblico attraverso la storia del presunto “progetto Blue Beam”. Il progetto Blue Beam è probabilmente la teoria supercospirazionista più delirante mai immaginata, ma ha goduto di un certo successo negli anni immediatamente precedenti al 2012, perché ritenuta la “sceneggiatura” che il NWO avrebbe seguito per realizzare il suo piano malvagio. Secondo questa teoria, la NASA avrebbe sviluppato un processo per trasmettere immagini nella ionosfera mediante raggi laser (grazie alle scie chimiche, ad HAARP o a invenzioni segrete di Nikola Tesla, scegliete voi), da utilizzare per realizzare una gigantesca messa in scena in quattro atti. Nel primo atto, potenti terremoti svelerebbero rovine archeologiche sotterranee dalle quali si evincerebbe l’infondatezza di tutte le principali dottrine religiose; nel secondo atto, l’immagine di Dio verrebbe proiettata nei cieli di tutto il mondo e parlerebbe nelle diverse lingue a tutti i popoli della Terra; nel terzo atto, grazie a tecnologie di controllo telepatico, Dio prenderebbe a parlare direttamente nella mente di ciascuna persona sul pianeta; infine, nel grande atto finale, le proiezioni nella ionosfera convincerebbero l’umanità di un’imminente invasione aliena e quindi di una prossima fine del mondo, al fine di terrorizzarla fino al parossismo e convincerla ad accettare un governo mondiale dittatoriale che ridurrebbe la civiltà in schiavitù. Quando, nell’ultima scena cliffhanger della nuova stagione di X-Files, Mulder e Scully si troveranno di fronte un UFO, lo spettatore si chiederà allora se sia davvero un’astronave aliena o una montatura del NWO, il quarto atto del progetto Blue Beam.
Il complottismo ha la straordinaria capacità di adattarsi sempre ai mutamenti. Ogni qualvolta una previsione non si realizza (dal contatto alieno all’apocalisse nel 2012), ecco che inizia la rielaborazione della teoria supercospirazionista per adattarla al nuovo scenario. Dal 2001 in avanti, la presa di potere da parte del NWO viene considerata imminente. Sono passati quindici anni e, al momento, per quanto pessimisti possiamo essere sulla trasparenza delle democrazie occidentali o sulla stabilità dell’ordine internazionale, il worst-case scenario sembra lontano dall’essersi realizzato. Per quanto sono disposti ad aspettare gli Illuminati, prima di realizzare infine il loro ambizioso piano di controllo del mondo? Nei libri di David Icke, i Rettiliani avrebbero iniziato a ibridarsi con la nostra specie fin dai tempi dei Sumeri; il loro piano va avanti pertanto da qualche migliaio di anni. Nella serie di X-Files, il piano è stato elaborato tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta: sono quindi passati quasi settant’anni. E se davvero il piano di conquista del mondo è entrato nel suo stadio finale nel 2012, perché i membri del NWO ci mettono così tanto a realizzarlo? Bisogna ammettere che dispongono davvero di una straordinaria pazienza. Ma forse i più pazienti sono proprio i complottisti, gli ufologi e i believers, costantemente in grado di elaborare nuove “teorie del tutto” supercospirazioniste per far rientrare la realtà all’interno delle loro complesse elucubrazioni, e continuare così ad alimentare la sottocultura cospirazionista occidentale di cui X-Files non è altro che una cassa di risonanza. (E a proposito: perché riportare proprio adesso la serie sugli schermi televisivi? Forse qualcuno vuole metterci in guardia?).
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