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Con i romanzi appartenenti alla serie “Ware”, hai dato alla luce un
concetto nuovo e più reale del robot. Come pensi che la tecnologia legata
ai robot si svilupperà in un prossimo futuro?
Messa in questo modo, vediamo
quanto è davvero esagerato il nostro desiderio di schiavitù dai robot!
Nei miei romanzi, naturalmente, non appena i robot diventano intelligenti
quanto gli umani, poi devono affrontare anche le loro stesse difficoltà. In termini di tecnologia reale,
sono sempre stato affascinato dalla nozione di piezoplastic, che indica
quella plastica che si flette come i muscoli. I robot fragili dagli
ingranaggi tira e molla sembrano così artificiali. Messa in termini un
po’ volgarotti chiediamoci: quanto vale un robot umanoide con il quale
non si desidererebbe fare del sesso? C’è tutto questo nel mio libro Freeware, in cui c’è gente ossessionata sessualmente dai robot
soft. Un'alternativa ai robot di
plastica può essere la biotecnologia. Se si parla di un robot biotech,
emerge una contraddizione fondamentale: i geeks[1]
desiderano creare una persona che è "un robot" nel senso che
non ha un'anima e che non merita nessuna compassione. A volte i film di SF
hanno trattato questo tema, con i poveri e derelitti della società che
fungevano da cloni. Ma, ancora, con una sovrappopolazione, questa
operazione è in fondo superflua. Gli esseri umani già sanno come
schiavizzarsi l’un l’altro, ed è noto che ciò non funziona. In termini più pratici, penso
che vedremo sempre di più Intelligenza Artificiale nelle nostre macchine.
Certamente sarà realizzata l'automobile auto-movente, e probabilmente ci
saranno anche delle procedure da seguire quando i veicoli funzioneranno
solo occasionalmente e male. Certamente i nostri computer impareranno a
parlare, a capire i discorsi e a simulare la personalità umana nella
conversazione. Uno dei modi migliori per fare
imitare un essere umano da un programma consiste nel dotarlo
semplicemente di un’enorme base di dati composti da testi scritti
o pronunciati da una persona. In tal caso, un buon motore di ricerca può
bastare a creare una vera Intelligenza Artificiale. Il programma cerca
semplicemente una risposta adatta. Chiamo questo genere di dispositivo
"Lifebox." A proposito di questo concetto, vuoi parlarci del tuo nuovo libro The
Lifebox, the Seashell, and the Soul? Penso che attualmente siamo nel
mezzo di una terza rivoluzione intellettuale. La prima è avvenuta con
Newton: i pianeti obbediscono a leggi fisiche. La seconda con Darwin: la
biologia obbedisce a leggi genetiche. La terza rivoluzione, dei giorni
nostri, ce ne stiamo rendendo conto, indica che anche le menti e le società
derivano da leggi che interagiscono e che possono essere considerate come
calcoli. Tutto è un calcolo. Quindi questo significa che il
mondo è stupido? Niente di più falso. I calcoli empirici che ci
circondano sono davvero
complessi. La crescita di un albero, i cambiamenti climatici, il flusso
quotidiano di notizie, gli umori costantemente mutevoli di una persona –
tutti questi calcoli hanno in comune la proprietà cruciale di essere
nodosi e complessi. Sebbene siano deterministi, questi calcoli sono - e
questo è un punto chiave - imprevedibili. Il mistero del mondo è così
preservato. Il titolo stesso è una triade
dialettica. La tesi di Lifebox
è che ci possono essere modelli di computer di menti umane; l'antitesi di
Soul è che sento di essere una
persona piena di energia vitale, e non una macchina; la sintesi di Seashell è che i modelli calcolatori fondati su alcuni tipi di
conchiglie sono esempi dei calcoli complessi deterministici, ma
imprevedibili che potrebbero abitare la mente umana. Nel libro ho mescolato insieme
aneddoti, grafici e favole, per stimolare le implicazioni di questa nuova
visione mondiale, che chiamo "automatismo universale". Guardando
alla realtà come ad un insieme di calcoli, ci vengono svelati alcuni
aspetti critici del mondo giornaliero, che riguardano alcuni temi topici
come il caos, Internet, la fama, il libero arbitrio e la ricerca della
felicità. Per chi è interessato, può
trovare ulteriori approfondimenti sul libro alle pagine del mio sito www.rudyrucker.com/lifebox. [1] Geeks è una nuova categoria antropologica, apparsa nel panorama americano negli anni Novanta. Il Geek vive di tecnologia e di computer e il suo mondo è la rete. Rifiutato da un sistema scolastico che premia più la socialità della conoscenza, il geek ritrova nei byte e nel web il suo habitat naturale.
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