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Inizialmente dipinti quasi come fanatici
integralisti nemici delle formidabili tecnologie dell’Egemonia (una sorta di no-global del futuro), solo più tardi Simmons comincia a far incrinare la
differenza Egemonia-buoni, Ouster-cattivi e infine dimostra come proprio gli
Ouster abbiano in sé le capacità di salvare l’umanità in pericolo, resa cieca
dalla propria sicurezza di aver raggiunto l’ultimo gradino dell’evoluzione. In
questo scenario si aggiunge anche lo Shrike, l’inquietante creatura che
travalica lo spazio e il tempo e domina tutta la storia. In esso vi è riposto
tutto il concetto di ambiguità del corpo. In una delle sotto-storie che
compongono Hyperion, raccontata dal
generale Kassad, ci ritroviamo ad un certo punto in un passo cruciale: mentre
Kassad consuma un amplesso con la sua misteriosa amante Moneta, il corpo di lei
si trasforma e diviene lo Shrike, gigante di ricoperto di spine d’acciaio
pronte a trafiggere il corpo di lui. Da oggetto di piacere il corpo diviene
improvvisamente oggetto di dolore senza fine. Lo Shrike dimostra tutta
l’ambiguità del concetto di corpo nell’opera di Simmons: egli è un demone, che
impala le sue vittime sul suo perverso albero di spine, o un Messia, il
salvatore dell’umanità? Queste ambiguità ci portano a riflettere su come la fantascienza contemporanea abbia in qualche modo rovesciato uno degli archetipi dell’inconscio collettivo bello=buono, brutto=cattivo. In qualche modo vi è anzi una riscoperta e una rivalutazione del ruolo del “mutante”, che nella fantascienza precedente era il più delle volte un mostro, il cui corpo reso storpio da aberrazioni genetiche riflette una mostruosità anche interna. Il mostro di Frankenstein ne è in, qualche modo, un esempio. Le origini di questo modo di pensare risalgono a Omero, quand’egli nell’Iliade descrive la bruttezza di Tersite come anti-valore[10] (infatti questi è pavido e codardo) rispetto al concetto di “kaloskagathos” che in una sola parola riassumeva l’ideale di bellezza e bontà incarnato da eroi come Achille ed Ettore. È nel medioevo che l’eccessivo amore verso la perfezione del corpo viene punito. La leggenda di Tristano e Isotta lo dimostra
benissimo: i due amanti si abbandonano a un amore che è in primo luogo carnale,
cedono all’esaltazione dei sensi, ed ecco che la punizione per Isotta è
l’essere data in preda ai lebbrosi, coi cui corpi putrefatti ella sarà
costretta a giacere. In realtà resta ancora valido il concetto di bello/buono,
brutto/cattivo, tanto è vero che Tristano e Isotta in qualche modo restano eroi
della vicenda mentre i lebbrosi sono descritti come figure infami e nella
vicenda un ruolo importante ha il nano Froxin, il quale è appunto uno storpio
che fa la spia e viene infine giustamente ucciso. A differenza degli esempi su riportati, abbiamo invece visto come in Gibson un personaggio come il barista Ratz fa della sua bruttezza un valore, e come in generale per il cyberpunk e ciò che è seguito il concetto di perfezione estetica sia andato ad assimilarsi con quello di ricchezza, sperpero e anti-eticità. Le
premesse sono tutte nella società di oggi, dove il “culto del corpo” è diventato
un ideale da raggiungere a tutti i costi, e dove il corpo è diventato un merce.
La fantascienza ne ha ipotizzato le sue estreme conseguenze prefigurandoci un
mondo dove magari la bellezza sarà davvero alla portata di tutte le tasche, ma
sarà raggiunta solo dopo modifiche al concetto stesso di uomo. Sarà il rapporto
tra estetica ed etica la sfida del prossimo futuro per la società contemporanea?
[9]
Per un’introduzione alla figura di Simmons e ad
Hyperion, si vedano di Roberto Paura Dan
Simmons, il cantore di vecchi e nuovi miti in “Guida alla Fantascienza di
SuperEva”,
http://guide.supereva.com/fantascienza/interventi/2005/11/233820.shtml
e Dan Simmons e l’Universo di Hyperion
in “Fabbricanti di Universi”,
http://www.fabbricantidiuniversi.it/altrifabbricanti/simmons.htm.
[10] Iliade,
II, vv. 212 e seguenti
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