Mens sana? in corpore sano?
di
Gennaro Fucile

 


Esiste però un'altra procedura per rendere obsoleto il corpo: migliorarlo, aumentandone il tasso di tecnologia incorporata, ottimizzandone il peso, le funzioni degli organi, l’armonia delle forme, la longevità complessiva e delle singole attività. Snaturarlo. Ecco i primi mutanti: le nonne/mamme, gli ottuagenari che praticano sport estremi (mettiamoci in questi anche la premessa per la tarda maternità, essere partner), gli atleti che frantumano record fino al giorno prima impossibili da cancellare. Nell’ombra, la figura perturbante del clone. Mutazioni spettacolari, come il cambio di pelle di Michael Jackson.

Figure limite, ma parte di questo mondo, dove tutti i corpi sono sollecitati al massimo, invitati a fornire prestazioni sempre più elevate, ad essere massimamente flessibili sul lavoro, estremamente elastici nei consumi, attivi senza sosta nel tempo libero. Quotidianamente questi esercizi corporali vengono svolti nelle pratiche del consumo.

Queste sono le fondamenta di una società disumana, altrettanto fondata su un delirio di onnipotenza sorretto da un potere reale, quello del sistema dell’offerta dei beni di consumo. Fornire bellezza e salute crescente al corpo è un processo che mira a perfezionarne la capacità di reiterare il consumo, a qualsiasi costo, sottoponendo il corpo a estenuanti e reiterate prove di adattamento, un evoluzionismo ad avanzamento veloce, molto veloce. Energia vitale per sostenere la maniacale coazione a consumare dell’Occidente, che affida sempre più a macchine e reietti il compito di svolgere i “lavori pesanti”. In fondo la divaricazione del mondo fra ricchi e poveri segue la medesima logica: il predominio della res cogitans sulla materia ottusa, la massa dei poveri: penso dunque sono occidentale.

La moderna cacciata del corpo, dunque, prende avvio da quella res extensa stigmatizzata da Descartes che aprì le porte alla contabilità dell’organico, alla quantificazione delle sue performance e dei suoi bisogni, alla proiezione della sua perfezionabilità. Ogni porzione del corpo è misurabile, le azioni sono frazionabili in singoli movimenti, la forza muscolare elevabile. L’uomo macchina di Lamettrie eredita questo compito e l’illuminismo si prolunga fino a Taylor, alla catena di montaggio, all’operaio massa. Anche la prima immaginazione moderna, - industriale - del corpo, muove a partire dalla sua scomposizione, misurabilità e ricomposizione ad uno stadio superiore: Frankenstein. Successivamente gli esperimenti immaginari sul corpo punteranno in due direzioni, alla sua automazione generando androidi, robot e cyborg, oppure registrando le mutazioni/alterità genetiche dovute a diversità d’origine (alieni, extraterrestri, ecc.), o a incidenti di percorso (radiazioni e esperimenti assortiti, tutti mal riusciti). Il primo processo illumina sull’evoluzione della relazione corpo/lavoro; il secondo illumina sulla relazione corpo/consumo. Se il mutante originato da un conflitto nucleare è figura tragica, i supereroi della Marvel Comics ben si prestano a illustrare il processo di sezionamento e specializzazione del corpo.

The Fantastic Four raccontano del desiderio di possedere un corpo specializzato, in grado di svolgere una funzione straordinaria. La storia di partenza si riassume in breve. Il gruppo è formato dallo scienziato Reed Richards, la sua fidanzata Sue Storm, Johnny, il fratello adolescente di lei e il pilota collaudatore Ben Grimm, amico di Reed. I quattro conducono un razzo sperimentale ai limiti dell’atmosfera. Qui il razzo viene bombardato da raggi cosmici. Segue naufragio, i quattro sopravvivono, ma ognuno di loro subisce mutazioni permanenti.

Reed può estendere il corpo a lunghezze incredibili, Sue Storm ha la capacità di rendersi invisibile (in seguito anche di dominare un campo di forza invisibile), Il fratello, Johnny si trasforma in The Human Torch (la Torcia Umana), una fiamma vivente e Ben diventa The Thing (la Cosa), essere roccioso dalla forza sovraumana. Siamo agli inizi degli anni Sessanta, quando anche il sodalizio tra chimica e industria alimentare si cementa per soddisfare il largo consumo alla sua prima ondata, con dosi massicce di cibo confezionato a self service, alimenti imperfetti, correggibili con un’integrazione di vitamine. Circa trent’anni dopo sul mercato inizia una piccola, ma costante invasione di prodotti pensati per target ben precisi: i prodotti dietetici da un lato e i funzionali dall’altro, da cui si sono generati i prodotti nutriceutici e, ultimi nati, i cosmoceutici. Che razza di cibi sono? Vitamine mutate dalla radioattività del marketing.

 

    [1] [2] (3) [4]