IO TARZAN, TU FARMER di Gennaro Fucile |
Fumettistico come La notte del drive-in
di Joe Landsdale, e si torna al fumetto, quello dei Tarzan semi-seri
(ma qual è quello tutto serio?), al giocoso e arbitrario
intrattenimento con un pezzo pregiato dell’immaginario
collettivo novecentesco, quello più rivisitato in questa
chiave, certo in misura maggiore di Dracula, di King Kong, oppure di
Frankenstein, per questioni genetiche, probabilmente, poiché
Tarzan è l’unico umano del mazzo, un eroe, super
ma umano, più complesso, forse, ma meno insondabile degli
altri tre, tutti alieni di diverso grado e intensità. Si
gioca con Tarzan come con Big Jim, lo si può lanciare su
qualsiasi scena, Farmer sembra agire in questo modo, in fondo lui amava
fabbricare universi selvaggi abitati da popoli distanti dalla
civiltà. A ben vedere, Tarzan è il prototipo di
innumerevoli personaggi in azione su mondi alieni, pur nascendo prima
della moderna fantascienza. Ecco perché è il
cittadino modello di tutti i mondi creati da Farmer, metafore neanche
tanto velate dei meccanismi dell’invenzione letteraria.
Questo è il punto, al culmine dello sfottò
troviamo il volto più semi-serio di Tarzan, così
come ce lo disegna Farmer, quello del personaggio originario, colui che
è dietro ogni personaggio, colui che precede i personaggi,
per questo sfuggente, imprendibile, una presenza oscura pur essendo
fragorosa, falsamente rozza, selvaggia. Il gioco Tarzan ha anche
qualcosa a che fare con lo shopping contemporaneo, perché
nessuno tra i prodotti culturali è confezionato come Tarzan
in modo da potersi offrire in ogni taglia, colore, sapore, odore,
misura, aspetto, qualità, adatto ad ogni target, qualsiasi
gusto, capace di soddisfare necessità diverse, il gioco
intellettuale e l’intrattenimento grossolano. Tarzan
è stato molti personaggi, ma anche molti oggetti e prodotti
sono e/o sono stati Tarzan, come gli orologi Swatch, oppure gli yogurt,
o le merendine nelle loro infinite segmentazioni di gusto. Logica pop,
quella che Farmer conosceva a meraviglia. Quella di privilegiare Tarzan
è una scelta consapevole, egli è l’eroe
per eccellenza, non ha modelli a cui si ispira, lascia che altri si
ispirino a lui, anche solo per burlarsene. | ||
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Tutti i libri di P.J. Farmer sotto indicati sono attualmente fuori catalogo, o non tradotti in italiano
— Farmer P.J., Tarzan Alive: A Definitive Biography of Lord Greystoke, Doubleday, 1972. — Farmer P.J., The Adventure of the Peerless Peer, Aspen Press, 1974. |
— Farmer P.J., The Dark Heart of Time: A Tarzan Novel, Del Rey, 1999.
— Farmer P.J., Opar, la città immortale (Hadon of Ancient Opar, 1974), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1989. — Farmer P.J., Fuga a Opar (Flight to Opar, 1976), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1990. |
— Farmer P.J., Festa di morte (A Feast Unknown, 1969), De Carlo Editore, Milano, 1972.
— Farmer P.J., L'ultimo dono del tempo (Time's Last Gift, 1972), Libra Editrice, Bologna, 1974. — Farmer P.J., Doc Savage: una biografia apocalittica (Doc Savage: His Apocalyptic Life, 1972) in I Massimi della Fantascienza, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1992. |
— Farmer P.J., Lord Tyger (Lord Tyger, 1970), in I Massimi della Fantascienza, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1992.
— Farmer P.J., Il dannato figlio della giungla impasticcato (The Jungle Rot Kid on the Nod, 1968), in Cristalli di futuro, (a cura di) Norman Spinrad, La Tribuna, Piacenza, 1976. — Farmer P.J., Il diario segreto di Phileas Fogg (The Other Log of Phileas Fogg, 1973), Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1999. |
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